Horizon Zero Dawn, senza infamia e senza lode

Federico "Gears" Lima
Di Federico "Gears" Lima GL Originals Lettura da 4 minuti

Non c’è dubbio che nel corso dei Game Awards di quest’anno le sorprese non siano mancate, basti pensare alla valanga di novità annunciate (il nuovo teaser di From Software, Soul Calibur VI, ecc.) o al criptico trailer di Death Stranding. Eppure, in mezzo a titoli che hanno portato a casa anche più di un trofeo come Hellblade: Senua’s Sacrifice, Cuphead ed il trionfante The Legend of Zelda: Breath of the Wild, ci sono gli sconfitti che, senza infamia e senza lode, non hanno alcuna statuetta da riporre sullo scaffale. Tra essi c’è un gioco che nessuno si sarebbe mai aspettato di trovare in questa schiera, arrivato in cima all’Olimpo di Sony e poi precipitato nel dimenticatoio: stiamo parlando di Horizon Zero Dawn, l’ultimo titanico lavoro di Guerrilla Games che non ha vinto nemmeno un singolo premio tra tutte le categorie in cui era stato nominato.

Quali saranno state le cause di questa rovinosa sconfitta? In molti si sono posti questa domanda, noi compresi, e per trovare una risposta potremmo provare ad affrontare la questione con una visione più ampia e critica. Innanzitutto, partiamo osservando gli ambiti in cui Horizon è stato candidato: Best Game Direction, Best Narrative, Best Art Direction, Best Action/Adventure Game e, dulcis in fundo, Game of the Year. Si tratta forse delle categorie più prestigiose e contese, caratterizzate da una concorrenza spietata fatta di avversari validissimi. Una bella sfida, non c’è dubbio!

HORIZON ZERO DAWN: THE FROZEN WILDS

La strada era in salita da subito, dunque, ma nonostante questo tutti pensavano che il titolo di Guerrilla Games avesse le carte in regola per portarsi a casa qualche trofeo. Come ben sapete non è stato così, e Horizon si è visto strappare la vittoria da giochi pluripremiati, cedendo persino il posto ad un inaspettato What Remains of Edith Finch. Un peccato, vero? A pensarci bene, però, forse è proprio la grande varietà di nomination ricevute il sintomo principale della sconfitta: Aloy si è trovata a competere su così tanti fronti da non riuscire a eccellere in nessuno di essi. L’espressione inglese “Jack of all trades and master of none” è particolarmente adatta a descrivere Horizon che, nonostante il grande successo riscosso al momento dell’uscita, si è trovato a rappresentare la mediocrità in mezzo ad avversari più consolidati nei loro generi.

Non che il titolo di Guerrilla non abbia meriti, anzi, ma forse è stata la sua natura fortemente poliedrica a mettergli i bastoni fra le ruote: action e shooter, RPG ma con limitazioni, Open World e narrativa molto presente. Un progetto estremamente ambizioso e unico nel suo genere, che però non è riuscito a splendere in più ambiti. Il peccato di Horizon, tuttavia, potrebbe benissimo non esser stato nemmeno questo: che si tratti di pura sfortuna e/o di una concorrenza troppo valida? Non possiamo far altro che speculare, ma di una cosa possiamo essere certi: nella storia dei videogiochi e, soprattutto, nei nostri cuori, Horizon un segno l’ha lasciato di sicuro.

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Nintendaro fino all'ultimo ricciolo, mi sono avvicinato al mondo Playstation solo da qualche anno. Le mie saghe preferite sono Kingdom Hearts, Pokemon e The Legend of Zelda, e la mia abilità nei picchiaduro classici e negli sparatutto è paragonabile a quella di un comodino. Non esattamente il massimo, insomma.