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Knack 2 Recensione

Il primo titolo uscito in esclusiva per PlayStation 4 fu proprio Knack, gioco prodotto da SCE Japan Studio e sviluppato appositamente per l’ormai veterana quarta generazione di console Sony. Il titolo però non fu proprio una degna presentazione per la nuova console, viste le grandissime critiche ricevute dall’intero mondo videoludico sin dal suo primo giorno di lancio. Oggi però la software house giapponese ha deciso di riprovarci, lanciando dopo moltissimo tempo Knack 2, il secondo capitolo della saga. Vediamo insieme se la società è riuscita a risollevare le sorti della saga, oppure se questo gioco ne simboleggerà l’epitaffio.

Attenti Goblin, il gigante di artefatti è tornato!

Quando il noto designer di videogiochi, Mark Cerny l’anno scorso durante il PlayStation Experience aveva annunciato il secondo capitolo del gioco, moltissimi utenti rimasero perplessi, dato che si ricordavano perfettamente delle critiche mosse nei confronti del titolo da tantissime testate giornalistiche ritenendo il primo capitolo un vero e proprio disastro videoludico. Il designer però non ha voluto demordere ed è per questo che oggi ci troviamo nuovamente di fronte allo schermo, con il pad in mano, alla guida del mistico gigante di artefatti di nome Knack. Mark Cerny ha deciso di mantenere lo stile del gioco invariato dal primo capitolo, riproponendo il classico action-platform “old-style”, anche se purtroppo con una narrativa non proprio brillante.

Oltre ad alcune meccaniche di gameplay, il nuovo titolo del designer porta con se diversi miglioramenti, quali la grafica, le ambientazioni ed un comparto co-op molto interessante, tanto da renderlo secondo il designer una delle caratteristiche focali e meglio riuscite di questo Knack 2. In questo capitolo Lucas (il giovane co-protagonista) e suo zio andranno alla ricerca di reperti archeologici da scovare all’interno di un isola tanto selvaggia quanto per certi versi inospitale. Il viaggio dei due esploratori (tre, comprendendo Knack) si fermerà però di fronte al risveglio degli antichi guerrieri robot costruiti 2000 anni fa dagli “alti-goblin” per conquistare il mondo. Ed è così che l’avventura dei nostri eroi inizia, alla ricerca disperata del colpevole che si cela dietro questa nuova minaccia, per sconfiggerlo e riportare il mondo alla sua normalità. La storia scorre con estrema facilità, senza grandi sorprese, e forse senza coinvolgerci mai troppo, a causa di una narrativa forse troppo leggera ed una caratterizzazione dei personaggi un po’ trascurata, che come nel predecessore non riescono proprio a lasciare il segno…

Un futuro migliore!

Abbiamo iniziato, lo dobbiamo ammettere, questo secondo capitolo con qualche timore, perché rei della prima esperienza offerta da SCE Japan Studio non volevamo cadere nella stessa trappola. Fortunatamente però sin dal primo momento è stato chiaro che lo studio ha evidenziato i problemi principali del primo capitolo, cercando di non ripeterne i peggiori in questo, e mitigare quelle cose che alla fine della fiera perfezionano il gioco ma non sono indispensabili. Arriva così Knack 2, un gioco che non punta certo ad avere una grafica mozzafiato ma che comunque troviamo ad ottimi livelli, curata e piacevole nel corso di tutta l’avventura. Un altro dei cambiamenti radicali riguarda la difficoltà, che nel primo capitolo per certi versi era adatta solo ad un pubblico esperto, ma che ora da la possibilità agli utenti di scegliere quello adatto alle loro capacità,  tra facile, normale, difficile e ultra difficile.

Il salto di qualità maggiore però arriva dal gameplay, non solo per la varietà di indovinelli e percorsi proposti, ma anche grazie ad un nuovo e rinnovato combat system, che non prevede più lo “spam” esasperante delle stesse tre mosse per l’intero capitolo. Basta poco per prendere confidenza con i tasti, e la risposta dei vari comandi, che inizialmente prevedono l’utilizzo di attacchi leggeri, pesanti, parate e schivate, risulta ottima e precisa. Avete letto benissimo: parate“! finalmente il nostro amichetto sarà in grado di utilizzare uno scudo, capace di bloccare gli attacchi dei nemici (tranne quelli estremamente potenti) e addirittura in grado di rimandare al mittente gli attacchi a distanza premendo al momento giusto il tasto L1.

Altre novità importanti da sottolineare sono le nuove abilità del gigante: come un nuovo pugno pesante caricato, capace di distruggere le corazze o gli scudi dei nemici e fare breccia nelle loro difese; l’attivazione di grandi cristalli, che rendono il golem invincibile ed armato di una grande spada energetica capace di sferrare attacchi dirompenti. A corredare l’opera gli sviluppatori hanno anche deciso di introdurre una mini mappa utile all’avanzamento del protagonista che potrà migliorarsi scegliendo tra ben 35 upgrade differenti che gli garantiranno sia la classica vita e resistenza migliorata, ma anche abilità, capacità, prese e nuove mosse da sfruttare attivamente sul campo da battaglia. Anche la parte dell’esplorazione non è stata trascurata dal team di sviluppo che ha voluto puntare sulla dualità del golem di artefatti, che adesso può finalmente spogliarsi del suo “equipaggio” quando vuole, regredendo così e diminuendo la sua corporatura (passaggio che servirà continuamente per progredire nel gioco). Questa nuova capacità in particolare, ha aperto agli sviluppatori la possibilità di utilizzare ancor meglio l’ambientazione, che grazie a queste dinamiche offre alcuni interessanti spunti di esplorazione. In alcuni casi infatti potremo girare per ore alla ricerca di bottini, oppure in alcuni casi dovremo sfruttarla per approcciare in modo più stealth. Piccola chicca aggiunta, la possibilità di far guidare al gigante un enorme mezzo armato!

Il lavoro di squadra paga sempre!

Come anticipato, Cerny ha voluto concentrare il gameplay del nuovo titolo maggiormente sulla modalità co-op, anche se completabile senza troppi problemi anche senza l’aiuto di un amico. Quando inizieremo la partita infatti, il gioco ci chiederà subito se siamo intenzionati ad intraprenderlo da soli o in coppia, e in qualsiasi momento cambiare. Questa è una delle sensazioni più belle che il titolo riesce a trasmettere, perché in assoluta libertà potremo scegliere di condividere la nostra partita con un amico (che magari ci è appena venuto a trovare) oppure proseguire tranquillamente per la nostra strada. Nel momento in cui il secondo giocatore deciderà di scendere in campo, il personaggio si sdoppierà, creando una copia di Knack di colore blu, mentre la camera si adatterà per ricevere l’ospite, ed ovviamente i nemici cresceranno in numero. La visuale priva di split-screen oltre a dare una visione d’insieme ai due giocatori, porta però con se alcune limitazioni, come il ricorrere al teletrasporto istantaneo nel caso i due si allontanino troppo.

Knack 2 in questa modalità prende vita ed offre però allo stesso tempo anche un grande caos: i due giganti riescono sì a destreggiarsi tra i nemici in maniera splendida, utilizzando delle mosse concatenate notevoli, ma possono anche ostacolarsi visivamente e confondere i giocatori, rendendo difficile distinguere quale dei due voi siate. Il bello però arriva quando i due giocatori riescono a trovare sinergia tra loro e concatenare così delle mosse bellissime: ad esempio, se colpirete il vostro compagno, dal suo corpo usciranno dei veri e proprio proiettili, utili per abbattere i vostri nemici. Più colpi infliggerete al vostro compagno e più proiettili usciranno dal suo corpo! Diversi tipi di colpo genereranno diverse reazioni, come il pugno caricato, con il quale farete schizzare a mo di freccia l’intero corpo artefatto del vostro compagno, e che abbatterà persino i nemici più corazzati. Il gameplay inoltre è pieno di piccole zone da scoprire nelle quali servirà l’aiuto di un compagno per scovare dei trofei nascosti altrimenti non raggiungibili.

knack 2Ma insomma ce la fa, o non ce la fa?

Knack 2 è senza ombra di dubbio un gioco ben riuscito e piacevole da giocare, non sarà paragonabile di certo ai miti del settore, ma è sicuramente un buon secondo capitolo, che speriamo spiani la strada ad una prossima produzione di altissimo livello. In fin dei conti si sente chiaramente la voglia di rivalsa degli sviluppatori, che hanno dato il massimo per migliorarsi dopo la prima sfortunata esperienza. A questo hanno contribuito l’inserimento di un gran numero di puzzle, regioni da esplorare, sfide, e trofei difficili da sbloccare che stimolano i giocatori ad affrontare il titolo più volte. Anche il sistema di combattimenti ci è sembrato piacevolmente rinnovato, capace di dar vita a battaglie non più impossibili, ma allo stesso modo avvincenti, e bellissime soprattutto se affrontate insieme ad un prode compagno di battaglia. Resta il fatto che alcune pecche l’ultimo capitolo di SCE Japan Studio se le porta dietro, come ad esempio una trama davvero inconsistente, gli antagonisti sono rimasti gli stessi (anche se in una variante differente) e soprattutto un comparto musicale anonimo, che non riesce ad emergere neanche nelle fasi più concitate di gioco. A livello grafico le ambientazioni sono migliorate e offrono sicuramente nuovi spunti per l’esplorazione, ma rimangono comunque marginali e poco permeanti alla vista di noi giocatori.

Alessio Cialli
Eclettico personaggio, ha iniziato la sua carriera videoludica con un Commodore 64. Si consacra nei titoli Platform, Stealth e GDR. Titolo preferito: Alex Kidd in Miracle World "Sega Master System", gioco più vecchio di lui!

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