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Monster Hunter Generations – Recensione

Ci sono serie destinate ad avere una lunga vita davanti a sé, nonostante inizialmente possa sembrare che il fenomeno sia ristretto solo ad un pubblico “particolare” come quello giapponese. Dopo dieci anni, invece, Monster Hunter è un successo planetario e ora ci ritroviamo ad omaggiarlo con un vero e proprio titolo celebrativo per 3DS, Monster Hunter Generations, il gioco perfetto per gli esperti ma anche per tutti coloro che mai avevano dato una possibilità alla serie per diversi motivi.

monster_hunter_generations_1L’enciclopedia della caccia

Questo che abbiamo tra le mani può essere benissimo definito come il “capitolo definitivo” della saga e, per forza di cose, un’evoluzione o magari rivoluzione con il prossimo vero Monster Hunter sarà doveroso: Generations riprende infatti tutto il buono che abbiamo imparato ad amare in questi anni migliorandolo, affinandolo e portando poche ma essenziali novità che rendono il gioco apprezzabile da chiunque, nonostante le prime ore di gioco possano risultare noiose per chi ormai conosce a memoria le basi del gioco, dal gameplay allo scopo di ogni missione. Nonostante il tutto sia stato reso più veloce rispetto al passato, il gioco in sé è infatti molto simile al suo predecessore e chi ha speso centinaia di ore su Ultimate potrebbe storcere il naso di fronte ad un Generations che, a primo impatto, sembra tutt’altro che un nuovo capitolo della serie. E’ per questo che analizzeremo le novità principali che vanno proprio a differenziare il nuovo titolo dal passato, quelle piccole ma significative novità che rendono il gioco fresco e accessibile a tutti. Non possiamo non iniziare quindi con la modalità Cacciamiao, in cui per la prima volta prenderemo il controllo da protagonista dei Felyne, i gatti che fino ad ora sono stati dei semplici compagni di viaggio utili per rifornirci di materiali e armi di vario genere. L’approccio al gioco in questa modalità è davvero immediato: lo scopo sarà sempre lo stesso, quello di cacciare mostri o raccogliere materiali, ma i simpatici gatti si muoveranno in maniera più veloce, non saranno inclini alla stanchezza, una volta atterrati si riprenderanno molto più velocemente e potranno raccogliere qualsiasi tipo di materiale senza il supporto di determinati oggetti; ovviamente ci sono anche i lati negativi, tra cui una scarsa potenza offensiva che renderà quasi impossibile portare a compimento le missioni di rango più elevato. E’ proprio questa modalità il motivo che ha portato un successo spropositato in Giappone (nonostante la serie abbia sempre venduto tantissimo) e che probabilmente farà avvicinare moltissimi neofiti alla serie che poi, una volta apprese le nozioni fondamentali, vorranno approcciarsi al gioco “vero e proprio” utilizzando gli umani, gli Hunters da potenziare e rendere invincibili.

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Monster Hunter Generations_01Quel poco che cambia tutto

Monster Hunter nel corso degli anni ha migliorato sempre di più il suo gameplay, ma delle novità nel sistema di combattimento erano necessarie: proprio in questo Generations ha centrato il punto, introducendo quattro stili di combattimento che modificheranno l’approccio al gameplay del nostro cacciatore. Nel momento in cui creeremo il nostro avatar, infatti, dovremo anche scegliere uno dei quattro stili di combattimento (comunque modificabili nel corso del gioco); abbiamo lo stile Gilda, quello Offensivo, quello Aereo e quello Ombra, ognuno con le proprie peculiarità che porterà anche ad avere Arti diverse. Partendo dallo stile di base, quello Gilda, potremo avere un cacciatore bilanciato e che potrà avere al massimo due Arti: le sue statistiche e capacità di combattimento saranno dettate tutte dalla nostra bravura e nell’equipaggiamento che riusciremo a fornirgli. Si va poi alle vere novità: lo stile Offensivo è l’unico Stile a permettere la selezione di tre Arti diverse e, così come fa intuire il nome, punta tutto sull’attacco. Il nostro cacciatore infliggerà danni enormi e la barra per poter utilizzare gli attacchi speciali si riempirà molto più velocemente, ma altrettanto enormi saranno i danni che subiremo dalle creature che ci attaccheranno; questo è lo stile perfetto per i veterani della saga che vogliono un approccio molto hardcore e sempre sul filo del rasoio. Tra i più innovativi troviamo poi lo Stile Aereo: il tutto sarà più veloce, con la semplice schivata che diventerà una capriola con successivo “doppio balzo” verso il nemico, attacchi che tenderanno a far saltare il nostro cacciatore e la possibilità di sfruttare i compagni e gli elementi della mappa per attaccare dall’alto i mostri e magari riuscire a cavalcarli. Arriviamo infine all’ultimo Stile, probabilmente il più difficile da padroneggiare ma anche quello che, una volta assimilato a dovere, semplifica maggiormente le cose e dà le soddisfazioni più grandi, quello Ombra. Il nostro cacciatore si trasformerà in una specie di ninja, pronto ad aspettare gli attacchi dei nemici per schivarli all’ultimo secondo e contrattaccare con un fendente potentissimo: come già detto sicuramente questo non è lo stile più adatto a chi è nuovo alla saga, visto che non sarà facile schivare gli attacchi dei nemici (soprattutto quelli più veloci), ma quello Ombra è di certo lo stile che porta maggiormente una ventata di freschezza ad un sistema di combattimento da anni troppo fermo su se stesso. Finiti gli Stili parliamo delle Arti, già prima citate: una volta scelta la “classe” del nostro Hunter dovremo scegliere alcuni suoi attacchi speciali, che vanno da vere e proprie mosse offensive a schivate particolari a bonus che ci permetteranno temporaneamente di avere vantaggi sulla nostra preda. Piccole novità che però sono riuscite a rendere il gioco interessante anche dopo decine e decine di ore di gioco: come qualsiasi Monster Hunter che si rispetti, infatti, anche Generations vi farà spendere centinaia di ore tra missioni di caccia e di raccolta di elementi per poter acquistare ma soprattutto creare le armi e armature più potenti che ci siano.

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monster hunter generations prowlerUna meraviglia che sa di vecchio

All’inizio abbiamo etichettato Monster Hunter Generations come il capitolo “definitivo” della saga, proprio perché riprende tantissimo dai vecchi capitoli per riportarlo tutto in un unico gioco. Tutto ciò non vale solo per il gameplay ma anche per le ambientazioni: avremo infatti ben quattro villaggi (Bherna, Kokoto, Pokke e Yukumo) e tantissime mini zone che i veterani della saga non tarderanno a riconoscere. Tutto ciò, per ovvi motivi, ha dei pro e dei contro: se rivedere alcune vecchie glorie del passato in salsa migliorata e con l’effetto 3D non può che far piacere, ci sarà sempre quel senso di già visto che potrebbe non accontentare tutti, soprattutto chi si aspetta da questo Generations una vera ventata di novità. Lo stesso comparto grafico, per quanto eccezionale se pensiamo che il tutto gira su una console come il 3DS, comincia a mostrare il peso degli anni e il motore che muove il tutto ha ormai bisogno di una svecchiata (che probabilmente vedremo con un vero nuovo capitolo su console casalinga). Ad affiancare un colpo d’occhio in ogni caso ottimo, con armature e mostri davvero dettagliati, troviamo anche animazioni uguali da anni e ambientazioni (soprattutto quelle al “chiuso”) troppo spente, con texture piatte e poco appariscenti. Tutt’altro discorso il comparto sonoro: effetti ottimi ma soprattutto musiche che faranno scendere la lacrimuccia a chi ha giocato i primi capitoli, con alcune melodie dei vari villaggi riarrangiate ed alcune originali proprio come ce li ricordavamo.

Nel complesso Monster Hunter Generations è un gioco che va acquistato: è il raggiungimento dell’apice per tutti coloro che vogliono il meglio da questa saga, e l’occasione perfetta per coloro che hanno sempre avuto timore di avvicinarsi ad un gioco che, in ogni caso, vi ruberà tantissime ore della vostra vita. In attesa di una vera rivoluzione con il prossimo capitolo, possiamo affermare con certezza di essere di fronte al miglior Monster Hunter mai realizzato.

Monster Hunter Generations

9

Monster Hunter Generations è una celebrazione a questa saga decennale che, con questo capitolo, chiude un ciclo con una vera e propria enciclopedia della caccia. Centinaia di ore di gioco, un gameplay ritoccato nei punti giusti ed un comparto tecnico che, per quanto datato, fa ancora la sua ottima figura sugli schermi del 3DS.

Damiano "Xenom" Pauciullo
Videogiocatore da quando aveva 3 anni grazie ad un bel GameBoy rosso fiammante, si chiede ancora come facesse a quell'età a completare i giochi. Predilige i platform (soprattutto se come protagonista hanno un idraulico baffuto) e i giochi d'avventura (ma solo se il personaggio ha una tunica verde); diciamo che quel 23 settembre del 1889 avevano previsto la sua nascita, fondando quindi la Nintendo.

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