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Immortality – Recensione del capolavoro di Sam Barlow

Sono tantissimi i videogiochi che possiamo definire di qualità, e un po’ meno quelli che possono essere definiti dei veri e propri capolavori. Tuttavia c’è una cosa che anche per un capolavoro non è sempre scontata: la genialità. Molto spesso le vere e proprie perle videoludiche nascono dall’idea di una sola persona, da quel guizzo che permette di creare qualcosa di unico e mai visto prima, potrebbe esserne un esempio Hideo Kojima per quanto riguarda i titoli più blasonati, ma anche Lucas Pope ad esempio nel campo degli indie. Senza discostarci troppo, arriviamo ad un altro genio del settore, Sam Barlow, che con il suo Her Story e la sua semplice quanto efficace struttura, seppe affascinare e rapire milioni di giocatori, un po’ – anche se con meno impatto – come il titolo successivo, Telling Lies. Il 2022 ci porta così uno dei titoli più impensabili degli ultimi 20 anni, che ancora una volta con una struttura all’apparenza semplicissima, è riuscito a scardinare la porta della razionalità e a catapultarci in un loop di fame, curiosità e tanto altro. Si tratta di Immortality, proprio di Sam Barlow, che senza peli sulla lingua possiamo definire un capolavoro, e di cui effettivamente sarà molto complicato parlare in recensione, dato che eviteremo qualunque tipo di spoiler.

Che fine ha fatto Marissa Marcel?

Partiamo dalle basi: Immortality ci mette di fronte alla strana e sfortunata carriera di attrice di Marissa Marcel, una ragazza che ha recitato in tre film, ma con nessuno di questi che sia mai stato pubblicato. Dopo di questo, l’attrice è scomparsa. Marissa è nata in Francia e si è trasferita in Inghilterra per fare da modella, e viene notata grazie alla sua comparsa in una pubblicità di sapone. Da lì, viene scelta per recitare in Ambrosio di Arthur Fisher nel 1968, Minsky con John Durick alla regia, e Two of Everithing nel 1999 sempre con Durick. Non ci dilungheremo oltre sui dettagli base, perché qualsiasi informazione potrebbe risultare uno spoiler sia per la trama, sia per la ricostruzione che dovrete affrontare.

Già, perché Barlow e il team di Half Mermaid hanno definito Immortality un “progetto di restaurazione filmica interattivo”, un software per controllare e fascicolare delle clip sopravvissute ai film mai pubblicati: da scene dal set, a dei video diari, fino alle letture al tavolo o a delle interviste in TV, tutto ciò che vedremo può nascondere degli indizi utili.

Come è scontato che sia, da scoprire c’è molto più di quello che ci si aspetta. I contenuti di queste clip contengono spesso temi adatti a un pubblico maturo, con molti elementi che possono disturbare, dalla violenza, a nudità scene con contenuti sessuali espliciti, ed altri (all’apertura del gioco è disponibile un documento che prepara l’utente a tutto ciò che potrebbe turbarlo, una lettura consigliatissima per coloro che vorranno approcciare a questo gioco). Mettiamoci inoltre che le vibrazioni e il sentore che Immortality trasmette è a leggere tinte horror, e avremo di fronte un mix a dir poco disturbante, tra mistero, intuizioni, e indagini.

Sedersi alla direzione

Come ci muoveremo all’interno del gioco? Anche in questo caso, è veramente complicato in recensione parlare di un “gameplay” inteso alla vecchia maniera, perché come già detto Immortality ci mette di fronte ad un lavoro di visione e confronti. Certo, questo richiama un po’ ciò che abbiamo fatto con Her Story e Telling Lies, se non fosse per il fatto che stavolta non dovremo utilizzare parole chiave o simili, ma i video stessi. Questi sono catalogati in una griglia che prende tutto lo schermo, dove potremo applicare i filtri che vogliamo, come data o pellicola, o segnarli tra i preferiti. Potremo usare sia un controller, sia mouse e tastiera.

Potremo fare con le clip quello che vorremo: avviarle e guardarle, riprodurle a velocità diverse, riprodurle all’indietro, stopparle, visualizzare frame per frame, segnarle tra i preferiti per qualche motivo e, soprattutto, attivare la modalità con l’occhio per selezionare un oggetto, una persona o un elemento particolare nella clip, ed essere teletrasportati in un altra clip essa correlata, che magari presenta quello stesso elemento, quella specifica persona, un concetto, o qualcosa di strettamente collegato.

Insomma, un intero labirinto di immagini e video che ce ne farà scoprire ogni volta di nuovi, fino a farci scendere nella tana del bianconiglio. Sarà indispensabile utilizzare tutto ciò che si ha, avere un buon occhio, e anche un buon orecchio (e quindi è strettamente raccomandato giocare con le cuffie alle orecchie e con solo l’audio di Immortality attivato, lasciate Spotify e simili per altri titoli).

Dato che veramente tutto, a parte le informazioni riguardanti Marissa Marcel, è giusto sia ignoto ai giocatori che vorranno intraprendere questo viaggio, c’è veramente poco altro che possiamo dire. Possiamo dire che la prova attoriale di tutti gli interpreti presenti è magistrale, con ovviamente Manon Gage (nei panni di Marissa Marcel) in cima alla lista; possiamo dire che la scrittura è a livelli altissimi, con Barlow che è stato affiancato da Allan Scott (Queen’s Gambit), Amelia Gray (Mr. Robot) e Barry Gifford (Wild at Heart); possiamo dire che il giocatore si sentirà sempre più coinvolto, che sarà il direttore stesso dell’esperienza, e che non esiste un fallimento o un game over; possiamo dire che ci troviamo di fronte a una delle migliori produzioni di sempre per questo genere.

Immortality

9.8

Siamo di fronte a uno di quei titoli che non ti aspetti (forse un po' sì, se conoscete Barlow), e che sicuramente riuscirete ad apprezzare a pieno quando lo proverete. La ricerca della verità, la visione dei vari film, il modo in cui si scava, la scrittura, e tutto ciò che Immortality nasconde, uniti insieme lo rendono un titolo unico nel suo genere, nonostante filosoficamente e in qualche micro meccanica prenda ispirazione da altre sue produzioni. Se avete voglia di provare qualcosa di nuovo, di diverso, che vi coinvolga, inquieti e affascini allo stesso tempo, sapete già cosa fare.;s

Gianluigi Crescenzi
Classe 90, invecchia bene tanto quanto il vino, anche se preferisce un buon Whisky. Ama l'introspezione, l'interpretazione e l'investigazione, e a volte tende a scavare molto più del necessario. Inguaribile romantico, amante della musica e cantante in erba, si destreggia tra hack n'slash, soulslike, punta e clicca e... praticamente qualsiasi altro tipo di gioco.

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