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Impact Winter Recensione

E’ molto strano il metodo in cui dei concetti chiave nel panorama videoludico odierno vengano sempre ripresi e mantecati per essere riportati a nuova vita, cercando in qualche modo di essere svecchiati e riproposti con un nuovo sapore agrodolce. Se poi a farlo è un team che dalla sua nascita ha avuto ben poco a che fare con i PC, sviluppando titoli prettamente per dispositivi mobile, la questione diventa zuccherosa ed al contempo salata. Stiamo parlando di Mojo Bones, che con il suo nuovissimo Impact Winter cerca di portare la concezione di survival su un nuovo pianeta, cambiando la prospettiva riproponendo però i sani principi che il genere offre da anni. Ad avere fiducia nel progetto è stata proprio Bandai Namco, publisher del titolo, ma la prova più ardua da affrontare è “l’impatto” con la categoria che più di tutte sa essere riconoscente e brutale: il pubblico. Andiamo dunque ad analizzare cosa ci viene proposto dal team di sviluppo.

Ci troveremo a controllare Jacob, un sopravvissuto ad una catastrofe che ha scatenato un cataclisma ambientale e che ha resto l’intera area una distesa di altissima neve. Egli ed altri quattro personaggi hanno trovato rifugio in una chiesa sommersa dalla neve nella quale si può entrare calandosi dal campanile (unica parte rimasta in superficie). Durante il breve tutorial che ci spiegherà le meccaniche di gioco, verremo anche a conoscenza dell’unica speranza che è rimasta ai nostri sfortunati protagonisti: Ako-light, un drone di cui uno dei nostri compagni di sventura è il manutentore, è riuscito a captare un segnale, tramite il quale in pochi secondi veniamo informati da una voce che saremo recuperati! Il problema è che il segnale è molto debole, e il salvataggio ci sarà solo dopo 30 giorni. Inizia dunque la nostra sfida con la sopravvivenza, che ci renderemo da subito conto non sarà facile quanto previsto. Iniziamo col dire che Impact Winter ha una componente narrativa affascinante, non solo grazie alla caratterizzazione dei personaggi e alle loro diverse personalità che spiccheranno col passare dei giorni, ma anche per tutte gli edifici e le (in media poche) ambientazioni che non sono state sommerse dalla neve.

Controlleremo il nostro Jacob dall’alto, muovendolo (nel caso del PC, versione da noi testata) con “wasd” e utilizzando il mouse per le azioni. Anche se la fase di tutorial è molto chiara, sarà veramente complicato nelle prime ore di gioco riuscire a familiarizzare con le meccaniche presenti, e non vi nego che vi costerà più di qualche tentativo (e l’assenza della localizzazione italiana del titolo di certo non aiuta). Non saranno concesse in alcun modo distrazioni, perché Impact Winter sa essere davvero punitivo. Durante la nostra sopravvivenza dovremo esplorare la zona innevata (molto, molto innevata) alla ricerca di qualsiasi cosa che possa esserci utile per il crafting o cibo per placare la fame, ma anche quest da compiere. Ma a cosa può servire compiere missioni, se dobbiamo “solamente sopravvivere?”. L’offerta è molto golosa, perché per ogni location scovata e per ogni missione compiuta, il nostro drone guadagnerà esperienza e salirà di livello. Più alto esso sarà, e più diminuirà il tempo che dovremo attendere prima dell’arrivo dei soccorsi!

Ovviamente ci sono pro e contro: anche mentre Jacob sarà assente, tutti i compagni che rimarranno nella chiesa (ed egli stesso) vedranno abbassarsi le loro “barre” dei bisogni (fame, riposo, idratazione, eccetera), e starà dunque a noi monitorarli tramite il menù di Ako-light. Molto importante sarà perciò assumersi la responsabilità di dividere le razioni per i nostri amici, dare loro dei compiti specifici, e addirittura pensare ai loro gusti personali, che se rispettati conferiranno bonus aggiuntivi. Durante l’esplorazione in alcune zone potremo anche fissare delle tende da campo, ed ovviamente farle salire di livello, per darci delle buone basi d’appoggio, dei punti di sosta e di riscaldamento durante i viaggi più lunghi. Già, perché ricordiamoci che siamo totalmente sommersi dalla neve, e di conseguenza le rigide temperature dovranno essere combattute.

Aggiungiamo poi la nostra salute, status alterati come ad esempio il sanguinamento (perché si, ci saranno anche creature ostili come i lupi a darci la caccia), oppure un inventario limitato e sempre troppo piccolo per trasportare tutto, ed il quadro sarà quasi completo. Già, quasi, perché la costante che sempre e comunque graverà sulla vostra testa come la Spada di Damocle è il tempo stesso. Non solo quello per la vittoria finale: il tempo sarà ciò che detterà i ritmi di gioco, sempre e comunque, che siano tempi per cucinare cibi, per craftare oggetti, oppure il tempo che rimane al fuoco prima che si spenga lasciandovi al gelo. Sommando tutti questi fattori, e avendo tralasciato cavilli strettamente legati al gameplay e ai personaggi stessi (come quest che i vostri compagni, ma anche altre sopravvissuti vi assegneranno), avrete ben intuito che si tratta di un gioco molto complesso e complicato da gestire, e soprattutto che non ha un raggio di fruibilità ampio.

Impact Winter si pone così in una posizione scomoda, che in molti casi tende a far rallentare ulteriormente un ritmo di gioco che è già lento malgrado la “fretta” con cui spesso dovremo compiere delle azioni. Dire che annoia sarebbe errato, ma di certo si pone su quella sottile linea che delimita il piacere dalla frustrazione. Ad accompagnare il tutto troviamo una colonna sonora curata e malinconica, a tratti ammaliante, che riesce in qualche modo a stemperare i momenti più bui. A livello tecnico il titolo si difende abbastanza bene, trattandosi di uno studio che porta per la prima volta un titolo sui nostri PC e console fisse, ma non è esente da difetti, come alcuni bug di compenetrazione e lievi sbavature sparse qua e là. Tornando al tema trattato nell’incipit, questo tipo di survival può risultare una grande sfida (molto punitiva) e funzionale ai fini del genere stesso, ma che stona decisamente con alcune delle meccaniche proposte. Impact Winter è un buon primo esperimento, ma c’è da lavorare.

Modus Operandi: Questa recensione è stata redatta basandosi sulla versione PC del titolo, completando il titolo dopo diversi tentativi.

Gianluigi Crescenzi
Classe 90, invecchia bene tanto quanto il vino, anche se preferisce un buon Whisky. Ama l'introspezione, l'interpretazione e l'investigazione, e a volte tende a scavare molto più del necessario. Inguaribile romantico, amante della musica e cantante in erba, si destreggia tra hack n'slash, soulslike, punta e clicca e... praticamente qualsiasi altro tipo di gioco.

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