GRID – Recensione del nuovo titolo automobilistico di Codemasters

GRID ci fa allacciare il casco e ci porta di nuovo in pista! Ecco la nostra recensione del racing game ibrido di Codemasters.

Gianluigi Crescenzi
Di Gianluigi Crescenzi - Deputy Editor Recensioni Lettura da 10 minuti
8.2
GRID

Quando a proporti l’ennesimo titolo dedicato alle quattro ruote è un team con un’esperienza e un curriculum lunghi quanto la 24 ore di Le Mans, è normale essere ottimisti sulla buona riuscita di un prodotto. Stavolta quello che Codemasters ci propone è un ritorno al passato, con un pizzico di nostalgia misto a tanta sostanza: GRID. Riprendendo per buona parte il topic del brand del quale questo titolo è un reboot, ci tufferemo in una carriera dove impareremo a mangiare l’asfalto con una moltitudine di auto appartenenti a diverse categorie. Saranno riusciti i “Codies” a fornirci ancora una volta un racing di livello, come già accaduto quest’anno con l’ottimo F1 2019? Parola ai motori.

Carriera Multi-Disciplinare

Prima di esplorare il mondo di GRID nella sua natura di racing ibrido, è giusto guardare dallo spioncino e renderci conto di cosa questo nuovo gioco ci offre sul piano dei contenuti. La modalità carriera di GRID è quanto di più variegato ci si possa immaginare, un caleidoscopio d’eventi che ci metteranno alla prova con diversi tipi di veicoli e tracciati. Badate bene però, poiché questa volta non ci perderemo tra creazione fisica del personaggio, personalizzazioni varie, video interviste, messaggi social e così via: questo nuovo titolo, al contrario dei maggiori concorrenti odierni, punta solamente all’azione nuda e cruda, dove la strada scelta dal nostro astro nascente sarà tutta farina del nostro sacco.

Spiegandoci meglio, del nostro pilota potremo scegliere solo nome, cognome, numero della vettura e lo sfondo per il nostro tag (con tanto di stemmini per i traguardi raggiunti). Gara dopo gara e ottenendo obiettivi, aumenteremo anche la nostra esperienza e fama, salendo così di livello, il quale verrà mostrato sempre accanto al nostro nome. Quello che invece sarà il fulcro della modalità Carriera si riassume nella miriade di possibilità che ci si pareranno innanzi: per conquistare il proprio posto nella GRID World Series sceglieremo noi quali eventi affrontare tra i disponibili e raggiungendo il traguardo minimo in quelli che ci interessano ci verranno sbloccati quelli successivi. Utilizzando auto di varie categorie, sia classiche sia moderne, la sfida che vivremo sarà sempre diversa e richiederà particolare attenzione. Le categorie dei veicoli presenti sono Touring, Auto Stock, Tuner e GT, ognuna delle quali va a dividersi in varie sottoclassi (ad esempio la Stock comprende le Muscle Car, Pro Trucks e Oval Stocks); insomma, un negozio di caramelle dove non si sa da quale partire.

Tuttavia non finisce qui, perché è presente anche una categoria dedicata agli eventi speciali Invitational, divisi in 10 sottoclassi che ampliano ancor di più la rosa di vetture che utilizzeremo, dalla Classic Mini Cup alla Ferrari Cup, in un connubio unico tra automobili storiche e moderne.

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Fatta questa premessa, la nostra carriera si aprirà con tre mezze gare di prova, prima di entrare nella nostra personale competizione. La Carriera si riassume in un’enorme bacheca formata da 6 filoni d’eventi, uno per categoria, che potremo completare a nostra discrezione… tuttavia per arrivare tra quelli che contano davvero, sarà necessario vincere l’evento Showdown finale di quattro di queste categorie, ma facendolo nell’ordine che ci aggrada. Rapido, intuitivo, libero. Quest’ultima affermazione è tuttavia vera solo in parte, perché per partecipare ad alcuni eventi dovremo acquistare prima delle auto che rispettino tali caratteristiche, e per farlo sarà chiaramente necessario guadagnare dei crediti con altre gare.

Fascino bivalente

Come già detto, una volta allacciato il casco ed essere scesi in pista, ciò che ci attende è un’esperienza di guida ibrida che, rimanendo di stampo arcade, fa piedino a quelle esperienze un po’ più simulative, senza però sfociare definitivamente nel genere. Chiaramente non stiamo dicendo che disattivando gli aiuti si rimarrà comunque ancorati all’asfalto, tutt’altro: la differenza risulta macroscopica, ma la natura prettamente arcade del brand non è stata abbandonata, mantenendo la quantità delle modifiche apportabili agli aiuti su un numero non eccessivo. Nonostante la volontà di attestarsi su un piano leggermente diverso dalla concorrenza, il risultato che ne fuoriesce sul piano della guida è comunque un ibrido come molti al giorno d’oggi, che tuttavia riesce a guadagnare qualche punto grazie alla grande varietà dei circuiti (cittadini e non, tracciati storici come Silverstone, o altri più pittoreschi provenienti da ogni parte del mondo). Oltre agli aiuti, alla difficoltà generale e all‘IA (sorprendentemente e graditamente aggressiva), dovremo prestare particolare attenzione anche all’assetto dell’auto, fondamentale per rendere i vari veicoli (che come vi ho già detto sono veramente tantissimi) più adatti al vostro stile di guida.

Sosta ai box

Ma come ci guadagneremo il nostro posto sulla griglia di partenza? Ogni gara avrà la sua griglia iniziale, che ci vedrà sempre quasi in fondo allo schieramento, tuttavia se si tratta di un evento a più round, la griglia della gara successiva sarà l’ordine di arrivo invertito di quella precedente. In alternativa però, e la scelta è più che consigliata, è possibile effettuare una qualifica rapida che su giro lanciato permetterà a tutti i corridori di guadagnarsi il proprio posto. La scelta è vostra, e lo sarà per ogni singolo round (se scegliete di qualificarvi al primo round, potrete anche ignorare la possibilità di farlo in quelli successivi). Anche se tale feature risulta davvero molto comoda, è palese quanto questa sia estremamente sfruttabile per “manipolare strategicamente” la classifica e lasciare indietro i contendenti principali.

Altre feature “attive” che ci mette a disposizione GRID sono direttamente su tracciato. Prima di tutto si affaccia anche in questo nuovo racing la feature del “Flashback“, con la possibilità di riavvolgere per un breve tratto la gara e ripartire dal punto stabilito (un buon modo per non sporcare una prestazione perfetta). Tuttavia questa volta è stato imposto dal team un limite di deafult di 5 rewind per gara (o qualifica), i quali sono però impostabili di numero – da 1 a 5 -, oppure illimitati o disattivati, il tutto a nostra discrezione.

L’introduzione aggiuntiva è invece quella legata alle meccaniche degli altri piloti: abbiamo già accennato del buon livello dell’intelligenza artificiale, e di come sappia rivelarsi aggressiva sia in attacco che in difesa, tuttavia il meglio viene dato (ed effettivamente si nota molto la differenza) quando i piloti assumono un ruolo speciale. Oltre al vostro compagno di scuderia, al quale potremo anche impostare dei consigli per aiutarci nella strategia, saranno presenti il rivale, ovvero il pilota con cui ci stiamo contendendo l’evento quando questo è a più round, e le nemesi, piloti che una volta colpiti duramente ci renderanno la corsa un inferno (e come dargli torto ndr.). Attenzione, potranno essere più di una contemporaneamente.

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Botte e non solo

Colpire duramente. Esatto, perché GRID è fatto di corse estremamente competitive, e spesso bisognerà lasciare da parte gli arzigogoli per una corsa un po’ più “rustica”. Gli incidenti saranno ordinaria amministrazione, uno dopo l’altro, ma sempre e comunque accompagnati da sorpassi al limite, contatti ravvicinati e sportellate. Tuttavia, se c’è una pecca in questo sistema, quella è indubbiamente la qualità della fisica degli impatti, a volte poco credibile e che smonta la magia. Al di là di questo, il comportamento delle auto è sempre buono, e soprattutto su asfalto molto convincente. Tecnicamente ci troviamo alla somma di tutto davanti a un titolo credibile, che anche se non eccelle al massimo riesce a dare uno stimolo appagante. Testando il gioco su PlayStation 4 Pro, non abbiamo notato problemi di alcun tipo, soprattutto sul piano del framerate.

A chiudere il cerchio troviamo due piccole caratteristiche, che poi tanto piccole non sono. Il gioco tende a sottolineare, senza farlo sul serio, che questo è uno sport adatto non solo agli uomini, e molti dei piloti in gara (anche se non vedremo mai i loro volti) portano dei nomi palesemente femminili. Altra cosa da sottolineare è che oltre agli splendidi tracciati proposti, Codemasters ha ottenuto anche delle licenze ufficiali da vari sponsor di diverse categorie, da Motul a Falken, da Shure a Mobil 1, con eventi e/o striscioni in game che portano tali nomi.

GRID
8.2
Voto 8.2
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Deputy Editor
Classe 90, invecchia bene tanto quanto il vino, anche se preferisce un buon Whisky. Ama l'introspezione, l'interpretazione e l'investigazione, e a volte tende a scavare molto più del necessario. Inguaribile romantico, amante della musica e cantante in erba, si destreggia tra hack n'slash, soulslike, punta e clicca e... praticamente qualsiasi altro tipo di gioco.