Microsoft preoccupa Sony, gli accordi su Call of Duty per PlayStation sono “inadeguati”

Jim Ryan, CEO di Sony non le manda certo a dire a Microsoft: l'accordo per Call of Duty è stato definito "inadeguato sotto molti punti di vista".

Tiziano Sbrozzi
Di Tiziano Sbrozzi - Senior Editor News Lettura da 2 minuti

Secondo quanto afferma il CEO di Sony, Jim Ryan, Microsoft ha promesso di mantenere la serie Call of Duty ancora per tre anni sulle piattaforme della casa nipponica, oltre ai già precedenti accordi pregressi tra la compagnia ed Activision/Blizzard.

Tuttavia in una dichiarazione rilasciata dal CEO americano della casa nipponica ha rivelato che “l’offerta presentatami era inadeguata sotto molti aspetti”: le dichiarazioni sono state rilasciate da Ryan a seguito di alcune domande da parte dei colleghi di GamesIndustry.biz.

Call Of Duty: Modern warfare 2A seguito dell’acquisto da parte di Microsoft della compagnia Activision/Blizzard per un prezzo di $69 miliardi, è nato un certo dissapore tra la casa delle idee americana e quella giapponese, sebbene l’acquisto da parte di Microsoft sia ancora sotto indagine delle autorità inglesi che regolano i principi di concorrenza leale nei mercati.

“Non avevo intenzione di commentare quella che intendevo essere una discussione d’affari privata, ma sento il bisogno di mettere le cose in chiaro perché Phil Spencer ha portato questo nel forum pubblico”

ha affermato Ryan, proseguendo poi così:

“Microsoft ha offerto a Call of Duty di rimanere su PlayStation solo per tre anni dopo la fine dell’attuale accordo tra Activision e Sony. Dopo quasi 20 anni di Call of Duty su PlayStation, la loro proposta era inadeguata su molti livelli e non ha tenuto conto dell’impatto sui nostri giocatori. Vogliamo garantire che i giocatori PlayStation continuino ad avere l’esperienza Call of Duty della massima qualità e la proposta di Microsoft mina questo principio”.

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Senior Editor
Lusso, stile e visione: gli elementi che servono per creare una versione esterna di se. Tiziano crede fortemente che l'abito faccia il monaco, che la persona si definisca non solo dalle azioni ma dalle scelte che compie. Saper scegliere è un'arte fine che va coltivata.