La guerra di domani – Recensione di un’epopea non troppo articolata

Eccovi la nostra recensione de La guerra di domani. Un film che guarda al passato del proprio genere imbastendo un discorso piuttosto umano.

Nicholas Massa
Di Nicholas Massa Recensioni Lettura da 7 minuti
7
La guerra di domani

La Terra sta vivendo il suo consueto scorrere fatto di incoerenze, violenza, sopravvivenza e incoscienza verso ciò che verrà, quando uno strano varco si apre mescolando tutte le carte attuali e andando inevitabilmente a toccare l’equilibrio del presente e del futuro ipotetico. Questo è l’incipit de La guerra di domani ed è fondamentale comprenderne l’importanza in una recensione. L’incoscienza e l’inconsapevolezza sono infatti alla base del film firmato da Chris McKay, con un sentimentalismo molto particolare che guarda parecchio al passato, toccando alcuni cult della storia del cinema, nel suo processo creativo. Fin dal suo annuncio questa pellicola, attualmente presente nel catalogo di Amazon Prime Video, ha attratto la curiosità del pubblico, pur non dimostrando troppa innovazione nel genere di appartenenza, la fantascienza d’azione, mista a guerriglia e con qualche spunto horror accennato qua e là. Resta quindi da vedere come ciò che ci è stato mostrato nelle immagini di presentazione è stato sviluppato nella costruzione di un puzzle che ci ha colpiti, ma anche rammaricati per alcune cose.

La nostra recensione de La guerra di domani e ciò che ci ha trasmesso 

La guerra di domani si apre in medias res, con una scena d’azione totalmente decontestualizzata, per poi tornare a somigliare a un film qualunque, a una delle più classiche storie americane in cui ci si potrebbe imbattere. L’eccesso dei primi secondi, infatti, viene immediatamente sostituito da un quartiere borghese costruito in serie, una famigliola semplice negli ideali (un modello riscontrabile in tantissime altre storie) ed un protagonista (Chris Pratt) non propriamente insoddisfatto della sua vita, ma che aspira a qualcosa di più, a un salto, presentandosi dunque in attesa di un qualcosa che parrebbe non arrivare mai. L’introduzione di queste dinamiche risulta inevitabilmente familiare, in una struttura narrativa non tropo differente dai precedenti lavori che si sono mossi sulla medesima lunghezza d’onda. Nonostante allo spettatore non venga dato troppo tempo per comprendere quello che ha davanti tramite le parole, ci pensano le immagini a descrivere minuziosamente quanto accade. 

Poi tutto cambia, e con esso lo stile generale del film ritorna alla prima sequenza suddetta. Un portale si apre in un campo da calcio e alcuni militari piombano nel presente per annunciare che 30 anni nel futuro l’umanità avrebbe dovuto affrontare una minaccia aliena fatalmente complessa. Da qui si avviano tutti gli eventi di trama principale ad aprire le danze di questa pellicola non troppo complessa nel suo insieme, ma comunque interessante ed intrattenente. 

La guerra di domani recensione

Un semplicismo ricolmo d’azione

Il centro focale del film resta dunque l’azione e soprattutto il mistero intorno a quello che questo futuro, apparentemente tragico, nasconde e attende di mostrare. L’intero viaggio viene vissuto, dallo spettatore, esclusivamente attraverso il punto di vista di Dan Forester, il protagonista suddetto, attraverso gli stessi identici dubbi e le stesse domande che tormentano il suo presente. La percezione di ciò che avviene e potrebbe avvenire è un altro degli strumenti di cui si serve il regista de La guerra di domani, nota che ci sentiamo di sottolineare in questa recensione. Fuso a tutti questi elementi troviamo un notevole focus sul lato umano. Il regista, infatti, si sofferma tantissimo sull’umanità dei propri personaggi e su tutte quelle piccole imperfezioni necessarie per renderli tali, questo anche a discapito del contesto fantascientifico generale. Gli sviluppi di trama sono caratterizzati moltissimo da questo genere di piccolezze, gettando le basi di una storia che si concentra moltissimo intorno a quello che i personaggi provano, vedono e sentono, gli uni verso gli altri.

Ne fuori esce un approccio quasi antropologico per certi versi, fuso a un semplicismo di contorno generale. Questa è una delle più grandi pecche del film: il fatto di spiegare poco e velocemente quanto avviene e il perché di questo. Le scene d’azione catturano dalla prima all’ultima, con una CGI ben realizzata e credibile, anche se con qualche momento di singhiozzo qua e là. Quando però si torna all’approfondimento ambientale e contestuale, i punti di domanda restano all’ordine del giorno, muovendo i fili di una trama molto più soggettiva (connessa con le motivazioni personali del protagonista) che non un qualche tipo di ragionamento più ampio. E’ questo soggettivismo umano il carburante principale de La guerra di domani, curiosamente, non tanto quanto avviene o  quello che è giusto fare, ma quello che si prova, sottolineando l’importanza dei legami col prossimo. Un film, dunque, che alterna più tematiche e momenti estetici, con accenni che sfiorano paura e tensione, momenti di azione pura, e sentimentalismi privati in stile dramma (con citazioni a film come The Edge of Tomorrow).

La guerra di domani recensione

Valore interpretativo ed approfondimento familiare 

Tutto comincia con questo protagonista, anche la nostra recensione de La guerra di domani, e con lui si sviluppa. Dan Forester è il ritratto dell’essere umano che vorrebbe di più, che vorrebbe stringere fra le mani la possibilità di fare qualcosa di speciale, e si sente destinato a farlo, si sente destinato a cambiare il mondo, in un certo qual modo. Questo suo desiderio si concretizza in un ragionamento che lo muoverà lungo i meandri di tutto il film, portandolo a riflettere sulla sua attuale condizione sociale ed umana, su tutto quello che ha costruito fino a quel momento, e sul fondamentale valore che la vita stessa ha o potrebbe avere. Dan ha una splendida moglie e una figlia, e adesso ha una possibilità, forse quella che ha sempre cercato (o forse no). Forse, più che di una possibilità, si tratta di una vera e propria condanna. Queste sono tutte le domande principali dietro a La guerra di domani, portate avanti attraverso una regia non troppo virtuosistica, una fotografia ballerina, e attori come Chris Pratt e Yvonne Strahovski estremamente credibili e pronti a valorizzarne i momenti più intensi. 

La guerra di domani
7
Voto 7
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Adora i videogiochi e il cinema fin dalla più tenera età e a volte si ritrova a rifletterci su... Forse anche troppo. La scrittura resta un'altra costante della sua vita. Ha pubblicato due romanzi (a vent'anni e venti quattro) cominciando a lavorare sul web con varie realtà editoriali (siti, blog, testate giornalistiche), relazionandosi con un mondo che non ha più abbandonato.