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Il Signore degli Anelli – Gli Anelli del Potere, recensione dei primi due episodi della serie Prime Video

Prime Video ci porta ancora una volta nella Terra di Mezzo, in quest’occasione migliaia di anni prima degli eventi che abbiamo imparato ad apprezzare al cinema, narrati ne Il Signore degli Anelli e successivamente ne Lo Hobbit; con Il Signore degli Anelli – Gli Anelli del Potere sembra che la smania di andare indietro nel tempo sia quasi un obbligo nel mondo delle trasposizioni cinematografiche delle opere che provengono direttamente dalla carta stampata: l’epopea di Tolkien non fa eccezione ed ecco che oggi ci ritroviamo a raccontare le gesta e le avventure degli eroi che hanno camminato su Arda nel corso della seconda era di questo mondo. Abbiamo davanti a noi un lungo viaggio, fatto di lacrime, guerre e risate: ci sono cose che sono, cose che furono ed alcune cose che devono ancora verificarsi.

Anelli del potere primo trailer

L’ombra del passato – Primo episodio

La metrica scelta per introdurre una serie così mastodontica, scelta dal regista J.A. Bayona è grossomodo la stessa adottata da Peter Jackson con la sua trilogia: una voce fuori campo ci racconta cosa avvenne in passato, coadiuvata da immagini di assoluto impatto visivo che ci fanno fin da subito immergere dalla testa ai piedi nel mondo di Arda; si, perché non partiremo direttamente dalla Terra di Mezzo per questo viaggio, la storia parte da un tempo pregresso alle ere del mondo, un temo dove il concetto stesso di morte era sconosciuto ai popoli che dominavano il mondo conosciuto. La voce fuori campo è quella di Galadriel, al tempo ben lungi dall’essere la potente regina di Lórien, per quanto la incontriamo nelle vesti di una bimba nel suo racconto. Nel giro di poco meno di un’ora ci presenteranno una serie di personaggi che sono conosciuti ai più esperti del mondo tolkieniano ma che per molti vengono scoperti per la prima volta, ad esempio l’ombra dell’Oscuro Signore Morgoth – maestro di quel che sarà Sauron il padrone dell’Unico Anello – viene mostrata per la primissima volta a schermo, sebbene i più attenti potrebbero ricordare le parole di Gandalf quando nelle sale di Moria disse alla Compagnia dell’Anello che davanti a loro stava per ergersi un Balrog di Morgoth, nominando così l’antico male del mondo. Tuttavia questi sono solo accenni a personaggi che hanno fatto la storia precedente alle ere di questo mondo. Il nostro sguardo volge velocemente alla seconda era, un periodo relativamente pacifico anche se, come sappiamo, il male non dorme mai. Così Galadriel – ormai cresciuta e divenuta una comandate di un gruppo di elfi – si prefigge lo scopo di ritrovare il male nella Terra di Mezzo e debellarlo. Nel frattempo, ci innamoriamo di personaggi nuovi come gli Harfoot, una razza degli Hobbit che già conosciamo, e come dimenticarci di un giovanissimo Elrond all’epoca senza un regno e dedito alla politica elfica. In questo scenario si dipana la prima puntata della serie, con un ritmo sufficientemente serrato e lo spazio per la narrazione di ogni razza che compare a schermo.

Il Signore degli Anelli - Gli Anelli del Potere

Secondo Epsodio

Ovviamente qui entriamo più nel vivo delle cose, andando a scoprire personaggi nuovi come Arondir, un elfo silvano che fa la guardia ad un popolo di umani, un tempo alleati dell’Oscuro Signore Morgoth e oggi, uno sparuto gruppo di contadini che cerca di sbarcare il lunario. Nel villaggio controllato dall’elfo c’è Bronwyn, una guaritrice molto orgogliosa dal carattere forte che avrà un ruolo centrale assieme ad Arondir nello scoprire come il male sta lentamente riprendendo potere. Galadriel deve fare i conti con se stessa: scegliere quale è la sua via, e in questo possiamo dire che siamo stati tutti nelle condizioni dell’elfa che, sebbene sia ormai una donna di migliaia di anni, dimostra di essere ad un bivio della sua esistenza. Tornando agli Harfoot, alle prese con il loro vivere alla giornata ed essere nomadi, Nori una giovanissima ragazza vive la sua vita alla ricerca spasmodica di un’avventura: la Harfoot è convinta che la vita gli riservi di più del semplice vagare per le foreste delle Montagne Nebbiose e quindi è divisa tra il rispetto delle tradizioni e quello che le dice il suo cuore. Perfino Elrond ha i suoi grattacapi con i Nani di Durin: come ben sappiamo il popolo delle montagne è orgoglioso e testardo, duro come la pietra e forse solo la gentilezza dell’elfo può erodere questa durezza intrinseca un po’ come l’acqua fa con la roccia. La seconda puntata si chiude con un po’ meno epica e più sostanza, questo senza dubbio.

Tornare nella Terra di Mezzo

Non tutto è perfetto ne Il Signore degli Anelli – Gli Anelli del Potere: prima di tutto diciamo che la serie è stata prodotta e scritta con l’aiuto della Tolkien Estate, un’entità legale con il compito di occuparsi delle proprietà intellettuali dell’autore originale J.R.R. Tolkien per l’appunto e di preservarne il valore storico e culturale. Insieme a questo ente e alla produzione di Prime Video, si affiancano gli esperti della New Line Cinema che hanno curato la metrica dell’opera ed i dettagli di quello che appare a schermo, facendo un lavoro epico in quanto la qualità di quello che vediamo a partire dalla computer grafica che ci porta di getto su Arda per finire con le armi e le armature è di livello eccezionale così come lo sono i vestiti e le scelte dei materiali utilizzati, specifici per ogni zona della Terra di Mezzo e per ogni razza per giunta. La serie è tuttavia “ispirata” agli scritti di Tolkien e più specificatamente tratta dalle appendici de Il Signore degli Anelli, quindi di fatto non va affrontata come una trasposizione perfetta ne tanto meno come un compito di copia dell’opera originale: Gli Anelli del Potere è una visione personale di quello che è stato descritto dall’autore originale ma con elementi e idee nuove, talvolta anche svecchianti ed anticonformiste. Se affronterete questa serie libri alla mano ne resterete delusi, in primis per la presenza di personaggi originali come Arondir (si, l’elfo di colore che ha fatto tanto discutere sui social) che come sappiamo non compare minimamente su Arda (a buon bisogno dato che Tolkien era un uomo del suo tempo e non ce lo vedo a decantare le gesta di un elfo di colore); così come Disa la moglie di Durin III, principessa dei Nani che non ha la classica peluria facciale tipica della descrizione della sua razza e si, anche lei ha la pelle scura. Se sarete capaci di superare le differenze, soprassedere ad alcuni rimaneggiamenti temporali (eventi che avvengono in un determinato momento nei libri ma che qui possono avvenire prima o dopo ai fini dello svolgimento della trama) allora amerete questa serie, altrimenti per voi sarà un bagno di sangue, sudore e lacrime, dato anche che i protagonisti principali – escluso Elrond – sono quasi tutte donne. Anche questo è un cambiamento non da poco per un’opera tolkieniana che, indubbiamente, l’autore originale non avrebbe scritto, ma che di fatto cambiando media e cambiando i tempi è impensabile che tutto resti immutato.  Il Signore degli Anelli – Gli Anelli del Potere si preannuncia come mastodontica e ricca di potenziale e di buone idee: resta da vedere se quelle idee verranno messe a frutto e fatte crescere (così come piace agli Hobbit, veder crescere le cose) oppure se si rivelerà un’occasione sprecata e dovremo relegare il prodotto negli angoli più bui di Dol Guldur. Appuntamento il 2 settembre e che Eru ci protegga tutti!

Il Signore degli Anelli - Gli Anelli del Potere

8

Il Signore degli Anelli - Gli Anelli del Potere è una serie tv composta da otto episodi, prodotta da Amazon e distribuita su Prime Video. La serie è ispirata al manoscritto di J.R.R. Tolkien ma contiene elementi diversi rispetto all'opera originale, per questo motivo non va vista come una trasposizione letterale ma come una rivisitazione ammodernata degli scritti in essere. E' una serie capace di mettere d'accordo appassionati e non, almeno da quanto si evince dalle prime due puntate, resta da vedere l'opera compiuta nella sua interezza per andare oltre.

Tiziano Sbrozzi
Lusso, stile e visione: gli elementi che servono per creare una versione esterna di se. Tiziano crede fortemente che l'abito faccia il monaco, che la persona si definisca non solo dalle azioni ma dalle scelte che compie. Saper scegliere è un'arte fine che va coltivata.

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