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Intervista a Stefano Cozzi, Team Captain – EU Emerging Markets & Italy di Riot Games

Sono davvero tantissimi i MOBA disponibili su PC, ma tra tutti, il più famoso è di sicuro League of Legends. Con milioni di utenti connessi ogni giorno e con una grandissima comunità di persone che si divertono a sfidare i propri avversari in scontri competitivi, questo titolo è diventato velocemente il vero e proprio simbolo degli eSports. Negli ultimi giorni, in trasferta nella città di Lucca per seguire gli eventi legati al Lucca Comics & Games, abbiamo avuto il piacere di intervistare Stefano Cozzi, Team Captain – EU Emerging Markets & Italy di Riot Games.Riot Games Stefano Cozzi

Game Legends: “Siamo in compagnia di Stefano Cozzi, uno dei più importanti esponenti di Riot Games in Italia e frontman della compagnia qui a Lucca. Partiamo con la prima domanda: Rispetto ad altri giochi dove ci sono state delle fasi di stasi, come per esempio World of Warcraft e tanti altri di questo genere, League of Legends sta registrando sempre un costante aumento. Avrà mai fine questa crescita? Pensi ci saranno dei momenti altalenanti o continuerà a crescere in maniera continua? Questo fenomeno è principalmente dovuto a Riot Games o anche alla sua fantastica community formata da cosplayer e giocatori? League of Legends è ormai un eSports, l’eSports più importante.”

Stefano Cozzi: “Noi vediamo il gioco come vediamo Lucca. Noi forniamo la struttura e i giocatori ci mettono principalmente i contenuti e la passione. Ogni gioco ha dei momenti in cui è in crescita, in stasi e magari in diminuzione. Quello che può fare una software house è rimandare il più possibile il momento del declino e, quello che vogliamo fare noi, è rendere big uno sport che duri per generazioni. Per arrivare a questo punto servono vari piccoli passi che stiamo facendo sia in Italia che in Europa, tra cui cambiare la percezione del gaming. In Italia ci stiamo lavorando da moltissimo e vogliamo fare in modo che i giocatori vengano rispettati per quello che fanno. Il giocatore non è più chiuso in uno scantinato che gioca tutto il giorno, è magari uno streamer professionista che lo fa per lavoro e vogliamo che queste figure vengano rispettate così come i caster e le squadre, dando così stabilità all’ambiente; questo perché avere cento milioni di persone al mese non è solo un privilegio. Noi siamo davvero molto grati alla nostra community e proprio per questo abbiamo il dovere di supportare degli utenti tanto appassionati.”

GL: “Continuando il discorso della community, vediamo che ci sono anche fenomeni negativi, come quello dei “tossici” di League of Legends, usiamo questo termine forte. Cosa ne pensi tu di questo brutto fenomeno che, comunque, non caratterizza soltanto League of Legends, ma anche altri giochi?”

SC: “Avendo lavorato su numerosi giochi online posso dirti che gli esempi negativi sono ovunque e i compiti principali di una software house sono due: uno, è andare a punire quelli che effettivamente hanno commesso qualcosa, soprattutto la tossicità e gli insulti, perché League of Legends è un gioco che si basa sul rispetto dei compagni di squadra e dei propri avversari e, in secondo luogo, continuare a promuovere gli esempi positivi, come il fair play, il rispetto tra le squadre e il rispetto tra i tifosi delle squadre. Noi vogliamo arrivare ad un punto dove ci sia rispetto totale, non solo per chi ci lavora, ma anche per chi fa parte della community. Quello che vogliamo fare noi è continuare a far presente gli esempi di persone che guidano la community italiana come Nero Wolf, che viene sempre accolto positivamente qui a Lucca e che è stato ospite da noi giusto ieri, o Starsky, che dimostra come anche a Bronzo ci sia la voglia di vincere e come anche a Bronzo la gente creda che sia giusto potersi divertire in maniera competitiva anche se non si è Master o Diamante.”Riot GamesGL: “Hai parlato di un interesse importante di Riot Games in Italia per far crescere anche la figura del videogiocatore. Quali sono le vostre mosse che avete pianificato in questo momento, e per il futuro, per dare più risalto in primis a League of Legends e poi anche al giocatore che ne usufruisce?”

SC: “Allora noi in primis, e lo stiamo già facendo qui a Lucca quest’anno, vogliamo rendere Lucca uno strumento per i videogiocatori. Noi forniamo la struttura dell’edificio e le attività all’interno e lasciamo che i giocatori ne ottengano lo spotlight, come diciamo noi. Quindi mettiamo la community sul palco, facciamo giocare i nostri giocatori, invitiamo gli ospiti che la community vuole vedere: non quelli che ci danno più visibilità, ma quelli che sono più cari ai nostri giocatori. La sfilata cosplay è un altro esempio, questi sono tutti appassionati che vengono qui e noi vogliamo dargli un palcoscenico dove venir rispettati e venir visti, da chi magari non capisce quanto sforzo possa richiedere un cosplay o gli allenamenti di una squadra. Noi ci concentriamo sul dare visibilità agli italiani perché consideriamo l’Italia come un paese dal grande potenziale e siamo una delle compagnie che vede come un suo dovere investire, per fare in modo che il nostro diventi un mercato affermato come quello tedesco, quello spagnolo o quello francese.”

GL: “Sei positivo a riguardo?”

SC: “Io sono molto positivo, altrimenti non farei questo lavoro. Io ho sposato il progetto e la compagnia più che una job title, come diciamo da noi. Io sono qua nonostante avessi un altro lavoro. Sai Blizzard era un buon punto d’arrivo per una persona che ha iniziato a giocare a Diablo da piccolo ed è cresciuto con i giochi. Il poter essere circondato da gente che si sveglia e vuole venire in ufficio perché condivide la passione per i videogiochi, non solo PC o League nello specifico, è appagante. Noi siamo tutti giocatori di qualcosa e so che sono circondato da gente che mi rispetta come giocatore e condivide la mia passione. Questo rende il mio lavoro molto più facile perché so che posso fidarmi tranquillamente di loro e posso confidare sul fatto che capiscano che non si può mettere in pausa un videogioco online e via dicendo. Essere circondati dall’elite del videogaming è un sollievo anche per me.”

GL: “Grazie mille per la disponibilità.”

Lo staff di Game Legends ringrazia personalmente il Team Captain – EU Emerging Markets & Italy di Riot Games, Stefano Cozzi, per questa intervista.

Emanuele "Nucky" D'Ascanio
Nucky, un esemplare in via di estinzione. Potremmo definirlo unico (e menomale) ed inimitabile! Entra nel progetto Game Legends a mani basse e con molti propositi, moltissimi, troppi, e non ne mantiene uno. Nasce, cresce, corre, sbatte e riparte. Le sue esperienze videoludiche sono innumerevoli e poliedriche: parte da pargolo con le console della grande N nuove di pacca, proseguendo poi con approcci più aggressivi senza saltare una generazione. Ovviamente con tutta questa carne al fuoco è arrivato a non apprezzare più nulla: "Ë un bel gioco, ma non fa per me". Il nostro Ditto personale si accoppia con qualsiasi partner, divenendo uno dei punti focali delle collaborazioni del sito. Predilige il genere FPS, TPS e Platform d'avventura di ogni genere!

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