Lost Records: Bloom and Rage, Recensione Cassetta 2: Il richiamo dell’Abisso

Ecco la nostra recensione di Lost Records: Bloom and Rage Cassetta 2, dove le ragazze, ormai adulte, dovranno fare i conti con il loro passato tra ricordi e oscurità.

Gloria Annis
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Gloria Annis
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Amante di videogiochi, serie tv, film, fumetti e libri, in particolare del genere horror, sin dalla tenera età.
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lost records bloom and rage
6.8 Sufficiente
Lost Records: Bloom and Rage - Cassetta 2

Lost Records: Bloom and Rage è l’ultima produzione targata Don’t Nod, con la prima parte del gioco uscita il 15 Aprile, per Current Console e PC (Steam). La seconda parte – o meglio la seconda cassetta – chiamata Rage, incarna perfettamente quella che è la rabbia devastante derivata dalla fortissima rivelazione nel finale della Cassetta 1, Bloom, che ci ha lasciati tutti con l’amaro in bocca e gli occhi lucidi. Difatti Bloom si chiudeva su un colpo di scena fortissimo, che coinvolgeva una delle quattro ragazze, e la sua scoperta lasciava emergere non poche ripercussioni sulla vita delle nostre protagoniste. Tutte le domande sorte durante la storia di Bloom avranno ora le loro risposte. Ecco la nostra recensione della cassetta 2: Rage!

ATTENZIONE: Durante la recensione ci saranno riferimenti a fatti sia della prima che della seconda cassetta di Lost Records: Bloom and Rage, e potreste incappare in SPOILER involontari. Vi invitiamo a continuare la lettura consapevoli di ciò.

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Il richiamo dell’Abisso

Alla fine di Bloom la narrazione ha preso una piega pressoché drammatica, con la scoperta di un segreto sconvolgente che riguarda direttamente una delle quattro ragazze protagoniste: questo fortissimo coup de théâtre porta alla promessa di non rivedersi mai più e a dimenticarsi dell’estate spensierata appena passata insieme, per proteggersi a vicenda. Le tinte calde e allegre della prima cassetta, andate scemando sul finale del primo capitolo, lasciano spazio ad un tema più oscuro e cupo, accompagnato dai timori delle tre ragazze che si rincontrano al bar dopo 27 anni, al cospetto della famigerata scatola che ha sbloccato i loro ricordi. L’Abisso è reale o è tutto nella loro fantasia? Ha davvero influenzato la loro vita portandole ad allontanarsi l’un l’altra e a prendere delle strade totalmente opposte per mantenere la promessa di non rivedersi mai più?

Rapporti incrinati

Il rapporto tra Swan, Nora e Autumn ormai è da ricostruire, e questi ventisette anni passati lontano, e senza neanche un briciolo di reminiscenza dell’estate in cui si son conosciute, hanno scalfito quello che sembrava apparentemente un’amicizia indissolubile rafforzata dalla scoperta dell’Abisso nei boschi. La scatola di metallo ritrovata sull’uscio della casa della madre di Autumn, rimasta a Velvet Cove, le fissa come se le sfidasse a ripescare i dettagli degli eventi drammatici che hanno portato alla loro separazione.

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Tutto il gioco diventa più complesso, le adolescenti di Velvet Cove ormai donne non sanno come rapportarsi l’una con l’altra come se fossero perfette sconosciute, e questo porta a delle componenti decisionali più articolate, per recuperare l’amicizia persa per strada, o per sfaldarla per sempre. Man mano che riaffiorano i ricordi riemergono anche le loro paure più profonde e viscerali, dalla presenza ingombrante e opprimente del fidanzato di Dylan, Corey, che le perseguita e che rappresenta una presenza ingombrante nella loro ultima estate insieme, ma anche l’Abisso stesso, misterioso ed enigmatico, che le trascina sempre di più verso di sé.

Stesse persone, vite diverse

Gli anni e l’aver dimenticato quanto accaduto nella galeotta estate del ’95 rende le protagoniste diffidenti e spaventate riguardo al contenuto della cassetta di metallo, la cui presenza diventa sempre più opprimente. Sempre grazie all’espediente del flashback riviviamo gli ultimi momenti di quella fatidica estate prima del trasferimento di Swann e del distacco definitivo delle quattro amiche, momenti accomunati da forte rabbia e rancore verso chi ha causato loro delle ingiustizie: il tutto è perfettamente in contrasto con Bloom, dai toni più allegri e costellato da risate e momenti di profonda e sincera felicità e complicità tra le ragazze.

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Una chicca interessante è l’effetto glitch che a volte si può scorgere con la coda dell’occhio, sia nel presente che nel passato mentre riviviamo i ricordi delle Bloom and Rage, una sorta di “ombra” di cui non è ben chiaro il significato: sembra quasi un’eco del passato e del presente/futuro che si mischiano, appena percettibile, ma che ci da perennemente la sensazione di essere osservati e seguiti, come se la storia a cui stiamo assistendo sia già scritta e sia impossibile uscire dalle rotaie del destino.

Alla fine Rage è la degna conclusione di quella che è iniziata come una semplice storia di amicizia racchiusa nei caldi raggi di una estate degli anni ’90, che finisce con un’ondata di devastazione e di dramma in pieno stile Don’t Nod: ci fa affrontare situazioni struggenti e ci costringe a sostenere il peso di un segreto che ne trascina tanti altri con sé, in un turbine di cambiamenti e barriere emotive da superare e affrontare.

Il finale, agrodolce e incerto, ci lascia però con una strana sensazione di deja-vu: le luci soffuse dell’Abisso ci avvolgono, ci parlano, e ci fanno sperare che non sia tutto perduto, in più scorgiamo quella che è la speranza di un epilogo aperto: forse non tutto è perduto, forse c’è ancora una possibilità di riportare tutto come quell’estate del ’95, forse sentiremo ancora parlare delle Bloom and Rage. Non ci resta che aspettare e vedere cosa ci aspetta il futuro targato Don’t Nod!

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Lost Records: Bloom and Rage - Cassetta 2
Sufficiente 6.8
Voto 6.8
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