Per la recensione di un gioco mastodontico come Gothic II: Complete Classic è necessario entrare dentro ad una macchina del tempo mentale per fare un salto indietro di qualche anno e ricordarci di ciò che ci faceva sognare ad occhi puntati sul monitor, tanto tempo fa, ritirando fuori alcuni dei ricordi più belli del nostro pool da videogiocatori e auto-sussurrarsi anche un tenero “wooow”.
Ma se questa è la sensazione che possono provare tutti coloro che si ricordano della mai troppo vetusta versione del gioco originale del 2005, non è affatto da sottostimare la sensazione di coloro che quel brivido non lo hanno provato la prima volta. Magari per mancanza di una concreta possibilità o semplicemente per questioni anagrafiche. Riscoprire oggi un titolo del genere renderà più consapevole la vostra visione di titoli del calibro di Skyrim o di The Witcher 3.
Il lavoro svolto da Piranha Bytes è ricco di amore e di trovate molto profonde. Un GDR che potremmo definire a mani basse “vecchia scuola” e che, dipanando le sue vicende a poche settimane da quanto accaduto nel primo Gothic, ci catapulta in un mare magno di attività non tanto per quanto riguarda la grandezza della mappa, ma per i contenuti che ci offre. Una filosofia che oggi dovrebbe essere sposata a più riprese.
Il porting su Switch
Il porting di Gothic II su Switch che ci viene proposto da THQ, pone l’opera di Piranha Bytes a portata di un pubblico più vasto e la arricchisce di contenuti inediti che offrono nuove possibilità di approccio al gioco.
Innanzitutto in essa è incluso anche il DLC: “La notte del Corvo”, che aggiunge contenuti extra per quanto riguarda le gilde di gioco e anche nuovi incantesimi. Ma sicuramente la chicca più golosa è la possibilità di staccare i joycon dalla nostra ibrida Nintendo Switch e muoverli in aria per castare incantesimi. Una giocosità da non sottovalutare viste le potenzialità della console giapponese.
Oltre a queste non affatto banali modifiche al gameplay, la versione Switch di Gothic II è stata migliorata anche sotto il profilo tecnico. Ripulendo la grafica e le texture e portando il framerate agli agognati 60 fps. Tutto questo ci arriva senza però tralasciare due problemi che affliggevano l’opera alla sua uscita, e che finalmente sono stati risolti: l’interfaccia più ordinata e chiara (per esempio nell’inventario) e una migliore leggibilità dei testi a schermo, indispensabile se immaginiamo di giocarlo in modalità portatile.
Tutti espedienti tecnici insomma che rendono il titolo perfettamente giocabile anche sulla piccola della Casa di Kyoto, e che lo svecchiano di alcune imperfezioni a cui ci siamo disabituati con i moderni GDR.
Un mondo vivo, ma pieno di insidie
Esplorare il mondo di Gothic II non è affatto una passeggiata di salute, nonostante la difficoltà generale del gioco non sia affatto considerabile proibitiva. Il tipo di esplorazione inconsapevole che abbiamo nelle prime fasi del gioco è probabilmente uno dei suoi elementi più affascinanti, ripreso anche da giochi odierni come abbiamo visto nel recente e apprezzatissimo Dragon’s Dogma 2.
Il mondo di gioco sarà subito a nostra disposizione, e noi potremo esplorarlo facendoci strada nella nostra carriera di avventuriero, magari lavorando nei campi per poter arrotondare qualcosa. Ad un certo punto della trama saremo invece obbligati a scegliere la nostra gilda per poter proseguire nella nostra lotta contro il male.
Inizialmente il gioco base ne presentava solamente tre, ovvero i Paladini, i Mercenari e i Guardiani del Fuoco. Grazie però alla presenza del DLC, ci saranno nuove gilde interessantissime pronte ad accoglierci in nuove scorribande… ad esempio quella dei Pirati! Interessante anche il fatto di poter portare avanti due carriere in due gilde diverse, sempre grazie alla presenza del DLC (una gilda del DLC e una del gioco base).
La presenza delle gilde non solo ci indirizzerà verso un percorso coerente con la loro identità, ma ci porterà anche ad affrontare missioni diverse che altrimenti non avremmo mai trovato. Tutto questo rende Gothic II non solo molto vario, ma anche estremamente rigiocabile.
Un calderone del fantastico
Ritrovarsi fra le mani oggi una perla del genere ci ricorda sicuramente da dove nasce l’amore per il genere fantasy, e anche se visivamente lo si potrebbe trovare sicuramente invecchiato non benissimo, Gothic II ha una profondità nel suo gameplay che è ancora capace di stregare e di creare momenti cult che ci faranno sentire pienamente immersi nel suo contesto.
Come per la prima volta in cui un drago atterra davanti a noi fuori da Whiterun in TES: Skyrim, o il combattimento contro il grifone in The Witcher 3, anche Gothic II ci farà vivere quei momenti magici e indimenticabili di un suolo che trema sotto i nostri piedi all’arrivo di un drago. Un drago che rappresenta un elemento di meraviglia non solo perché lo stiamo guardando, ma anche perché sappiamo di poterlo sconfiggere.