Insomniac e Rocksteady: i colossi che hanno ridefinito i tie-in

Scopriamo come Insomniac e Rocksteady hanno ridefinito il concetto di tie-in, dalle origini dei giochi su licenza fino agli titoli più recenti.

Paolo Saccuzzo
Di Paolo Saccuzzo - Staff Writer GL Originals Lettura da 12 minuti

Seppur oggi in molto non lo ricordino, c’è stato un periodo in cui l’uscita di un grande film era sempre accompagnata da una trasposizione videoludica. Negli ultimi anni, però, questo genere di videogiochi sono con il tempo diventati sempre più rari fino a scomparire quasi del tutto. Ciò è alquanto singolare, considerando la quantità di franchise di film da miliardi di dollari che escono ogni anno in sala. Ci sono tante ragioni per cui i tie-in sono ormai quasi estinti al giorno d’oggi. In primo luogo, gli sviluppatori hanno continuato a trovare modi nuovi ed entusiasmanti per dare nuova vita ad IP consolidate per creare esperienze di gioco uniche e coinvolgenti, mostrando molta più libertà creativa e più possibilità di sviluppare un senso di identità e personalità. In secondo luogo, sembra che ci sia stato molto meno interesse e domanda per questo genere di prodotti, molto probabilmente a causa del continuo calo della qualità dovuto allo sviluppo frettoloso e alle vendite deludenti, questo almeno fino fino all’avvento di Insomniac e Rocksteady.

I primi videogiochi su licenza

Storicamente infatti, i videogiochi tratti da film hanno sempre presentato una qualità altalenante, e i titoli davvero interessanti appartenenti a questo genere di prodotti sono davvero pochi. Negli anni ’80, i tie-in di film su licenza erano per lo più a scorrimento laterale, e il più famoso è senza dubbio la trasposizione del film E.T. l’extra-terrestre rilasciato sull’Atari 2600. Il titolo in questione è suo malgrado ricordato per essere uno dei peggiori videogiochi di sempre a causa proprio dello sviluppo frettoloso, con la casa di produzione a spingere di far uscire il titolo il prima possibile. Durante gli anni ’90, i collegamenti ai videogiochi sono diventati sempre più popolari e persino influenti. Ad esempio, c’erano giochi basati su famosi film d’animazione Disney, come ad esempio Aladdin, Il Re Leone ed Hercules. Questi giochi adottavano il formato platform a scorrimento laterale con la loro famigerata difficoltà, e sono stati recentemente rimasterizzati per console di generazione precedente e attuale.

Durante la transizione alle tre dimensioni, Goldeneye 64 si è rivelato estremamente popolare e ha rivoluzionato il genere degli sparatutto in prima persona, aprendo la strada a futuri franchise di giochi FPS, come Call of Duty. Non aveva molti riferimenti diretti al film con lo stesso nome che lo aveva preceduto due anni prima, ma ciò ha significato che gli sviluppatori di Rare hanno avuto molto più tempo per sviluppare al meglio l’opera. Questo modus operandi, a ben vedere, era alquanto avveniristico.

L’ascesa prima del declino

Gli anni 2000 sono probabilmente gli anni in cui la moda dei tie-in ha avuto il suo periodo più roseo, sia in termini di produzione sia di qualità. Molti di questi giochi erano basati su famosi film Marvel, in particolare Spider-Man 2. C’erano molti altri giochi tie-in basati su famosi franchise cinematografici come Harry Potter, Il Signore degli Anelli, il film della Pixar e Matrix.

Spider-Man 2, nonostante fosse legato all’omonimo blockbuster di Sam Raimi del 2004, ha rivoluzionato il modo in cui viene concepito l’Uomo Ragno nei videogiochi e la sua influenza può essere percepita ancora oggi con i titoli di Insomniac Games.

Insomniac Rocksteady

Il momento esatto in cui, però, questo tipo di prodotti si è appropinquato verso il declino si può accostare ai primi anni del Marvel Cinematic Universe, ossia alla fine degli anni zero e all’inizio del 2010. In quel periodo furono pubblicati Captain America: Super Soldier, The Incredible Hulk, Iron Man, Iron Man 2 e Thor: Il Dio del Tuono. Questi videogiochi, di scarsa qualità, hanno di fatto messo la parola fine (o quasi) alla produzione dei tie-in in tutto il mercato videoludico. Negli anni successivi, comunque, sono stati sviluppati vari giochi tie-in per dispositivi mobili, poiché sono molto più economici da creare e più facili da utilizzare per gli appassionati di cinema che non dispongono di una console. Purtroppo, per la maggior parte, sono titoli mediocri che sono strettamente legati all’esperienza di gioco mobile mordi e fuggi.

L’avvento di Rocksteady e Insomniac

Ma qual è stato il punto di svolta per i titoli su licenza? Negli ultimi anni, i giochi su licenza sono diventati davvero unici con una narrazione originale creata appositamente per il gioco e progettata specificamente per un’esperienza più viscerale e interattiva, non frenata quindi dal canone dell’universo cinematografico. Nel 2009, Rocksteady Studios rilasciò Batman: Arkham Asylum, il primo capitolo di quella che sarebbe diventata l’acclamata trilogia di Arkham, senza contare il prequel Batman: Arkham Origins.

Batman Arkham

Era chiaro che la serie aveva preso molta ispirazione dai più recenti film e prodotti televisivi dedicati al personaggio, come la serie Batman Animated e la trilogia di film di Christopher Nolan, ma l’aver creato una narrativa unica slegata da qualsiasi tipo di prodotto consentì al team di creare un’opera unica senza problemi legati alle tempistiche di produzione risicate, tipiche dei giochi su licenza tratti da specifici film.

Questa nuova politica di produzione dei giochi su licenza più avanti è stata seguita anche dai già citati ragazzi di Insomniac, i quali nel 2018 hanno dato nuova linfa al personaggio di Spider-Man con una narrazione originale creata da famosi scrittori di fumetti appositamente per il gioco. Nonostante in Marvel’s Spider-Man fosse possibile sbloccare svariati costumi basati su quelli visti nei vari film usciti in sala, l’opera era del tutto originale e, come i Batman Arkham, era totalmente slegata dal canone narrativo dei lungometraggi.

Una delle differenze chiave negli approcci tra Rocksteady ed Insomniac è il modo in cui i loro giochi creano una narrativa basata sulla rivisitazione di elementi narrativi presi da altre opere o andando in una direzione completamente originale. La serie Batman: Arkham rientrerebbe nella prima categoria, poiché gran parte dei suoi ritmi narrativi originali sono costruiti attorno all’adattamento di altre trame iconiche nel mondo dei fumetti come Death in the Family o The Killing Joke. Ci sono certamente alcuni elementi originali, ma i giochi di Batman: Arkham hanno spesso dato ai fan dei riferimenti ai fumetti diretti.

 

Insomniac Rocksteady

Marvel’s Spider-Man adotta invece un altro approccio, poiché la storia all’interno dei giochi finora rilasciati del franchise è in gran parte originale. Molti dei villain storici di Spidey hanno avuto delle storie di origini completamente nuove e molti elementi dello stesso Peter Parker sono stati raramente visti in altri media. Anche l’aver inserito Peter Parker e Miles Morales nel medesimo universo fin da subito è un elemento del tutto innovativo.

Seppur ci sia una minima differenza di approccio, non si può negare che in entrambi i casi si sia riusciti a produrre degli eccezionali giochi tratti dai fumetti. Entrambi, infatti, consentono ai giocatori di diventare il loro supereroe preferito come mai prima. Qualsiasi gioco può consentire ai giocatori di prendere il controllo di un supereroe e per alcune ore, ma Batman: Arkham e Marvel’s Spider-Man eccellono nel far sentire i giocatori connessi a questi personaggi.

Non è tutto oro..?

Questo nuovo modo di vedere i giochi su licenza, però, ha avuto anche delle risposte negative da parte degli acquirenti: data l’incredibile popolarità di certi franchise, tra cui proprio il già citato Marvel Cinematic Universe, in molti si sono spesso lamentati della poca somiglianza tra i personaggi del videogioco e quelli invece visti in sala. Tali critiche sono state rivolte nello specifico a Marvel’s Avengers e al più recente Marvel’s Guardians of the Galaxy.

Molti fan si sono lamentati per il fatto che Star Lord non assomigliasse a Chris Pratt, attore che interpreta il personaggio del Marvel Cinematic Universe, e la medesima critica è stata riservata a Marvel’s Avengers, dove i Vendicatori protagonisti non avevano alcuna somiglianza con nessuno degli attori che li hanno interpretati nei lavori di Marvel Studios.

Messi da parte però questi “capricci” da parte dei fan, questo nuovo modo di sviluppare i giochi su licenza ci ha permesso di avere tra le mani titoli dall’incredibile qualità, quella che nell’epoca degli adattamenti diretti era impensabile. Quando gli sviluppatori di giochi ottengono i diritti per utilizzare un’IP con licenza al giorno d’oggi, è concesso loro di prendersi finalmente il tempo necessario per realizzare il miglior gioco concentrarsi maggiormente dando anche una loro impronta autoriale.

Marvel's Guardians of the Galaxy guida platino

Viene quindi meno, fortunatamente, la pressione legata al dover rispettare le scadenze degli studi cinematografici e rispettare le date di uscita del film. Basti paragonare la bellezza estetica, narrativa e di gameplay di Marvel’s Spider-Man con quanto visto nel pessimo The Amazing Spider-Man 2 sviluppato da Beenox, basato sull’omonimo film, il quale è probabilmente tra i peggiori videogiochi basati sul personaggio in assoluto. Non a caso il titolo in questione ha sostanzialmente messo la pietra tombale sui prodotti su licenza basati sui film.

 

Con i prossimi titoli su licenza in arrivo nei prossimi mesi, come l’Indiana Jones di Bethesda, il James Bond di IO interactive, Suicide Squad: Kill the Justice League di Rocksteady e Avatar: Frontiers of Pandora di Ubisoft, è emozionante vedere quanto gli sviluppatori continueranno a dare il proprio tocco autoriale a questi franchise, senza alcun tipo di vincolo narrativo. E questo grazie ad un certo Cavaliere Oscuro ed un amichevole Uomo Ragno di quartiere che hanno rivelato il vero potenziale dei titoli su licenza.

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Staff Writer
Laureato in Lettere Moderne e in Comunicazione della e Cultura dello Spettacolo, da sempre appassionato di tutto ciò che concerne l'intrattenimento in tutte le sue forme, dal cinema alle serie TV, dai fumetti alla musica, fino ad arrivare ai videogiochi. Amante del mondo Sony, è però cresciuto con i classici Nintendo, nello specifico Super Mario 64 e The Legend of Zelda: Ocarina of Time.