Sin dal suo esordio, l’ecosistema di Nintendo Switch si è rivelato perfetto non solo per i classici titoli che hanno caratterizzato il panorama Nintendo, ma anche per piacevoli aggiunte della compagnia o sorprese di terze parti con stili completamente diversi da quello della casa nipponica. Tuttavia, visto il successo ottenuto dal gioiellino ibrido e la schiera di appassionati che ama da sempre i titoli prodotti dalla compagnia, non possono mancare anche dei grandi classici che abbracciano lo stile Nintendo, e permettono ai giocatori di rivivere con la console di nuova generazione alcune esperienze indimenticabili. È proprio questo il caso di Mario Party Superstars, nuovo capitolo della serie arrivato sulla piattaforma dopo Super Mario Party (qui la nostra recensione), che pur abbracciando lo stile di questa famiglia di giochi si presenta con intenti e funzionalità davvero diverse.
Contenuti e nostalgia
Evitando introduzioni troppo lunghe, il nuovo Mario Party Superstars permette di lanciarsi subito nell’azione, interagendo con le – poche ma buone – location inserite nella hub principale. Grazie a queste, risulta possibile decidere come procedere nella propria avventura fra i tabelloni, optando per un giretto in un museo pieno fino all’orlo di nostalgia, per l’avventura principale fra i tabelloni o per il Monte Minigiochi. Nel primo caso, parliamo di semplici contenuti estetici che però incarnano pienamente l’esperienza del gioco, il quale infatti non si presenta come un capitolo nuovo di zecca, e punta a offrire moltissimi contenuti con un occhio di riguardo verso il passato. Attraverso il Monte Minigiochi è possibile invece vivere i titoli singolarmente o prendere parte a diverse playlist interessanti (anche online), e la rimanente modalità principale permette invece di entrare in un tabellone e divertirsi in single player con i bot, online o con gli amici.
Al contrario del precedente capitolo, come accennato, lo sviluppatore NDcube ha pensato a un’esperienza che – quasi in salsa remake – potesse far rivivere ai giocatori che hanno provato i primi 3 capitoli per Game Cube un senso di nostalgia piacevole, non facendo in alcun modo pesare ai nuovi arrivati nella serie i contenuti, che infatti rimangono freschi a distanza di circa 20 anni. Direttamente dalla trilogia per la console Nintendo sono stati presi i 5 tabelloni presenti, divisi per difficoltà, che seppur sarebbero potuti essere sicuramente accompagnati da qualche altra aggiunta, non risultano ripetitivi neanche dopo molte partite, considerando il numero di variabili presenti e gli immancabili minigiochi che si celano dietro ogni angolo.
Impossibile non parlare in questa recensione proprio di loro, veri protagonisti di ogni Mario Party che si rispetti (con Superstars che non fa di certo eccezione). Troviamo un totale di circa 100 esperienze riprese dal passato, e rese del tutto fresche grazie a un lavoro di polishing non indifferente, il quale permette a chi si lancia nell’esperienza di vivere i titoli in maniera decisamente fluida e apprezzabile. Per quel che riguarda i giochi in sé per sé, non abbiamo avvertito neanche dopo molte partite un senso di ripetitività, dato che lo sviluppatore ha scelto le esperienze in maniera piuttosto intelligente, e queste risultano infatti tutte ben variegate e perfette per la rigiocabilità a cui l’esperienza punta. Ovviamente, alcuni minigiochi sono decisamente più riusciti di altri, com’è normale che sia visto il loro numero tutt’altro che contenuto, e per fortuna grazie al Monte Minigiochi è possibile provarli a fondo senza dover per forza sperare di trovarli in una partita standard.
Un’altra novità di quest’esperienza è l’alta possibilità di personalizzazione, in realtà per quel che riguarda tutti gli ambiti. Che si tratti di spendere nel negozio di gioco le proprie monete per dei cosmetici, o si voglia creare la partita perfetta divertendosi con le impostazioni del tabellone, il gioco permette agli utenti di cambiare moltissimi dettagli per vivere le partite nel modo in cui maggiormente preferiscono. Mentre in alcuni casi è possibile prendere parte a degli scontri che superano anche la durata di un’ora, in altri può essere preferibile iniziare delle sessioni brevi, ed è per questo che lo sviluppatore ha lasciato carta bianca ai giocatori, permettendo anche di riprendere una partita interrotta.
Non troppo legato a Switch
Mentre lo scorso capitolo voleva esaltare le feature della nuova ibrida della casa nipponica, Mario Party Superstars punta invece a offrire un’esperienza maggiormente sobria sotto questo punto di vista. Non vengono infatti utilizzate le feature specifiche dei joy-con, o i comandi touch della console, il che se da un lato può essere un aspetto negativo, dall’altro garantisce invece la massima accessibilità e possibilità di giocare in qualunque momento e in qualunque modo. Va specificato che questo capitolo si differenzia dal precedente anche per questo dettaglio, e che sicuramente tale scelta può risultare maggiormente azzeccata anche per questo dettaglio, visto che permette una svolta nell’esperienza non indifferente.
Parlando del comparto tecnico di Mario Party Superstars in questa recensione, ci teniamo a specificare che lo sviluppatore è riuscito a confezionare un prodotto davvero superlativo. Il titolo non offre di certo una grafica rivoluzionaria, e anzi si mantiene sotto quest’aspetto come abbastanza anonimo, grazie a un lavoro ben svolto ma non pensato di certo per lasciare a bocca aperta. Tuttavia, ognuno dei contenuti preso dal passato è pronto a brillare di luce propria sulla console grazie a una giusta scelta della palette cromatica e a un saggio utilizzo delle potenzialità di Nintendo Switch, grazie al quale non s’intravede neanche col binocolo alcun segno di cali del framerate nel corso delle partite, e il tutto risulta estremamente fluido.