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Life is Strange True Colors – Recensione, i colori non mentono

Dopo aver raggiunto gli altissimi livelli delle avventure narrative con il primissimo Life is Strange, ormai fra una cosa e l’altra circa 6 anni fa, la saga si è fermata per molti giocatori. Dontnod è stato infatti uno studio che in diversi casi non è riuscito a colpire nel segno nel cuore di alcuni utenti, vuoi perché questi non hanno apprezzato i temi delle successive opere come Life is Strange 2, vuoi per alcuni cambi di direzione che queste hanno presentato, e sembrava che il chiacchierato Life is Strange 3 avrebbe potuto deludere molti. Con un cambio di scena repentino però, la palla è passata in mano a Deck Nine, già noti per aver dato vita a Before the Storm, DLC che ha approfondito la storia di Chloe, protagonista che ha vissuto le vicende del primo capitolo a fianco di Max. Gli sviluppatori sono tornati a farci vivere la loro idea di questo genere con Life is Strange True Colors, che abbiamo avuto modo di provare a fondo in anteprima, e vogliamo approfondire all’interno di questa recensione.

La storia di Alex

Come ogni Life is Strange che si rispetti, ci troviamo davanti a una storia che ha già di per sé dell’incredibile per via della peculiarità degli eventi che hanno luogo, con anche un (in questo caso, una) protagonista che si trova a dover gestire dei poteri soprannaturali. Mentre nel primo capitolo abbiamo visto il tempo in ogni sua sfaccettatura, e con il secondo è stata invece approfondita la potentissima telecinesi di Daniel, questa volta il focus è sulle emozioni, e sui colori immaginari che queste sprigionano. Alex, la ragazza che dà vita alle vicende che avvengono nel paese di Haven Springs, può infatti percepire con la sua super empatia i sentimenti delle persone, almeno i principali come rabbia, tristezza, e simili, riuscendo in alcuni casi a sentire dei pensieri grazie alla loro mente o a degli oggetti con cui hanno avuto a che fare.

Life is Strange True Colors

Il tutto è molto più difficile di quel che si possa immaginare, visto che Alex si trova spesso sopraffatta dalle emozioni che le persone sprigionano, e finiscono talvolta per deviare il suo carattere; le è inoltre possibile fare di tutto per placare i sentimenti di chi le sta vicino. A rendere le vicende importanti non è però il mero potere della protagonista, visto che la tranquilla cittadina in cui va a vivere la ragazza è in realtà molto più profonda di quel che ci si può aspettare, e moltissimi segreti da svelare si nascondono dietro i suoi abitanti e il suo clima magnifico. Una volta trasferitasi da suo fratello Gabe, la protagonista di Life is Strange True Colors assiste alla morte prematura del ragazzo per via di un tragico incidente, avvenuta in circostanze quasi inspiegabili. È qui che il vero carattere della ragazza, uno dei personaggi più importanti e incisivi che abbiamo avuto modo di vedere nella serie, si sprigiona al massimo, e nulla potrà fermarla dal trovare giustizia per suo fratello Gabe, mentre avrà modo nel corso dell’avventura di essergli grata per la seconda vita che condurrà ad Haven Springs.

Un paese da approfondire

Il comparto ludico dell’opera è questa volta molto più importante di quanto non lo sia mai stato in passato, e il titolo intero presenta dei ritmi davvero azzeccati. Lo sviluppatore ha infatti preso la (saggia) decisione di mettere da parte perdite di tempo, fra enigmi noiosi e attività meccaniche utili per allungare il brodo e poco altro, scegliendo invece di offrire tutti gli episodi dell’avventura fin da subito, ed evitando ogni tipo di annacquamento dei contenuti. Il risultato è che il gioco ha una durata che molti potrebbero trovare poco adatta, visto che si parla bene o male di meno di dieci ore se non ci si focalizza particolarmente sulle attività offerte, ma che in realtà è assolutamente perfetta per raccontare le vicende della protagonista senza alcuna fretta, prendendosi il tempo per approfondire la sua storia e quella dei molti personaggi secondari presenti. Non è da escludere la possibilità di concentrarsi sui mille dettagli inseriti ovunque, dalle citazioni al mondo dei giochi da tavolo agli omaggi sulla musica, che più di una volta sono in grado di farsi apprezzare.

Come vogliamo specificare in questa recensione di Life is Strange True Colors infatti, il paese di Haven Springs è più aperto rispetto alle mappe che abbiamo già visto nella serie, e pur non trattandosi di un open world, presenta diversi punti di interesse da tenere d’occhio e varie attività secondarie che è possibile svolgere. Grazie al potere di Alex, si possono infatti scoprire i pensieri di alcuni passanti, sbloccando nuovi dialoghi e possibilità nel corso dei capitoli, e trovandosi a portare avanti piccole storie secondarie del tutto opzionali, le quali tuttavia rendono il titolo ancora migliore per via della loro cura. Non mancano anche alcuni minigiochi sotto forma di cabinati con cui intrattenersi potenzialmente per molto tempo, e delle sezioni piuttosto varie in grado di spezzare la monotonia che la continua sequenza di dialoghi e scelte potrebbe creare. Ovviamente, il tutto resta sempre molto lineare e non si crea per nulla dispersione, ma c’è da dire che questa ampiezza di possibilità fa in certi momenti particolare piacere, e non è anzi d’intralcio in nessuna occasione.

Life is Strange True Colors

Mille scelte da compiere

A rendere ben realizzata l’esperienza di Life is Strange True Colors oggetto di questa recensione c’è senza ombra di dubbio una trama ben congegnata e realizzata su misura per il formato delle avventure interattive come questa. Mentre infatti per diverse sequenze capita di sfiorare appena il pad e ammirare solamente ciò che sta avvenendo su schermo, in altre è possibile rimanere davvero con il fiato sospeso per quello che bisogna decidere. Parliamo di una trama costruita per mettere in difficoltà il giocatore in molteplici occasioni, facendogli chiedere fino a che punto la sua morale si spinge, e se vuole imporre il proprio potere su ciò che avviene nel paese, o semplicemente non ritiene di averne il diritto, preferendo quindi far scorrere gli eventi come dovrebbero.

Insomma, Life is Strange True Colors riesce a nostro parere a riportare inequivocabilmente la serie sul binario giusto, il quale conduce verso un’esperienza ottima sia per chi ha amato il primissimo capitolo e successivi, sia per chi ha deciso di staccarsi dall’epopea per via di alcune scelte prese da Dontnod. Ovviamente, non abbiamo a che fare con il classico titolo action blockbuster, ed è per questo che i contenuti del gioco potrebbero non soddisfare il palato di tutta l’utenza, che però potrebbe riuscire a innamorarsi di questo genere proprio grazie al nuovo gioco di Deck Nine, rispettoso del passato ma con uno sguardo verso il futuro.

A rendere gli eventi ancora più coinvolgenti abbiamo infatti anche un comparto tecnico piuttosto migliorato, il quale evidenzia le espressioni facciali dei personaggi con estrema cura e crea un mix perfetto fra la grafica colorata che lo stile della serie Life is Strange sfrutta e le rappresentazioni videoludiche realistiche. Nonostante una volta finito l’ultimo capitolo si possa sentire un senso di soddisfazione e completezza per come il tutto è stato strutturato, non sappiamo se la software house deciderà di ampliare il seguito con contenuti di approfondimento, considerando che il primo DLC dedicato a Steph arriverà nella giornata del 30 settembre 2021.

Life is Strange True Colors

9

Life is Strange True Colors è un titolo davvero pregevole, un'avventura interattiva che tutti gli amanti del genere potrebbero amare alla follia, per via dei temi che tratta e della cura che lo sviluppatore Deck Nine ha riposto nella sua nuova creatura. Mentre la serie si evolve sotto pressoché ogni prospettiva, la protagonista si configura come forse la migliore vista fino a oggi, e ci fa ben sperare per l'imminente DLC di Steph e per prossime iterazioni del brand.

Andrea Pellicane
Nasce nel 2000 già possessore di una Playstation 1 e già appassionato di videogiochi. In tenera età scopre il mondo dell’informatica ed inizia la sua inutile corsa verso la bramatissima Master Race. Nonostante la potenza di calcolo sia la sua linfa vitale è alla perenne ricerca della varietà e di titoli indie che piacciono solo a lui, incurante del fatto che potrebbero funzionare agevolmente anche su un tostapane. Viene spesso avvistato mentre effettua incomprensibili ragionamenti (soprattutto per lui) legati all'economia. Eccelle particolarmente nel trovare i momenti meno opportuni per iniziare e divorare intere serie TV.

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