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Le Biblioteche di Roma incontrano i videogames al GameRome

Oggi è stato il primo grande giorno di questa bellissima manifestazione videoludica, GameRome – La città dei Videogiochi, che sappiamo andrà avanti per altri tre giorni oltre questo. Il grande festival internazionale del videogioco porterà sui vari palchi ospiti illustri, ed ha iniziato il valzer delle conferenze non solo della giornata, ma dell’intera manifestazione, facendo salire sul palco tre esponenti delle Biblioteche di Roma: Patrizia Peron, Paola Tinchitella e Martina Marsano. Sicuramente vi starete chiedendo cosa c’entrino le Biblioteche di Roma con i videogiochi… nulla di più semplice, perché siamo più vicini al senso stretto del lavoro svolto dalle biblioteche, bibliotecari italiani e non solo più di quanto ci si possa immaginare:biblioteche-di-roma

“La Biblioteche di Roma come centri di cultura aperti ad altri linguaggi di comunicazione”

A prendere la parola inizialmente è stata la dottoressa Patrizia Peron, che ha spiegato alla platea come i videogiochi stiano entrando e entreranno sempre di più a far parte del patrimonio multimediale di questi importanti centri culturali. Dopo tante peripezie e contraddizioni, dunque, il videogioco entra finalmente a far breccia nelle istituzioni culturali che si aprono ed accolgono questo nuovo linguaggio di comunicazione, come ad esempio ha fatto proprio la biblioteca Collina della Pace, che ha organizzato addirittura una parte della sua struttura per accogliere proprio questo tipo di linguaggio culturale.

Questa bellissima iniziativa della biblioteca sopra citata però non ha incontrato poche difficoltà poiché i videogiochi non sono libri, ma soprattutto serve prima accrescere la consapevolezza e la cultura su questo mondo approfondendo anche il valore culturale dei prodotti da poter e dover inserire nel patrimonio delle tante biblioteche; inoltre logisticamente la conservazione fisica o digitale degli stessi richiede appositi strumenti che ad oggi non sono facilmente reperibili per via di fondi non conformi stanziati dal comune. La dottoressa Peron ha però proseguito il suo discorso portando un’altro esempio di cultura nei videogiochi parlando di “Bound“, considerato dalla critica un gioco realizzato male, ma che riuniva un mix di diversi linguaggi comunicativi, anche al livello artistico davvero di altissimo spessore. Ispirato all’arte astratta (neoclassicismo, supernaturalismo) questo riprende le azioni della danza classica, dotato di una forte componente narrativa, composizioni musicali originali e sviluppato seguendo il modello del ballo della famosa ballerina reale Maria Udodbiblioteche-di-roma-1

“Esiste un libro per tutti” Con questa logica, si pensa di ampliare la cultura dei videogiochi trovando il genere più adatto ad ogni persona. I giochi sono prodotti culturali ed hanno un proprio valore artistico (Manifesto Unesco); utilizzarli per attrarre una nuova fascia d’utenza come fine sociale. Così ha concluso la sua introduzione la dottoressa Peron, lasciando la parola alla responsabile della biblioteca Collina della Pace che ha portato sul palco della conferenza tutta la sua esperienza realizzata fino ad oggi e degli obiettivi ultimi della struttura:

  • Offrire più servizi in linea con le aspettative dell’Utenza.
  • Sfruttare i videogiochi come mezzo di socializzazione, rottura dei muri tra le persone, favorire conoscenze tra le persone anche fuori dal mondo videoludico.
  • Partendo dalle immagini dei videogiochi, organizzare una mostra di arti miste che possa esprimere le emozioni derivate dalle esperienze videoludiche.
  • Utilizzare i videogiochi come strumenti terapeutici e come forma d’arte.

A concludere questa bellissima ma soprattutto interessante conferenza è stata la dottoressa Martina Marsano, che si è occupata di aprire le porte del videogioco al mondo dell’educazione, anche per adulti, visto che il videogioco tende a scomparire man mano che si cresce, soprattutto all’interno di un contesto educativo e lavorativo. La dottoressa Marsano si è focalizzata su un concetto quasi puramente istruttivo, analizzando un contesto che molto spesso non viene considerato:

“Giocare è l’esperienza più comune che ci possa capitare. Giocare è importante al livello del sapere e del fare. Giocare dà le basi per un mondo governato da regole e in cui tutti si rispettano, tanto che quando si gioca bambini, calciatori e scacchisti lo fanno con la massima serietà senza la minima tendenza a ridere. Attraverso il gioco conosciamo l’ambiente circostante e noi stessi. Grazie ad esso siamo in grado di prendere decisioni, comunicare e risolvere problemi, più il gioco è presente nella vita, maggiore è il benessere della persona”.

Il discorso intrattenuto dalle tre esponenti delle Biblioteche di Roma è stato davvero istruttivo e riflessivo, questo non solo per il concetto puramente intrinseco del discorso ma anche grazie al loro voler tendere la mano ai reali fruitori dell’iniziativa, cercando quasi sempre un dialogo e un dibattito con tutti i presenti in sala, che in molti casi è riuscito a fornire ad entrambe le parti spunti per migliorare e cambiare il modo di approcciarsi e offrire il servizio all’utente finale. Finita la conferenza, inoltre, ho potuto porre alcune interessanti domandi alle relatrici della conferenza che mi hanno accolto piacevolmente e dedicato un po’ del loro tempo. videogiochi-e-llibri

Da dove è nata l’idea di questo interessante progetto?

All’interno dell’ufficio delle attività culturali delle Biblioteche di Roma si è venuta a formare la nuova figura che si occupa della promozione degli “altri linguaggi” e con essa ci interroghiamo, “quali sono gli altri linguaggi”? E il videogioco non poteva non essere oggi uno dei linguaggi culturali più importanti del nostro tempo .

Cosa intendete esattamente con la definizione “altri linguaggi” e da dove proviene questa direttiva?

Noi siamo del comune di Roma e come tutti i bibliotecari delle biblioteche di pubblica lettura non solo italiane seguiamo delle direttive provenienti dal manifesto dell’UNESCO, un documento condiviso da tutte le strutture nazionali e sovranazionali. Il manifesto promuove tutte le forme di espressione proprio per dare risposta a tutte le persone, perché le biblioteche dovrebbero poter rispondere all’esigenza di più utenti possibili. E proprio per questo motivo non possiamo assolutamente trascurare il mondo dei videogiochi;

Obbiettivi del progetto in questo momento?

Offrire un servizio sicuramente esteso a tutti. Anche se al momento stiamo acquisendo le informazioni necessarie, per poter come obiettivo nel breve termine riuscire a “capire”; siamo ancora all’inizio del percorso sperimentando grazie alla biblioteche Colline della Pace, che nello stesso stabile è riuscita ad offrire più servizi nello stesso momento grazie ad una giusta gestione degli spazi e degli ambienti. In fin dei conti la Biblioteca è un centro di aggregazione culturale per tutte le persone indipendentemente dall’età, il sesso, la provenienza geografica. Ci teniamo a sottolineare che noi non stiamo cercando del pubblico perché siamo vuote, al contrario siamo piene, realmente a noi non interessa essere piene ma ci interessa arrivare a tutti.

Ma come mai l’iniziativa di Colline della Pace tesa a dedicare una parte della struttura al gaming non ha raggiunto in maniera piena tutti gli utenti?

Questo è stato un collegamento che ci è mancato, noi abbiamo promosso l’iniziativa ovviamente sui nostri canali, forse c’è stato uno scollamento tra istituzioni e appassionati, come accade su molte cose. Quando ha aperto la struttura, sia sul sito istituzionale che sulla pagina bibliotu abbiamo spostato il focus proprio su questa iniziativa perché era una novità assoluta.

Come pensate di sopperire a questa mancanza?

Dobbiamo sicuramente cercare di assorbire del personale che riesca a colmare il gap, portando una ventata di aria fresca e che ci permetta di fare “rete” con questo nuovo per noi ambiente ludico e culturale.

Così dopo questa breve ma intensa intervista abbiamo concluso l’incontro con le Biblioteche di Roma, che per dovere di cronaca dobbiamo dire essere stato molto istruttivo, capace di farci aprire gli occhi su questo movimento istituzionale che tende la mano al videogiocatore prima e al futuro poi, e che non dovrà essere assolutamente sottovalutato anzi al contrario andrà sostenuto. Spero che tutti gli appassionati di videogiochi e non solo inizieranno a fare del proprio meglio per migliorare l’ambiente che li circonda perché troppe volte ci si dimentica che le istituzioni sono fatte di cittadini proprio come noi che hanno bisogno del nostro aiuto e del nostro sostegno per poter crescere ed offrire un servizio di utilità generale sempre migliore e fruibile da più utenti possibili.

Alessio Cialli
Eclettico personaggio, ha iniziato la sua carriera videoludica con un Commodore 64. Si consacra nei titoli Platform, Stealth e GDR. Titolo preferito: Alex Kidd in Miracle World "Sega Master System", gioco più vecchio di lui!

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