Sono molti i giochi che alla loro rivelazione incuriosiscono molto i giocatori, quelli che al primo trailer ti rapiscono grazie a concept ispirati, o che si rifanno senza troppi complimenti a produzioni esistenti. Tuttavia, quelli che all’effettivo riescono a rivelarsi dei veri capolavori – o quasi – si contano sulle dita di una mano. Lies of P prende forma negli studi coreani di Neowiz e Round8, e in questa recensione, tra magie e bugie, vi racconteremo se questo nuovo “sekiborne” è degno delle grandissime attese che gli si sono costruite attorno.

La città del progresso

Lies of P prende la sua ispirazione dalla famosa favola di Pinocchio di Carlo Collodi, e il nostro protagonista sarà proprio il famoso burattino di Geppetto… che tuttavia sarà ben diverso da come lo conosciamo. Questo Action RPG di stampo souls infatti è ambientato in una sorta di Belle Époque in chiave Teslapunk, in una città che deve la sua grandezza e la sua fama proprio alla nascita dei burattini meccanici. Questi automi sono infatti l’orgoglio della città di Krat, e devono la loro unicità al particolare potere che li alimenta, l’Ergo, una sostanza di cui sulle prime battute non conosceremo bene l’origine, ma che impareremo ad usare a nostro vantaggio.

Il nostro risveglio avverrà un po’ a la Zelda maniera, con il nostro Pinocchio che verrà risvegliato da una gentile voce femminile, che inizierà a guidarlo verso il luogo dove riceveremo le prime spiegazioni su ciò che sta accadendo.

La strada non sarà facile, perché non appena ci sveglieremo capiremo che la stessa città di Krat è in rovina, con l’intera “popolazione” di burattini in preda a una feroce frenesia che li rende aggressivi contro gli umani… ed effettivamente di persone vive ne incontreremo davvero poche. Tutto ciò è contro ogni previsione, perché tutti i burattini dovrebbero seguire le 4 regole del Grande Patto, imposte al momento della creazione (ispirate alle leggi della robotica di Asimov).

Il viaggio che intraprenderemo nelle vesti del nostro burattino meccanico sulle prime sembra proprio votato a salvare la città dall’enorme tragedia che la affligge, ma cosa nasconde Krat davvero? Quali oscuri segreti verranno a galla grazie al nostro Pinocchio? Non ci dilungheremo oltre per non togliervi il piacere della scoperta.

Tutta un’altra favola

Dedichiamo una piccola parte a quella che probabilmente è la domanda sul gioco che molti si staranno facendo. Sì, i riferimenti alla favola (o meglio, alla raccolta di racconti) di Pinocchio all’interno di Lies of P sono davvero parecchi, e sia chiaro che si parla soprattutto degli scritti, siamo ben lontani dalle vibes fiabesche ad esempio del lungometraggio animato di Disney. Ad esempio le azioni che compiremo, la musica che ascolteremo tramite i vinili, o le bugie che diremo ci “smuoveranno” qualcosa all’interno, come se il cuore di P si stia riempiendo di “umanità”. Che sia legato anche a qualche finale particolare?

Poi vengono proposti diversi personaggi classici, alcuni in modo più evidente e alcuni più velatamente: dal Gatto e la Volpe alla Fata Turchina, da Geppetto a… beh, molti altri. Sarà una sfida nella sfida cercare di riconoscerli, cosa che vi riuscirà più facile soprattutto se conoscete i racconti originali di Collodi.

Un burattino da guerra

Il nostro protagonista è il capolavoro di Geppetto, che grazie al suo Braccio della Legione (un braccio meccanico) e al suo “Organo-P” è in grado di sviluppare e migliorare le proprie capacità, ovviamente sfruttando anche il potere del misterioso Ergo (equivalente delle anime per i souls e una delle valute di gioco). Chiaramente avremo bisogno di migliorare gli attributi del nostro protagonista, anche in base alle armi che decideremo di utilizzare.

Oltre ai classici Vitalità e Vigore, avremo dalla nostra anche la “Capacità“, che aumenterà la capienza della Legione da utilizzare nel braccio e aumenterà il peso massimo trasportabile, poi la Forza Motrice (equivalente della Forza), la Tecnica (equivalente della destrezza), e lo Sviluppo, altra caratteristica che potremo trovare in armi e braccia della Legione ma che aiuterà anche ad aumentare le resistenze agli status alterati.

A un certo punto del gioco si sbloccherà la possibilità di effettuare il respec delle caratteristiche, ma anche delle abilità sbloccate nell’Organo-P, e addirittura delle Braccia della legione, ma che costerà degli Zecchini d’oro (la seconda valuta del gioco, che servirà per acquistare anche un altro tipo di oggetto).

Il Gatto e la Volpe. Ce la racconteranno buona stavolta?

Ovviamente poco fa si è parlato solamente delle caratteristiche base, ma P potrà sfruttare diversi altri metodi per potenziarsi o fare del male ai nemici, quali i classici oggetti da lancio esplosivi, o contundenti, o alcuni un po’ più particolari da equipaggiare. Tra questi ad esempio ci sono le mole: P ne ha una di deafult che riparerà la durabilità dell’arma qualora si usurasse, e a utilizzo infinito, ma ne possiamo trovare o acquistare diverse altre che impregneranno per un determinato periodo di tempo la nostra arma di un effetto speciale, che sia un elemento o altro.

Tra Bloodborne e Sekiro, la nascita del “Sekiborne”

Come era già chiaro ai giocatori dopo aver provato la demo, Lies of P è il perfetto connubio tra due degli stili di Action RPG creati dai maestri di FromSoftware, un connubio che, ancora più di Thymesia, possiamo definire “Sekiborne”. Procediamo però per gradi.

Con la mano destra P reggerà la sua arma primaria, che utilizzeremo per attaccare i nemici (con attacchi base, pesanti, caricati e/o abilità speciali dell’arma) ed effettuare parate, mentre la sinistra sarà il citato Braccio della Legione: questo sarà intercambiabile, perché durante il gioco ne sbloccheremo diversi con poteri differenti. La Flamberga ad esempio sarà una sorta di lanciafiamme, il Fulminis elettrizzerà i nemici, o ancora l’Occhio di Falco ci farà sparare dei colpi esplosivi a distanza. Oltre a quello base, che sarà un semplice attacco di pugno potente, ne saranno disponibili ben 7 (ma ve li dovrete sudare).

Vedere la cattedrale per la prima volta farà un bell’effetto

Già da questo si intende bene quanto il gameplay abbia già un punto di partenza vicino a Sekiro: Non parliamo di rampini e mappe verticali da scalare, ma abilità del braccio intercambiabili e tempismo perfetto richiesto per le parate perfette. Queste faranno si che l’arma dei nemici venga danneggiata, e che non subiremo danni (se pareremo normalmente alcuni passeranno). Parate e attacchi pesanti caricati fanno si che il fattore “sbilanciamento” del nemico si alzi: non è un fattore noto a schermo, ma quando saranno stordibili comparirà una cornice bianca sulla vita del nemico; quando accadrà, potremo effettuare un altro attacco caricato e stordirli definitivamente, effettuando un Attacco fatale.

Vicino a Bloodborne vediamo invece ovviamente, oltre allo stile di gioco più dinamico, anche una marcata similitudine grafica, non tanto delle ambientazioni di Lies of P (che solo in alcuni casi si avvicinano allo stile vittoriano di Bloodborne, ma in questo caso si parla di Belle Époque), ma anche all’aspetto dei vari dettagli a schermo, dai font dello scritto, alle barre, a un po’ tutto il resto. Anche il tipo di progressione nella storia è molto simile, con zone concatenate tra loro fino al raggiungimento di un obiettivo, per poi ripartire verso un’altra “zona 0” partendo dall’HUB.

Altre caratteristiche chiave dei souls sono ovviamente presenti, come gli attacchi alle spalle, attacchi in caduta, schivata, il peso che influisce su velocità e schivata, shortcut da sbloccare, gesti, missioni secondarie e NPC, respawn dei nemici al riposo, un Hub centrale… insomma, un action RPG in piena regola con tutti i crismi del caso, ma con molte cosette in più. Cambia un po’ il recupero dell’Ergo alla morte, dato che la quantità che potremo recuperare diminuirà ad ogni colpo che riceveremo! Cosa estremamente pesante, ma che potrebbe addirittura venirci in aiuto se ad esempio moriremo una seconda volta più nelle vicinanze della prima, dove comunque non vedremo sparire l’intera quantità dell’Ergo perduto.

Tra le peculiarità di Lies of P, troviamo anche la “Favola”, una sorta di “Mana” che si ricaricherà a suon di colpi inferti ai nemici (o tramite l’apposito oggetto). Con la Favola potremo attivare le abilità dell’arma e dell’impugnatura che abbiamo equipaggiato, infliggendo danni, aumentando alcune caratteristiche, o in alcuni casi trasformando l’arma e cambiando il moveset (anche questo avvicinandoci al buon BB).

Infine, per curarci utilizzeremo un oggetto che si chiama Cella a impulso, che fa le veci delle varie incarnazioni delle cure ricaricabili ad ogni riposo. La differenza sta che se rimaniamo a zero, come per la Favola, possiamo ricaricarne una a suon di colpi ai nemici: Cosa molto comoda, ma non a buon mercato! Questo è attuabile sempre, anche più volte con lo stesso try.

Arsenale e build

Le armi primarie possono essere di differente tipo e peso: contundente, fendente, affondo… ma parlarne così è riduttivo, dato che potremo smontare la lama (o comunque la parte alta) dell’arma e montarla su impugnature diverse. In questo modo creeremo delle armi tutte nuove, con delle abilità, moveset e caratteristiche che saranno il mix delle parti che abbiamo scelto. Solo le armi speciali, ottenute scambiando l’Ergo dei Boss, sono uniche e non smontabili. Chiaramente potenziarle sarà fondamentale: potenziare la lama ne aumenterà i danni, mentre modificare le impugnature sbilancerà le caratteristiche base da cui proverrà il bonus del danno.

Abbiamo parlato dell’Organo-P: questo è niente meno che il cuore di Pinocchio, che dopo il terzo boss di storia verrà sbloccato. Questo è diviso in fasi da 4 fulcri, ognuno che potrà essere riempito con delle abilità scelte da noi: per ogni fulcro completato, si sbloccherà l’abilità o la caratteristica corrispondente. Insomma, 2 al prezzo di 1! Per riempire il fulcro avremo bisogno però di un oggetto specifico, il Quarzo: ad ogni quarzo corrisponderà un’abilità. Sembra complicato, ma sarà più semplice farlo che capirlo. Un’immagine qui in basso ve lo mostra.

Con 2 quarzi abbiamo riempito gli slot in basso, e si è attivata l’abilità che ci dona una cella a impulso aggiuntiva

Il resto della build di P si completerà con diversi tipi di parti da difesa, che andiamo ad elencare per comodità:

  • Amuleti: equipaggiarli ci darà diversi tipi di bonus, come più vita, o meno peso, energia migliorata, e tanti tanti altri
  • Struttura: ha la forma di un anello, migliora il tasso di riduzione di danni fisici, ma più sono buoni, più pesano
  • Convertitore: ci dona diverse difese ai danni da status alterato e resistenze, anche in questo caso il peso aumenta
  • Cartuccia: parti che influiscono sui sistemi circolatori, migliorano le resistenze agli status speciali (frattura, scossa e malfunzionamento)
  • Rivestimento: uno strato interno che assorbe i danni fisici di vario tipo (fendente, perforazione, impatto).

L’equipaggiamento va a completarsi con il vestiario e con la maschera, elementi puramente estetici, ma dal sapore estremamente gustoso e che spesso ci racconteranno anche qualcosa in descrizione.

Gli slot Favola, quelli per i collezionabili, e quelli degli amuleti, potranno aumentare potenziando l’Organo-P

Una lunga ammaliante favola

Lies of P è un gioiello di rara bellezza, sia per aspetto tecnico, sia per carisma, nonostante qualche acciacco di troppo che sulla lunga viene a mostrarsi. Partiamo col dire che gli amanti del genere non verranno affatto delusi sul piano della fantasia per le build e per la durata: un giocatore medio, in base alla propria abilità e al proprio gusto di lettura ed esplorazione, non impiegherà meno di 20 ore per finire il gioco con tutti i crismi del caso, che possono arrivare tranquillamente a 35 se ci mettiamo di mezzo il farming e i vari tentativi con le zone e i nemici più ostici. La nostra prima run ne ha richieste ben 40. In tutto questo tempo verremo accompagnati da una colonna sonora splendida, e da un doppiaggio estremamente ben riuscito.

Questo perché i nuovi giocatori difficilmente rimarranno impassibili al fascino di alcuni luoghi, della storia, e soprattutto alle varie possibilità che il gioco offre man mano. I colpi di scena poi, non mancheranno affatto.

La varietà dei nemici è perfetta, calcolando che sulle prime battute si possa pensare erroneamente che i burattini siano l’unico tipo di minaccia pronta a distruggere i nostri circuiti. Stessa cosa vale per il level design, che man mano che si avanza diventa sempre più interessante e “maledetto” per le varie trappole, anche se mantiene sempre quella certa linearità di fondo di cui vi parlavamo.

Sul piano tecnico il gioco gira in modo eccellente su PS5, e sono davvero rari i momenti in cui il gioco perde dei frame. Graficamente i dettagli sono incredibili (il motore utilizzato è l’Unreal Engine), e la cura posta nelle animazioni diventa croce e delizia del gioco.

Burattino burattinaio… brutta bestia!

Se volessimo trovare comunque dei difetti a livello tecnico però, nel gameplay ce ne sono alcuni che possono far storcere il naso. Alcuni di essi sono legati ai boss: ad esempio alcune hitbox dei nemici sono “un po’ dubbie”, con colpi che arrivano a volte senza una ragione precisa o in seguito a una schivata perfetta, oppure la telecamera che in arene chiuse da muri perde traccia del personaggio impedendoci di vedere cosa sta capitando. Abbiamo notato anche che l’indole dello Spettro (che possiamo evocare per aiutarci nelle bossfight tramite i Frammenti di Stella) è quella di partire all’attacco in stile kamikaze, con una buona utilità da capro espiatorio, ma che difficilmente prova a difendersi o a schivare gli attacchi nemici. Insomma, la sua IA è ben da rivedere.

Il problema che però in molti potrebbero trovarsi di fronte è legato proprio alle animazioni: più simile ad altri soulslike meno dinamici, per effettuare una schivata o una parato dovremo comunque aspettare che l’animazione in corso sia finita, quindi dovremo scegliere attentamente sia quando iniziare la schivata, sia la parata, sia un attacco. Alzare la spada per parare richiederà tempo, cos’ come affondare un colpo con la spada… e se nel frattempo venite colpiti, sayonara. Non si tratta di un difetto tecnico in sé perché fa parte del gioco, ma a causa di ciò a volte viene “annullato” l’input successivo, non facendo partire la cura, o la corsa, o un attacco (se ad esempio anticipiamo la pressione di un millisecondo).

Alcuni nemici sono stati creati con malsana arguzia

Ultimo piccolo problema, ma più che risolvibile sulle prime battute, ci è sembrato che lo sbilanciamento tra i boss principali e i boss principali massimi (capirete) sia davvero grande, tanto che alcuni boss più avanzati ci sono sembrati meno pericolosi di quello di metà gioco. Non abbiate paura, perché le ultime zone e gli ultimi boss daranno filo da torcere anche ai giocatori migliori.

La fine non è a fine

Come ogni Action RPG di stampo souls vuole, alla fine del gioco potrete scegliere di iniziare una nuova partita+. Molte delle caratteristiche di questa sono le classiche, quindi mostri più forti, equipaggiamento che rimane tutto (armi, Braccia della Legione e così via), così come i livelli e i vestiti, ma ci sono altre aggiunte che bisogna tenere in considerazione.

I nemici non sono solo burattini, ma anche… beh, di altro genere

Prima di tutto ci verranno tolti, ovviamente, tutti i collezionabili come documenti e chiavi, e tutti gli oggetti dei venditori torneranno al livello standard. Avremo però fin da subito accesso agli Zecchini d’oro, che nella prima run sbloccheremo solo quasi alla metà, e sbloccheremo anche una fase successiva dell’Organo-P (fase 6): questo ci darà quindi la possibilità di potenziarci ulteriormente, e non è detto che non venga sbloccata anche una fase 7 an NG+2 (al momento della stesura non l’abbiamo raggiunto ancora).

Ultima cosa che citiamo, ma non per importanza, il fatto che ora il nostro Pinocchio avrà qualcosa di diverso, che non noterete subito, ma quando raggiungerete il primo Boss: come accadeva ad esempio in NieR Automata, con il New Game+ saremo in grado di capire quelle frasi prima incomprensibili che i vari burattini pronunciavano durante le battaglie. Chissà che ne venga fuori qualche informazione interessante?

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Lies of P

9.6

Lies of P è un titolo imperdibile per qualsiasi giocatore che ami gli Action RPG, e senza dubbio alcuno il Soulslike migliore mai creato che non sia uscito dagli studi di FromSoftware. Una sfida a cui il giocatore riuscirà ad adattarsi in base alle sue volontà, con un carisma da vendere e delle trovate geniali nel rivisitare un classico intramontabile come Pinocchio. Al netto di alcuni difetti che non lo rendono il titolo perfetto, Lies of P è il videogioco che permette Neowiz e Round8 di guadagnarsi un posto a sedere tra i grandi.

PRO
  • Trama e colpi di scena
  • Il Sekiborne per eccellenza
  • Artisticamente un gioiellino
  • Il New Game+ apre nuove prospettive
CONTRO
  • Alcune piccole incertezze tra animazioni e gamepaly
Gianluigi Crescenzi
Classe 90, invecchia bene tanto quanto il vino, anche se preferisce un buon Whisky. Ama l'introspezione, l'interpretazione e l'investigazione, e a volte tende a scavare molto più del necessario. Inguaribile romantico, amante della musica e cantante in erba, si destreggia tra hack n'slash, soulslike, punta e clicca e... praticamente qualsiasi altro tipo di gioco.

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