MLB The Show 20 – Recensione del simulativo a tema baseball di Sony

Si torna sul campo da baseball con MLB The Show 20, l'ultima fatica di SIE San Diego Studio per questa generazione. Ecco la nostra recensione.

Gianluigi Crescenzi
Di Gianluigi Crescenzi - Deputy Editor Recensioni Lettura da 5 minuti
8.2
MLB The Show 20

Che in Europa la passione per il baseball non raggiunga neanche lontanamente quella per altri sport è un dato di fatto, con il calcio a farla da padrone su tutto il territorio e con una larga fetta di pubblico spartita tra le altre attività sportive di rilievo come il volley o il basket. Tuttavia, non manca quella piccola percentuale di appassionati che, fanatici del “diamante”, si ingegnano in tutti i modi per seguire la Major League di Baseball, la massima competizione degli Stati Uniti. Come ogni anno, quindi, soprattutto per i giocatori a stelle e strisce ma anche per i nostri appassionati, arriva MLB The Show 20, il simulativo dedicato proprio al torneo americano, ma con buone e gradite novità nel pacchetto. Come di consueto, ma per l’ultimo anno prima dell’approdo su altre piattaforme, il titolo di SIE San Diego Studio arriva in esclusiva per PlayStation 4. Il canto del cigno di questa esclusività però ci porta l’ottimo punto a favore dell’inserimento delle licenze sulle divisioni minori, cosa da non sottovalutare soprattutto nell’ottica delle modalità più impegnate.

World Series, I’m coming

Anche se per gran parte il gameplay è rimasto invariato dalle precedenti iterazioni, sono state inserite differenti feature in grado di spostare parecchio gli equilibri in partita, meccaniche che è categoricamente importante imparare al meglio per stare al passo. Volendo mantenere alto il livello di realismo come al solito, la novità più importante tatticamente (soprattutto per la velocità di reazione) riguarda la fase difensiva, con l’introduzione del First Step in aiuto degli outfielders: questo fa in modo che tutto ciò risulti meno automatico e soprattutto meno prevedibile. Per quanto riguarda l’aspetto tecnico, ci troviamo di fronte probabilmente al miglior titolo della serie mai arrivato al pubblico, dove qualche piccolo problemino di lag è assolutamente trascurabile di fronte alla fluidità assoluta proposta dal gioco.

Le modalità presenti hanno subito alcune variazioni, che anche se non di poco conto non vanno ad aggiungere nulla di estremamente rilevante all’esperienza. Tuttavia, è molto gradito il modo in cui è stata arricchita la March to October, che rispetto allo scorso anno (che ne ha visto l’introduzione) presenta molti più eventi interessanti presenti. La più gradita delle novità a riguardo è invece la possibilità di interagire col mercato, che ci permetterà di acquistare o vendere gli atleti del nostro team. Il Diamond Dinasty (che i più conosceranno come una sorta di “Ultimate Team” in stile FIFA) rimane quasi invariato, ma con diverse sfide in aggiunta (come le Showdown) ad alleggerire – si fa per dire – la tensione e stuzzicandoci variando non poco il ritmo delle nostre sessioni in-game. Oltre al vero e proprio giocare, è anche giusto saper coccolare i fan. Ed ecco qui che torna sempreverde la modalità Franchise, con la possibilità di rendere ancora più nostre le squadre tramite la personalizzazione. Un tuffo al cuore avranno avuto inoltre i fan più appassionati del Baseball d’oltreoceano, quando avranno visto alcune delle divise storiche selezionabili e utilizzabili. Anche se l’effetto a schermo sembra quasi “spezzare” la contemporaneità, rimane una chicca.

Non solo strike

L’atmosfera che i SIE San Diego Studio hanno riportato a schermo ha quasi dell’incredibile: MLB The Show 20 riesce infatti a riscrivere il proprio standard, con picchi qualitativi davvero da Home Run e l’aggiunta di diverse animazioni a contornare il tutto. Una commistione di audio – dal tifo più accanito ai silenzi per i momenti cruciali – e una fedeltà grafica davvero impressionanti. Come già detto, sul piano della qualità c’è veramente poco da recriminare, con le prestazioni su PlayStation 4 Pro che rasentano l’impeccabile, ma con dei tempi di caricamento richiesti che lasciano abbastanza a desiderare. Lì dove fluidità e livello di dettagli rimangono davvero importanti, con ottima fedeltà anche delle fattezze estetiche degli atleti, c’è solo da recriminare sull’aspetto di alcuni di essi nelle sezioni minori (forse e probabilmente sempre per un fattore legato alle licenze). Come da prassi, MLB The Show 20 è uno di quei titoli completamente in lingua inglese e assente di una localizzazione nostrana: consigliamo quindi a chi volesse imbracciare mazze e guantoni per la prima volta, di seguire alcune partite di baseball reali per entrare nel mood e comprenderne appieno le dinamiche.

MLB The Show 20
8.2
Voto 8.2
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Deputy Editor
Classe 90, invecchia bene tanto quanto il vino, anche se preferisce un buon Whisky. Ama l'introspezione, l'interpretazione e l'investigazione, e a volte tende a scavare molto più del necessario. Inguaribile romantico, amante della musica e cantante in erba, si destreggia tra hack n'slash, soulslike, punta e clicca e... praticamente qualsiasi altro tipo di gioco.