Metro Exodus – Guida alle armi

Patrizio Coccia
Di Patrizio Coccia Guide Lettura da 2 minuti

Dalla Russia con amore era il titolo di un film di successo di 007, in questo caso possiamo dire dalla Russia con terrore, perché questo è ciò che proverete addentrandovi con pochi superstiti nella Russia post apocalittica di Metro Exodus, nel terzo videogioco ispirato ai romanzi Metro del giornalista Dmitrij Gluchovskij. La cosa interessante in questo sparatutto è l’armamentario a vostra disposizione estremamente versatile, tutto prodotto o riadattato con materiali di riciclo, che potrete modificare in ogni momento del gioco per accomodarlo ad ogni situazione. In questa guida vi indicheremo le armi a disposizione.

Metro Exodus

Le pistole sono armi maneggevoli e facili da usare, consigliate per le distanze ravvicinate. Una è il Revolver, decisamente tradizionale, l’altra è la Bastarda la cui particolarità è che si inceppa facilmente. Con pochi accessori si possono trasformare in un fucile a media gittata e in una mitraglietta a fuoco rapido.

Dopo l’apocalisse sono rimaste poche armi, per cui la Metro, usando i rottami e materiali di scarto, le ha modificate, ma ha anche creato due nuovi fucili pesanti: A-shot che infligge più danni per colpo, e l’automatico Devastatore che colpisce senza scampo qualsiasi cosa a distanza ravvicinata. E poi ci sono il fucile da cecchino Valvola con caricatori a capienza notevole per combattimenti a distanza, e il pneumatico Tikhar estremamente silenzioso. Infine la pericolosissima balestra Helsing perché ancora più silenziosa, per cui implacabile. Tutte usano proiettili fabbricati dagli scarti.

I fucili antecedenti alla guerra e sopravvissuti alla devastazione sono il Kalash, robusto e letale a medio raggio, e il Bulldog semiautomatico, la cui caratteristica è quella di avere il giusto rapporto tra precisione e peso, questo lo rende l’arma ideale vista l’estrema maneggevolezza.

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Patrizio non era ancora nato quando entrarono in casa la Super Nintendo e Super Mario Bros. Pochissimi anni dopo, insieme a lui, arrivò anche la Play Station, e fu tutta un'altra storia. Aveva 4 anni quando a malapena riusciva a tenere il controller tra le mani, ma non mollò più la presa, imparando a giocare a tutti i generi. Appassionato di musica rap, film fantasy, e con un passato da writer, predilige indiscutibilmente i giochi di ruolo, fortemente affezionato alla serie di Kingdom Hearts di cui conserva l'intera collezione, spin-off inclusi.