Lost Ark: server con problemi? Facciamo il punto della situazione

Lost Ark continua ad avere problemi o l'azienda Smilegate si sta muovendo in fretta per risolverli? Ve lo spieghiamo immediatamente.

Tiziano Sbrozzi
Di Tiziano Sbrozzi - Senior Editor GL Originals Lettura da 7 minuti

Nel mondo videoludico moderno i lanci dei videogiochi sono un momento tremendamente complicato, tanto per l’azienda quanto per il giocatore: certo, viene da pensare che quando dietro a un titolo come Lost Ark c’è un colosso del calibro di Amazon gli errori siano ridotti al minimo ed invece i problemi con i server del gioco sono stati enormi e continuano tutt’ora. Sebbene l’azienda sviluppatrice Smilegate stia facendo del suo meglio per rimettere a posto la situazione, l’effettiva esplosione del gioco (in termini positivi) c’è stata, le aspettative erano di un certo numero di giocatori collegati, sicuramente non così tanti come è stato.

Ovviamente ogni azienda si aspetta il meglio per il proprio titolo, il problema è stata l’eccessiva efficacia della comunicazione probabilmente: il titolo è uscito di fatto già da un anno in Asia ed America del Nord per cui ci si aspettava una certa preparazione da parte del team di sviluppo, ma quando non si conosce come un settore ragiona è facile essere tratti in inganno. Di base in un lancio free-to-play si usa non effettuare degli stress-test o beta vere e proprie (se non a livello interno) ed è “normale” che per quanti dipendenti possa avere un azienda, nessuno aggiunge un milione di persone contemporaneamente connesse.

Lost Ark

Alla luce di quanto spiegato sopra, si fa presto a ragionare che gli sviluppatori di Lost Ark abbiano di base predisposto un campo d’azione per i possibili (non certi, badate bene) giocatori in ingresso, siano questi presenti sui server West America, East North America, Central Europe (quello che ci riguarda nello specifico) e South America, senza poter in alcun modo prevedere un successo così enorme (complice anche la componente “gratuita” del gioco che avrà attratto una generosa quantità di curiosi).

Nonostante le buone intenzioni del team di sviluppo, ad oggi Lost Ark risulta il secondo titolo che conta oltre un milione di giocatori connessi contemporaneamente su Steam. Cosa sta facendo l’azienda per risolvere le problematiche di accesso? Semplicemente ha proposto l’apertura di un nuovo server europeo, in quanto sembrerebbe che proprio nel “vecchio continente” le persone facciano tutt’ora fatica ad entrare regolarmente e per alleggerire il carico si è pensato a questa nuova soluzione.

Certo è che se da un lato l’apertura di un nuovo server porta diversi benefici a chi non ha ancora effettuato alcun accesso, dall’altro è un bel dilemma per chi ha già dedicato qualche ora al titolo e magari riscattato dei bonus ottenuti con l’acquisto dei founder pack, i pacchetti che venivano venduti prima che il titolo fosse lanciato.

Per farsi perdonare degli inconvenienti comunque sia Smilegate che Amazon Games hanno preparato dei bonus per il primo marzo di questo anno: tutti i giocatori che si connetteranno nelle ventiquattro ore del primo marzo avranno diritto ad una mount (un cavallo da guerra) e diversi bonus come pacchetti pozioni, piume revitalizzanti e bombe (consumabili da usare in gioco).

In ogni caso ad oggi risultano essere stati regalati a tutti oltre dieci giorni di “aura cristallina”, un bonus che consente di ottenere sia valuta di gioco giornaliera (utile per acquistare potenziamenti nello shop) sia bonus passivi in gioco per velocizzare l’acquisizione di esperienza sul personaggio e raggiungere l’agognato livello 50. Attualmente, se si prova ad accedere al gioco tutto sommato ci sono code che vanno dalle novecento alle tremila persone (dipende dal server ovviamente, Neria riesce ad arrivare anche sopra i 10.000) e in media si riesce ad entrare in gioco in un tempo che varia dai dieci ai trenta minuti, segno che lo sforzo dell’azienda sta dando i suoi frutti, considerando che al day one e poco dopo le code erano dalle 10 alle 20 mila persone per ogni server e si rischiava di giocare anche dopo tre o quattro ore di attesa.

Lost Ark

Insomma sebbene la ciambella non sia uscita con il buco (non del tutto quanto meno), possiamo dire di certo che Lost Ark non è stato l’unico prodotto ad avere questa tipologia di problemi: perfino l’MMO più famoso al mondo (e pay-to-play) World of Warcraft targato Blizzard al secolo (oggi potremmo dire Microsoft Activision/Blizzard dati i recenti avvenimenti) ebbe non pochi problemi al lancio (e lì si trattava di un gioco a pagamento mensile del resto, per cui in pochi si aspettavano una cosa simile).

Anche lì le code per accedere ai server ci furono, così come anche le code per uccidere i mob: se una missione prevedeva l’uccisione di un mostro da parte di un giocatore e quel mostro era “unico” (nel senso che il gioco ne generava uno ogni tot secondi), provate ad immaginare trecento persone impantanate davanti ad un cespuglio nell’attesa di colpire per ultimi lo stesso nemico. Eppure nonostante tutto, WoW ha prosperato, rivelandosi il Re indiscusso del genere.

Lo stesso non si può dire del cugino di Lost Ark, ovvero New World, congestionato anche lui con problemi di server al lancio e poi martorizzato dalla piaga dei Bot che imperversano nei server rendendo impossibile completare determinate missioni da parte dei giocatori “regolari”. Il futuro per l’MMO isometrico di Smilegate sembra comunque roseo, forte di una componente di giocatori che non si arrende alle problematiche e che continua a voler essere parte di questo ottimo progetto: resta da vedere quanti contenuti verranno rilasciati e come la roadmap si svilupperà una volta completato il ciclo di assestamento. Per tutte le info, guide e novità in merito vi consiglio di seguire il gioco qui.

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Senior Editor
Lusso, stile e visione: gli elementi che servono per creare una versione esterna di se. Tiziano crede fortemente che l'abito faccia il monaco, che la persona si definisca non solo dalle azioni ma dalle scelte che compie. Saper scegliere è un'arte fine che va coltivata.