Ormai i videogiochi non sono più un vizio per ragazzini. Fino a una ventina di anni fa venivano visti soprattutto come una distrazione da parte degli adulti, un’attrazione che distogliesse dallo studio. Oggi, grazie all’evoluzione di Internet, i videogiochi sono diventati invece materia per veri professionisti. I titoli si sono sviluppati al punto tale che è richiesta una certa abilità per competere: i controller si sono trasformati e la quantità di tasti presenti su di essi permette decine e decine di combinazioni e scelte diverse. Di conseguenza sono nati gli eSports, delle discipline sportive sui videogiochi regolamentate a livello federale. I gamer professionisti che fanno proseliti in giro per il globo sono centinaia.
Tra gli italiani, nella fattispecie, possiamo menzionare Andrea Mengucci, esperto di “Magic Arena”, e Alessandro Avallone, che si è spesso distinto ai tornei di “Quake” e “Painkiller”. Per quanto riguarda Pes è Ettore Giannuzzi il più famoso di tutti. “Pow3r” è specializzato in “Fortnite”, mentre Daniele Di Mauro in “League of Legends” e Riccardo Romiti in “Starcraft”. Gli eSports hanno ricevuto negli ultimi anni un’attenzione mediatica tale che più di una volta si è parlato di un loro possibile inserimento alle Olimpiadi. Il dato più curioso è la cerimonia d’apertura dei Giochi di Tokyo ha utilizzato proprio le colonne sonore di alcuni videogiochi, di cui il Giappone è d’altronde la patria incontrastata. I gamer fanno parlare di sé anche per collaborazioni con società importanti, come quelle calcistiche. Gli eSports sono diventati così un vero e proprio fenomeno di massa e anche chi sapeva poco del settore videoludico ha iniziato ad informarsi sul tema.
I gamer più forti del mondo sono di varie nazionalità. In Corea sono presenti ad esempio “Faker” e “Flash”, rispettivamente campioni di “League of Legends” e “Starcraft”. In quest’ultimo titolo eccelle anche la giocatrice più vincente sempre, vale a dire la canadese Sasha Hostyn. Lo svedese “F0rest”, invece, è abile in “Counter-Strike”. “Ninja”, forse il più noto dei gamer sul web, ha partecipato invece a tornei di svariati giochi. Già, perché è proprio così che si comincia: partendo dalle competizioni locali e regionali, per poi alzare sempre più in alto l’asticella, cercando di portare a casa quando possibile anche qualche bel premio in denaro. Solo così si può diventare professionisti e fare dell’intrattenimento videoludico un mestiere.
Per poter giocare ad alti livelli è necessario sacrificare molte ore per allenarsi, proprio come nelle più ordinarie discipline sportive. Alcuni dei gamer più celebri devono comunque la loro popolarità alle piattaforme di condivisione video come Youtube e Twitch, sulle quali riprendono se stessi mentre giocano, così da mostrare al loro pubblico un titolo appena uscito o suggerire qualche soluzioni per i passaggi più complicati. Gli anni ’90 appartengono al passato: un tempo era necessario dover acquistare una rivista specifica sui videogiochi per conoscerne i retroscena, mentre oggi basta disporre di una connessione ad internet.
I gamer sono quasi tutti molto giovani. Il professionismo è nato solo di recente e di conseguenza è ancora presto per poter affermare se attecchirà anche nelle future generazioni. A quanto pare, però, la rete continua a favorire incessantemente lo sviluppo di videogame e giochi virtuali: ne è un esempio l’elenco delle slot più giocate online. Considerando che la tecnologia ha ancora molto da offrire per quanto riguarda l’intrattenimento, non ci sarà troppo di che stupirsi se nei prossimi anni assisteremo all’uscita di titoli rivoluzionari negli store digitali e nelle piattaforme di gambling, al di là della strada che prenderà il professionismo.