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IT Capitolo Due – Recensione no spoiler, Il male risorge nella Derry di Andy Muschietti

Con una risposta più che positiva dalla fanbase di Stephen King e il più che meritato successo per un Capitolo Uno che ha genuinamente fuso in una cosa sola il giudizio di pubblico e critica, le aspettative per IT Capitolo Due sono inevitabilmente lievitate. La qualità generale del primo adattamento di Andy Muschietti ha sorpreso non poco, tirando fuori quello che è stato definito “il miglior IT possibile” con i mezzi attualmente a nostra disposizione, ricreando non solo un’atmosfera degna del Re del Brivido, ma anche una sua coerenza di fondo e una fedeltà appagante.

Con il biglietto da visita della prima parte che segna oltre 700 milioni di dollari incassati al botteghino, ci prepariamo al 5 settembre 2019, quando il Club dei Perdenti tornerà al cinema con un giuramento a cui far fede, con ferite e cicatrici talmente dolorose da volerle solo dimenticare. La pellicola è una produzione di New Line Cinema, ed è distribuita in tutto il mondo dall’eterna Warner Bros. Pictures.

Losers Stick Together

Il destino può essere crudele. Ma la crudeltà è nulla se andiamo a compararla con il male puro, quel male che ogni 27 anni torna a manifestarsi a Derry, nel Maine. Il Club dei “Losers” è ormai un flebile ricordo, e i suoi membri sono divenuti adulti, con una propria vita e una propria situazione socio-familiare. Inevitabilmente però, quel destino e quel male tornano ad intrecciarsi, legati con il filo bianco di centinaia di palloncini rossi. Il salto in avanti nel tempo tuttavia sembra solamente una mera formalità, perché l’atmosfera e la tensione che lo spettatore si trova a sentire con ogni fibra del suo corpo sono veri, e immediati. Accettare e superare un trauma sono due cose ben diverse, e i nuovi Losers si trovano non solo a fare i conti di nuovo con Pennywise (Bill skarsgård), ma anche con loro stessi. Le quasi tre ore di durata del film perciò diventano indispensabili per Muschietti, che portando alla vita la sceneggiatura di Gary Dauberman forgia un prodotto ricco, mai banale e che riesce a dare importanza alla psiche di ogni singolo interprete, affascinandoci addirittura con alcuni personaggi secondari.

Il montaggio sapiente alle spalle del film tuttavia non si traduce solo nelle semplici scene: con questo Capitolo Due inevitabilmente i riferimenti a quello precedente saranno forti, e il mix di connessioni tra passato e presente con cambi quasi impercettibili, flashback e scene nel passato inedite vanno a comporre un puzzle perfetto, spesso mostrando anche “l’altra faccia della medaglia” di alcune scene già vissute. Affascinante. La sensazione quindi è che il film non sia “un altro film”, ma semplicemente lo stesso lungometraggio che avevamo messo in pausa. Così il cast dei ragazzi e il cast degli adulti arriva ad unirsi, con delle interpretazioni veramente da sottolineare da parte di ogni singolo membro. Impossibile poi non nominare Stephen King, non solo l’autore del libro da cui tutto nasce, ma anche protagonista di una breve scena che lo vede partecipare attivamente, anche con un po’ di autoironia e riferimenti ai sui lavori.

Mostruosità ed emozione

Ciò che ci si aspettava tuttavia, e che è il cardine dei film del suo genere, è l’aspetto che riguarda paura e terrore: IT Capitolo Due trasuda angoscia, con l’empatia alle stelle quasi a farci sentire parte del gruppo, raggiungendo vette addirittura più alte di quanto fatto col precedente film. La tecnica utilizzata da Muschietti non si avvale solamente del classico jumpscare (comunque presente e ben ragionato), ma anche di una pressione psicologica particolare, capace di tenere ad un buon livello l’asticella dell’attenzione e della paura per tutta la durata del film. Chiaramente non mancano le scene più movimentate, dove a tenere banco sono sangue, violenza e situazioni non proprio “pulite”. Lasciamo a voi il piacere della scoperta.

Sull’altro piano citato, le emozioni e l’introspezione diventano fondamentali: per forza di cose, per affrontare le paure i protagonisti si trovano anche a tirare fuori ben altro, tutte le emozioni represse (o magari troppo esplicite) che prima di quel momento non sono mai riusciti a combattere, dalla violenza alle ipocondrie, dalla fiducia ai legami forti. Il consiglio principe è quello di recuperare il primo capitolo – se non l’avete già visto due anni fa – e catapultarvi al cinema. E non sorprendetevi se sentirete uno strano prurito sul palmo della mano…

IT Capitolo Due

9

Quello che nell'immaginario collettivo è ormai un classico dell'horror è quindi arrivato a compimento. IT Capitolo Due riesce a replicare le ottime cose viste con il primo film, e addirittura a fare meglio. Connessioni, autocitazioni, cameo e tanta tensione vanno a fare da contorno a una produzione che riesce senza dubbio a rendere omaggio a uno dei capolavori letterari del Re Del Brivido. Il cerchio dei Perdenti di Derry va a chiudersi, andando a soffermarsi doverosamente su ognuno dei personaggi creati da king, scavando a fondo nelle loro paure e nell'inconscio dello spettatore. Un horror non banale, coadiuvato dall'ottimo lavoro svolto con la fotografia e dagli attori (riuscendo a rimanere complementari, senza sovrastarsi l'un con l'altro). Di certo sentiremo parlare dell'ottimo lavoro di Muschietti e la sua crew per molto tempo...

Gianluigi Crescenzi
Classe 90, invecchia bene tanto quanto il vino, anche se preferisce un buon Whisky. Ama l'introspezione, l'interpretazione e l'investigazione, e a volte tende a scavare molto più del necessario. Inguaribile romantico, amante della musica e cantante in erba, si destreggia tra hack n'slash, soulslike, punta e clicca e... praticamente qualsiasi altro tipo di gioco.

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