La donna alla finestra – Recensione del thriller Netflix con Amy Adams

Ecco la nostra recensione di La donna alla finestra, il nuovo thriller con protagonista Amy Adams in arrivo su Netflix il prossimo 14 maggio.

Elisa Farina
Di Elisa Farina Recensioni Lettura da 8 minuti
7.8
La donna alla finestra

Purtroppo conosciamo tutti l’impatto che la pandemia attualmente in corso ha avuto sull’industria dell’intrattenimento. Sono veramente tanti i film, le serie tv o i videogiochi ad aver subito dei forti rallentamenti nel loro sviluppo, e anche La donna alla finestra fa parte di quest’ultimi. Dopo una produzione davvero molto travagliata, il titolo arriverà sulla piattaforma streaming Netflix il 14 maggio 2021, esattamente ad un anno di distanza dalla sua data d’uscita originaria, prevista nel 2020 nelle sale cinematografiche.

Tratta dall’omonimo romanzo del 2018 di Dan Mallory (anche se l’ha firmato con lo pseudonimo di A. J. Finn), la sceneggiatura del lungometraggio è stata scritta da Tracy Letts (Killer Joe, I segreti di Osage County), mentre alla regia è possibile trovare Joe Wright, conosciuto principalmente per Orgoglio e Pregiudizio, Anna Karenina e L’ora più buia. Il film vanta anche di un cast eccezionale, che vede al suo interno attori del calibro di Amy Adams, Gary Oldman e Julienne Moore. La donna alla finestra sarà disponibile sulla piattaforma streaming Netflix dal 14 maggio 2021 ma noi abbiamo avuto la possibilità di vederlo in anteprima, quindi eccovi la nostra recensione.

La donna alla finestra: un viaggio tra realtà e finzione

Iniziamo questa recensione dicendo che La donna alla finestra vede come protagonista Anna Fox (Amy Adams), una psicologa infantile affetta da una grave forma di agorafobia. Questo la spinge a vivere rinchiusa nel suo appartamento di New York, utilizzando internet per limitare al minimo i suoi contatti con il mondo esterno. Ma questa singolare concezione di quello che c’è fuori dalle mura della sua casa l’ha spinta a sviluppare un rapporto morboso con la sua macchina fotografica, che quest’ultima utilizza per spiare i suoi vicini.

Questi, in un certo senso, sono l’unico contatto che la donna continua ad avere con il mondo esterno e con la realtà, e osservare le loro vite “normali” e la loro quotidianità riesce a farla sentire parte di qualcosa che al momento vede come irraggiungibile. Si potrebbe dire che più che raccontare della storia di Anna Fox, La donna alla finestra pone come elementi principali della narrazione le sue condizioni di salute mentale. La vera protagonista di questo insolito racconto è proprio l’agorafobia di cui Anna è affetta da circa dieci mesi, una malattia che le impedisce di mettere piede fuori da casa e che rende la sua vita impossibile. Una sorta di prigione fisica e psicologica nella quale si è reclusa di sua iniziativa, e nel quale quest’ultima trascorre le giornate, tra un bicchiere di vino e una dose di psicofarmaci.

La donna alla finestra recensione
La sua lenta e solitaria quotidianità viene interrotta dall’arrivo dei Russel, che da poco si sono trasferiti nell’abitazione accanto alla sua. Una madre, un padre e un figlio adolescente. Una famiglia apparentemente normale, che Anna guarda desiderando di poter raggiungere nuovamente quella felicità, dopo l’allontanamento di suo marito Edward (Anthony Mackie) e sua figlia Olivia (Mariah Bozeman). Dopo aver avuto un pesante attacco di panico a causa della sua condizione, la protagonista fa la conoscenza della sua nuova vicina Jane (Julianne Moore), una donna enigmatica e affascinante. Immersa nelle sue solite intrusioni nelle case e nell’intimità dei suoi vicini, Anna assiste, imponente, al brutale omicidio di Jane, avvenuto per mano di suo marito Alistair (Gary Oldman).

Dopo aver impiegato tutte le sue forze per cercare di indirizzare i sospetti della polizia nel marito della vittima, la donna scopre un dettaglio inquietante, che metterà in dubbio tutto quello che ha visto dalla finestra. Mentre sta testimoniando, infatti, fa il suo ingresso nella stanza Jane Russel, ma il suo aspetto è molto diverso da quello della persona che Anna ricordava e che ha visto morire. Anna è a tutti gli effetti sola e alcolizzata, e la sua testimonianza non viene presa quasi in considerazione a causa delle sue condizioni di salute e per la costante assunzione di psicofarmaci. Da questo momento in poi prenderà il via ad una continua e terrificante discesa in un abisso mentale, in cui realtà e finzione andranno costantemente ad intrecciarsi, alimentando i dubbi dello spettatore. Cos’è successo realmente nella casa accanto alla sua? Quello che ha visto era reale o è accaduto solo nella sua immaginazione?

Un thriller che strizza l’occhio ad Alfred Hitchcock

Come vi abbiamo già anticipato in precedenza all’interno di questa recensione, La donna alla finestra rende la salute mentale di Anna la vera protagonista della narrazione. Un thriller che parte molto lentamente, ma che ci offre comunque il tempo necessario per entrare nella mente di Anna e di empatizzare con lei e con tutte quelle difficoltà che le impediscono di vivere normalmente. Il tutto viene enfatizzato dalla meravigliosa interpretazione di Amy Adams, perfettamente in grado di dimostrare le debolezze, la frustrazione e il disagio del personaggio principale.

Ci troviamo di fronte ad un thriller enigmatico, psicologico e ricco di colpi di scena, in cui i dubbi e gli interrogativi dello spettatore continuano ad essere alimentati per tutta la sua durata. Sotto questo punto di vista è impossibile non notare le chiare citazioni e riferimenti ad alcuni capolavori del cinema americano e, soprattutto, alle opere del “maestro del brivido” Alfred Hitchcock. A differenza dei lavori del maestro, tuttavia, La donna alla finestra non riesce sempre a catturare a pieno l’attenzione degli spettatori, e da un cast e un team creativo di questo calibro forse potevamo aspettarci qualcosa di più.

La donna alla finestra recensione
Nonostante i suoi errori, La donna alla finestra rimane comunque un prodotto estremamente interessante, con una narrazione incalzante e un ritmo travolgente. Il thriller riesce ad indagare a fondo nella complessità della psiche della protagonista, analizzandone i limiti e le cause, in modo da riuscire a far immergere gli spettatori in una spirale sempre crescente di dubbi e interrogativi, i quali riescono a trovare chiarezza solo al suo termine. Il colpo di scena finale non è particolarmente originale o innovativo, ma è l’intero percorso ad essere travagliato e allo stesso tempo assolutamente convincente. Tutte le vicende vengono vissute con una costante sensazione di incertezza. Non siamo mai sicuri di trovarci di fronte alla verità, in quanto tutto sarà filtrato dal modo in cui Anna vive quelle situazioni a causa della sua particolare condizione. Questo contribuisce a rendere la narrazione decisamente intrigante e a tenerci incollati allo schermo. Che cosa è successo realmente nella casa dei Russel?

La donna alla finestra
7.8
Voto 7.8
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