Metroid: Samus Returns Recensione

Simone Lelli
Di Simone Lelli - Editor in Chief Recensioni Lettura da 4 minuti

Diciamocelo: Nintendo ormai è rinomata per avere dei personaggi chiave che, nell’immaginario collettivo, compongono il parco titoli delle console della grande N. Super Mario è un’icona videoludica, Link di The Legend of Zelda è uno dei personaggi più conosciuti di sempre, tra gli amanti delle console portatili e dei giochi divertenti e tranquilli spuntano Pikmin e i simpaticissimi personaggi di Animal Crossing. Insomma, tutte icone videoludiche ormai fissate nel tempo e nello spazio: eppure tante altre sono molto meno note e rimangono impresse solo nella mente dei fan accaniti. Una di queste icone è Samus Aran, eroina conosciuta per il suo ruolo nei titoli Metroid: oggi ci troviamo a recensire, come un salto nel passato, Metroid: Samus Returns, remake sviluppato da MercurySteam ( software house che già ha lavorato su Castlevania, e non è un caso se il genere di giochi di questo tipo si chiamano MetroidVania) del secondo capitolo uscito nel 1992.

Per chi di voi non conosce, Metroid è un platform incentrato sull’esplorazione, con tanto backtracking dato dalla possibilità di sbloccare, nel corso dell’avventura, poteri capaci di farci entrare in zone prima inaccessibili. Eppure, a differenza del vecchio titolo, in questo Metroid: Samus Returns si aggiungono all’arsenale di gioco nuove abilità offensive, capaci di rendere il titolo più adatto ai tempi moderni, sorvolando sulla difficoltà che invece prima si ergeva nel poter soltanto uccidere i nemici in pochi modi. Queste abilità offensive varieranno dall’attacco corpo a corpo (che se fatto con la giusta tempistica, attiverà una sorta di Bullet Time permettendoci di crivellare di colpi il nemico), oppure la chance di poter mirare, restando fermi, gestendo la zona di conflitto con molta tattica.

Graficamente parlando, il gioco mostra la forza di 3DS, capace di rendere con colori e atmosfere ben elaborate, anche pochi poligoni in un paesaggio suggestivo: il 3D non è fastidioso ma lavora bene nel platform, creando quindi scene di combattimento e di esplorazione davvero mozzafiato e, soprattutto, divertenti da giocare.

Piccola digressione va fatta tra questa saga, appunto in stile platform, e quella di Metroid Prime, un FPS con componenti di elaborati enigmi e puzzle tipici della serie: sebbene Prime sia una delle più recenti, molti fan della cacciatrice di taglie hanno sempre domandato a grande richiesta un capitolo vecchio stile, capace di far tornare in mente i bei ricordi che hanno come protagonista Samus Aran. La richiesta è stata accontentata in modo alquanto particolare: sebbene il gioco non aggiunga nulla di nuovo, quasi evitando rischiare, due o tre pizzichi di modernizzazione hanno però reso questo titolo un gioiello nel panorama di una console come il 3DS, capace forse di sfruttare pienamente la portabilità di questa. Le partite brevi, la possibilità di mettere in standbye la console e i punti di salvataggio permettono di giocare (senza scordarsi cosa è successo prima) a sprazzi il gioco, cosa difficile negli ultimi titoli usciti per la portatile di casa Nintendo.

In attesa di Metroid Prime 4, annunciato durante l’E3 2017, non ci resta che spolpare all’inverosimile questo Metroid: Samus Returns, sperando nel ritorno dell’avvenente cacciatrice di taglie in qualche capitolo nuovo dedicato allo stile MetroidVania. Forse l’obiettivo di questo titolo è proprio quello di rendere le generazioni presenti avvezze a questo genere, così da poter, in futuro (e si spera su Nintendo Switch), far arrivare di nuovo Samus nelle vesti che più ci sono note.

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Amante dei videogiochi, non si fa però sfuggire cinema e serie tv, fumetti e tutto ciò che riguarda la cultura pop e nerd. Collezionista con seri problemi di spazio, videogioca da quando ha memoria, anche se ha capito di amarli su quell'isola di Shadow Moses.