Il Gattopardo, Recensione: il romanzo di Lampedusa prende vita su Netflix

Ecco la nostra recensione della Serie TV Il Gattopardo, approdata su Netflix. Si tratta della seconda trasposizione del romanzo di Giuseppe Tomasi Di Lampedusa.

Giorgio Maria Aloi
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Recensioni
Lettura da 8 minuti
Il Gattopardo
7.5 Buono
Il Gattopardo

Il Gattopardo è una miniserie italo-inglese composta da 6 episodi diretta da Tom Shankland, che per la realizzazione della serie ha collaborato con Laura Luchetti e Giuseppe Capotondi. È il secondo adattamento cinematografico del romanzo di Giuseppe Tomasi Di Lampedusa (il primo è stato nel 1963, ossia il cult diretto da Luchino Visconti) e ha debuttato su Netflix il 5 Marzo 2025. Nel cast sono presenti Kim Rossi Stuart, Saul Nanni, Benedetta Porcaroli, Deva Cassel, Paolo Calabrese, Francesco Colella, ed altri.

“Tutto deve cambiare affinché niente cambi”

1860. L’Italia non è ancora unita, e ora Giuseppe Garibaldi e i suoi 1000 soldati cercano di conquistare la Sicilia. Sono appena arrivati a Palermo, e questa missione viene vista come un’opportunità per alcuni, ma allo stesso tempo non viene vista di buon’occhio da altri. Uno di questi è Don Fabrizio Corbera (Kim Rossi Stuart), il Principe Di Salina (il Gattopardo), e vede la possibile Unità D’Italia come una minaccia al suo status quo e all’aristocrazia a cui appartiene. Per questo, cerca di proteggere le sue proprietà e la sua famiglia.

Il Gattopardo si prende cura soprattutto della figlia prediletta Concetta (Benedetta Porcaroli) e di suo nipote Tancredi (Saul Nanni), verso cui ha sempre avuto un occhio di riguardo. Il giovane Tancredi, però, è tra i sostenitori della missione di Garibaldi e per questo avrà non pochi conflitti con lo zio. Questo porterà quest’ultimo a cercare alleanze indesiderate e a spezzare il cuore di sua figlia Concetta, da sempre innamorata di Tancredi, visto che organizzerà anche il matrimonio tra suo nipote e Angelica Sedara (Deva Cassel), figlia di Don Calogero Sedara (Francesco Colella).

Una riproposizione “moderna” e più fedele al romanzo

Tutti hanno sentito parlare almeno una volta del Gattopardo, sia per il romanzo di Giuseppe Tomasi Di Lampedusa sia per il film di Luchino Visconti. C’è chi ha potuto saggiare l’uno o l’altro, chi ha fatto entrambe le cose, o chi nessuna delle due. La Serie Netflix dà la possibilità di far conoscere questa storia anche a chi la disconosce totalmente o di fornire una nuova versione con una prospettiva differente.

La nuova trasposizione è stata realizzata sottoforma di serie tv, avvicinandosi alla controparte letteraria e discostandosi da quella del film. Se la versione cinematografica mirava a rappresentare un periodo storico che stava per concludersi, quella televisiva si concentra più sulle figure femminili e sulle dinamiche familiari. Questo approccio si è rivelato più “moderno” e ha uno stile narrativo semplice, più alla portata del pubblico generalista (anche quello dei più giovani) e con un ritmo incalzante che rende le varie puntante scorrevoli e piacevoli da guardare. Esteticamente e narrativamente, ricorda serie tv come Downton Abbey e The Crown, e sembra che Il Gattopardo sia una sorta di “copia di Bridgerton all’italiana”, conservando però la fedeltà al romanzo, ed era l’unico approccio adatto per catturare facilmente il pubblico.

Le varie differenze tra le versioni

Quando si fa un adattamento, si sfiora l’ambizione (elemento ricorrente della storia) e ciò che conta è il modo in cui si decide di narrare la trama. Per quanto possa essere fedele o no, l’impronta autoriale ci sta sempre, e l’approccio deve sempre essere adatto alla società contemporanea. La serie Netflix ha trovato il giusto compromesso, rispettando la fedeltà del libro e prendendosi anche qualche libertà narrativa che non dà fastidio, tranne ai puritani dell’opera originale.

Il capolavoro di Visconti era più concentrato molto sul punto di vista del Principe Di Salina, per quanto riguarda i cambiamenti che stava assistendo, sul periodo storico, sui luoghi della Sicilia, e aveva anche uno stile teatrale, che mostrava la decadenza dell’aristocrazia siciliana. La Serie Netflix, invece, approfondisce le dinamiche sentimentali, mettendo più in risalto le figure femminili come Concetta e Angelica e le loro ambizioni, amplia i luoghi rappresentati con buone inquadrature (che potrebbero alimentare il cineturismo come il film di Visconti) andando anche fuori dalla Sicilia, e allo stesso tempo entra anche all’interno delle mura per esplorare i personaggi della famiglia. La novità qui sta che hanno reso quasi protagonista Concetta, senza togliere spazio al Principe Di Salina.

Comparto tecnico e cast: alti e bassi

Come lo stile narrativo, anche il comparto tecnico si adatta al pubblico moderno ed è stato reso molto semplice. Questo vale per la regia, che mette bene a fuoco i vari paesaggi e le varie dinamiche, uniti da un montaggio ben strutturato e mai confusionario. Questi sono anche accompagnati da una fotografia illuminante, una scenografia abbastanza realistica, una colonna sonora contestualizzata alla trama e la fine di un episodio fa venire voglia di guardare quello successivo. La suddivisione degli episodi ha reso semplice la visione e ha dato la possibilità di non trascurare alcun dettaglio importante.

Non è una serie perfetta, anzi siamo lungi dal dire che lo sia, perché qualche difetto c’è, e uno di questi si riflette nel cast. Ci sono attori che hanno fatto bene il loro lavoro, in primis Kim Rossi Stuart, convincente nel ruolo del Principe Di Salina. Oltre lui, Benedetta Porcaroli ce la mette tutta per il ruolo di Concetta, incarnando tutte le sue ambizioni e i suoi sentimenti. Un’altra sorpresa è stata Deva Cassel, dimostrando di avere l’espressività, la femminilità e la capacità di saper interpretare Angelica, ruolo toccato alla Cardinale anni fa. Il resto del cast, purtroppo, stona tantissimo, come Saul Nanni.

Lo spirito del romanzo è stato conservato?

Sia il film di Visconti che la serie Netflix offrono una propria interpretazione de Il Gattopardo, mantenendo lo spirito e fornendo ciascuna le priorità del proprio tempo, seppur il contesto storico sia lo stesso. Il film si concentra sulla tematica e sul periodo storico, divenendo un classico del cinema italiano. La serie, invece, si concentra più sulle relazioni amorose, le ambizioni dei protagonisti e dà anche un abbraccio alla modernità.

Tuttavia, il senso e il messaggio vengono conservati, perché certe dinamiche politiche, sociali e familiari restano sempre. Il Gattopardo è un chiaro riferimento alle idee progressiste e il nascondiglio dell’intento di mantenere i vecchi privilegi, anche nella nuova fase politica. Basta pensare alla frase “Tutto deve cambiare affinché niente cambi” che racchiude il messaggio, ovvero una constatazione amara sul fatto che anche se la classe politica, la società e anche volti cambino, molte dinamiche restano sempre le stesse. Per capire il presente, bisogna guardare il passato si dice e nonostante sia ambientata in un periodo storico passato, ci sono riferimenti all’epoca attuale e fa capire come si muove il mondo. Possono cambiare le persone, ma il potere, il mantenimento di alcuni privilegi e l’incapacità di adattamento alle “novità” ci sono sempre state e sempre ci saranno al mondo.

Il Gattopardo
Il Gattopardo
Buono 7.5
Voto 7.5
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