Questi quattro giorni di GameRome hanno veramente arricchito la cultura videoludica sia degli organizzatori che dei spettatori, che hanno avuto l’opportunità e sicuramente il piacere di partecipare a conferenze di spessore e altissimo livello d’interesse. Tra i grandi nomi internazionali, però, oggi vogliamo porre il nostro “focus” sulla conferenza intrattenuta dal noto Max Giovagnoli sulla relazione che lega il cinema ai videogiochi.
Nel corso della sua conferenza Max Giovagnoli ha voluto condividere con i presenti come il cinema oggi sia sempre più presente e importante anche per lo sviluppo di videogiochi e viceversa. Questo aspetto diventa ancora più importante visto anche l’arrivo della nuova tecnologia della realtà virtuale, che porterà il livello di Immersive Cinema, Design e Storytelling sempre migliore. A strutturare la tesi, il dott. Giovagnoli ha portato l’esempio di Zero Vision, la società tedesca che è riuscita ad incrementare l’immersività del cinema in parallelo con lo sviluppo della realtà virtuale (dimostrazione visiva di immersione, privo di interazione con audio avvolgente e posizione sdraiata).
L’esempio della società tedesca è solo uno dei tanti che il professore ha citato e mostrato con diversi video sul palco della GameRome, perché gli studi sull’immersività cinematografica stanno progredendo sempre di più e nascono centri di studio importanti che sperimentano dei cinema differenti, con effetti audio visivi geniali o in 7D o 9D. Queste nuove esperienze per forza di cose passano dal cinema al videogioco più di quanto noi possiamo immaginare, tanto che Sony con PlayStation già tre anni fa promuoveva un progetto chiamato “Immersive Experience“, nel quale l’utente riusciva a sfruttare una tecnologia totalmente immersiva stando seduto tranquillamente sul divano di casa propria.Dopo gli esempi più tecnici, Max Giovagnoli ci ha portato anche esempi di marketing che, come ben sappiamo, è uno dei comparti più importanti per il successo sia di un film che di un videogame. Anche in questo caso uno degli esempi più calzanti che ci è stato raccontato è quello di John Wick, con cui la produzione cinematografica, per sponsorizzare il film, ha voluto insieme ad HTC Vive ricreare a mò di videogioco una scena del film con la nuova tecnologia della realtà virtuale, per farlo poi giocare al pubblico. In effetti è un’idea davvero interessante che crea, tramite un videogioco, ancora più empatia tra consumatore finale e produzione.
Ultimo ma non meno importante fenomeno che si sta sviluppando negli ultimi anni è quello del milking, con il quale i film entrano ancora più a contatto con i videogiochi grazie all’utilizzo delle stesse forme di linguaggio. Uno dei casi più importanti riportati dal professore è quello di Star Wars Rogue One, l’ultimo film della longeva saga creata da George Lucas, nel quale il piano di comunicazione del prodotto si espande toccando tantissimi comparti, come quello dei videogame fino all’arrivo nelle sale. In questo caso specifico Rogue One è diventato un videogame, grazie a LEGO e tantissimo altro materiale di merchandise.
Questo interessante percorso dunque ci ha portato a capire quanto sia indispensabile oggi l’interazione tra i due mondi, visto che la tecnologia utilizzata nelle sale cinematografiche e quella utilizzata nei videogiochi molto spesso combaciano o si trainano a vicenda. Tanto ancora c’è da scoprire in questo lungo viaggio, ma ringraziamo Max Giovagnoli per questo bellissimo excursus.