Quanti di voi hanno sognato, da bambini, leggendo quei fantastici mondi sulla carta stampata dei fumetti, di diventare un giorno supereroi dotati di fantastici poteri? I sedici anni sono fantastici se si riesce con l’immaginazione a pensare di poter volare, sparare raggi dalle mani, fermare un treno in corsa o persino vivere avventure nello spazio. È il caso di Kamala Khan, ragazza 16enne e grande fan di videogiochi e suepreroi, con un amore incondizionato verso Captain Marvel (che nei fumetti, ricordiamo, prima di prendere questo nome aveva proprio il nome di Ms. Marvel). Prima di procedere nel parlare di Ms. Marvel in questa recensione, nuova serie tv di Disney+, contestualizziamo il personaggio.
Nei fumetti Kamala Khan è una inumana (o meglio, una NeoUmana, discendenza ibrida dagli originali Inumani): i suoi poteri si attivano dopo essere entrata a contatto con le nebbie terrigene, e ha l’abilità di poter variare dimensioni e forma del suo corpo. Nella serie questa cosa è stata variata, ovviamente per evitare collegamenti con l’insuccesso della serie tv Inhumans, ma soprattutto perché il potere di Kamala nasce dalla sua contestualizzazione nella storia, che nel MCU ha uno stile ormai completamente diverso.
Sedici anni supereroe
La serie ha un’impronta decisamente adolescenziale: l’idea di Ms. Marvel è quella di declinare l’avventura con dei toni meno galattici e più terrestri, con una ragazza con i suoi problemi di famiglia, amore e amicizia, e con la capacità adesso di poter creare costrutti fatti di un’energia che sembra cosmica. La prima puntata parte molto a rilento, ma dalla seconda le cose prendono un percorso decisamente interessante: nonostante il cambiamento di origini, almeno in principio, ci sono tanti misteri interessanti da capire, molti dei quali potrebbero davvero creare un background interessantissimo dell’eroina.
Ricordiamo che la serie racconterà le vicende di Ms. Marvel, è che è già quasi del tutto noto che il personaggio comparirà poi in The Marvels, film che dovrebbe vedere un team-up galattico tra Kamala, Carol Danvers e Monica Rambeau.
Stile visivo
Se l’intreccio ha ancora tante carte da giocare – che significa molto interesse per l’evoluzione della trama ma poca sostanza ad ora di cui parlare – lo stile visivo è qualcosa di sublime. Nonostante io non rientri nel target di riferimento, è stato interessante vedere in Ms. Marvel (in sede di recensione) una sorta di traslitterazione dell’onomatopea tipica da fumetto in un qualcosa di diverso. Non sarà raro quindi vedere scene immaginate, sogni ad occhi aperti, costruzioni mentali interessanti e persino la comparsa di design su schermo che, sebbene siano raffigurazioni di eventuali messaggi, stati d’animo o situazioni, acquistano un valore diegetico e magari trovano posto nelle luci di una vetrina, nei simboli sfocati di sfondo o nelle auto che passano affianco ai personaggi.
Per il resto le prime due puntate di Ms. Marvel (viste in anteprima per la recensione) presentano gran parte dei personaggi che vedremo nella serie: se da un lato abbiamo tutto il fantastico rapporto tra Kamala e il suo amico e genio Bruno Carrelli, è interessante la trama costruita con la migliore amica di Kamala, Nakia, un personaggio che incarna la rivalsa femminile su una società decisamente patriarcale. Interessante anche il rapporto tra Kamala e la sua famiglia, tra genitori poco aperti al mondo dei supereroi e un fratello che già vive la sua vita.
C’è ancora da capire quanto avranno peso invece gli altri personaggi presentati, che potrebbero diventare antagonisti della serie tv o semplici deuteragonisti da affiancare all’avventura di questa nuova supereroina in erba.