VideogiochiImpressioni

Hands On Lantern – Romics 2016

Nel corso del Romics 2016 di settembre-ottobre, giunto alla sua ventesima edizione, abbiamo avuto modo di provare con mano Lantern, un titolo sviluppato dal team indie tutto italiano Storm in a Teacup. Dopo che il team ci ha accolti nel loro stand, ci hanno puntualizzato prima di tutto come lo sviluppo del gioco non sia ancora terminato e successivamente illustrato due versioni di esso, quella classica per PC e quella col supporto VR. Noi ovviamente abbiamo provato entrambe le versioni per capire quali sono le differenze tra le due parti, ma prima di procedere a spiegarli è necessario parlare inanzitutto della struttura del gioco.

Lantern

Lantern è composto da quattro livelli, ciascuno dei quali rappresenta una stagione (in ordine crescente abbiamo estate, autunno, inverno e primavera); ognuno di essi offre un paesaggio specifico e ciascuna raccoglie al suo interno un significato particolare che va analizzato a fondo. Partendo dal primo livello, cioè dalla stagione estiva, ci si immerge in un piccolo filmato dove troveremo una principessa in kimono molto sconsolata e triste a causa del mondo tramutato in uno scenario dall’aspetto cupo, cinereo e privo di qualsiasi sensazione positiva. Terminato il filmato, è qui che entra in scena una lanterna volante, il cui compito è far rivivere il mondo ridando colore e vitalità, e saremo noi a guidarla attraverso il paesaggio che abbiamo davanti. Uno degli elementi che ci hanno colpito di più è senza dubbio il messaggio offerto dal gioco, davvero profondo e significativo; ogni stagione, come detto prima, figura un significato (ad esempio l’estate che richiama a una sensazione di libertà e di festa) e la lanterna rappresenta il mezzo in grado di diffondere l’amore, la speranza e qualsiasi virtù in un mondo grigio e scarno di valore e non a caso il messaggio riportato su di esso significa appunto “amore”.

Il gameplay di Lantern non è molto complicato: infatti basterà soltanto far guidare la lanterna e colorare il paesaggio davanti a noi, in modo da “riempire” un pilastro che ci consente di procedere oltre un cancello e colorare altre porzioni dell’ambiente stesso; quando si termina la seconda parte, un secondo cancello più grosso del precedente si apre accedendo dunque al livello successivo. Inoltre abbiamo la possibilità di utilizzare due funzioni speciali: la prima è quella di imprimere alla lanterna una maggior velocità in volo e la seconda, forse la più utilizzabile, è quella di causare una sorta di esplosione che colora porzioni di territorio più distanti dal nostro raggio d’azione. Da apprezzare soprattutto la qualità grafica e il comparto sonoro dai toni orientali che suscitano un senso di rilassatezza completa adatte per un gioco dal gameplay non proprio difficile.

Lantern

E ora arriviamo alle differenze tra la versione classica e quella col supporto VR: per quanto abbiamo potuto vedere sono relativamente minime e forse l’unica è nel fatto che con il VR si ha una visione completa da qualsiasi lato, permettendoci di vedere alcune parti dei paesaggi ai margini della visuale che magari abbiamo dimenticato di colorare. Complessivamente, Lantern ci è sembrato un titolo dal significato profondo e che richiama il giocatore a rilassarsi ulteriormente, grazie a un gameplay molto semplice e a un comparto sonoro soave e armonioso. Dato infatti il suo scopo di far rilassare le persone, il titolo può rendere meglio nella versione classica per PC che con il VR. Ricordiamo che il gioco sviluppato dal team italiano Storm in a Teacup uscirà su Steam dal 25 novembre 2016 e supporterà Oculus Rift e HTC Vive.

Alessio "Lello" Lucherini
Colui che ha zompato da una piattaforma all'altra e nel vero senso della parola. Perché iniziare dalla grande N per poi passare alla PS e infine giungere all'equilibrio tra le due parti ha rappresentato il suo stadio evolutivo nel mondo videoludico. Predilige gli scontri tra i classici Nintendo, lavora come esperto Evocatore sottopagato da Akras su Brave Frontier RPG e viaggia tra le mille avventure nel continente di Tamriel in cerca della saggezza, del potere e del coraggio... ah no quella è Hyrule. Però diciamocelo; alla fine per lui Tamriel e Hyrule sono come lo ying e lo yang, un dualismo alla quale difficilmente gli si può togliere dalla mente e dal cuore!

    Rispondi

    Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

    Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

    Potrebbe interessarti anche