AVVISO AI LETTORI: visto e considerato che il gioco che stiamo trattando, Goat Simulator: The Bundle, fa della goliardia uno dei suoi punti di forza più grandi, abbiamo deciso di affrontare questa recensione utilizzando un modus operandi non consueto ma appunto goliardico, proprio per rispettare quella che è l’identità stessa del primo simulatore di capre mai creato prima.
P.S. Il contenuto della recensione non è adatto ai deboli di cuore e agli amanti delle capre.
Quanto pensi di sapere sulla vita di una capra?
Se anche voi pensavate che la capra non avesse una vita intensa, oltre il pascolare sui monti, belare e mangiare erba, beh ragazzi vi sbagliavate di grosso. Oggi grazie ai visionari sviluppatori di Coffee Stain Studios, già noti ai più grazie allo sviluppo dei due Sanctum, possiamo goderci l’esperienza più unica che rara di vivere nei panni di una bellissima Capra. Grazie a questa bellissima e come vi dicevo unica esperienza potrete capire fino in fondo quanto sia difficile vivere come una Capra all’interno di una semplice e piccola cittadina moderna.
I primi passi per un grande futuro
La prima volta che abbiamo provato Goat Simulator, uscito inizialmente in versione PC il 1° aprile 2014, pensammo davvero di essere di fronte al più grande pesce d’aprile videoludico di sempre (non è lontano dalla realtà). Poi però capimmo che gli sviluppatori volevano realizzare un titolo assolutamente così, brutto ma libero, una presa in giro senza senso, lasciando però ai giocatori una libertà che all’inizio è davvero difficile da capire, solo una volta compresa e fatta propria si può dire di conoscere le enormi potenzialità intrinseche del titolo, ovvero belare, leccare, saltare, correre e prendere a testate di tutto e di più. Quando gli sviluppatori lanciarono le prime immagini del gioco, non si aspettavano di certo che da lì a poco dopo sarebbero divenuti virali sui social, tanto che si misero al lavoro per completare il gioco e farlo uscire il prima possibile. Ed è proprio da questo modo sconclusionato e canzoniere che è nato Goat Simulator, il gioco satira per eccellenza di tutti quei giochi “Simulatori” che si sono presi talmente tanto sul serio da uscire fuori pista dalle tematiche fondamentali dei videogiochi. L’ ultimo lavoro svolto dai ragazzi di Coffee Stain Studios, dobbiamo dirlo per onore di cronaca, è alla vista davvero meschino, qualcosa di talmente brutto e buggato che inizialmente vorremmo tutti quanti spegnere immediatamente e chiedere un rimborso a tutti quelli che ancora oggi dopo tutto questo tempo ne parlano bene, passati però i primi 10 minuti di disorientamento capirete ben presto lo spirito allegro e senza pretese del gioco che ci lascia una libertà davvero incredibile. Già, perché il titolo è una parodia dei più duri simulatori, ma nel suo piccolo riesce a farci innamorare della sua grande libertà di scelta e d’azione, tanto che sin dall’inizio non ci sarà un tutorial o una mappa da seguire, ma come i più comuni titoli di skateboard i giocatori potranno essere liberi di esibirsi in incredibili cataclismi.
Fin da subito i giocatori si accorgeranno che verranno premiati ogni volta che conducono un’azione di distruzione e più il danno è grande più si guadagnano punti, è questo l’obiettivo del gioco. Non dovrete far altro che prendere a testate qualsiasi cosa vi passi per la testa, o leccare un oggetto per poi prenderlo e lanciarlo a spasso per la cittadina, saltare sui diversi tappeti elastici e chi più ne ha più ne metta, il tutto inoltre condito da una fisica ambientale e scenica a dir poco pietosa, tanto che troverete divertente e sopportabile tranquillamente anche questo enorme bug, perché presi a divertirvi con tutto ciò che vi circonda. Lo scopo ultimo del gioco è ottenere il massimo punteggio, sbloccando obbiettivi via via sempre più difficili e con ricompense ancora più laute. Purtroppo è questo tutto il senso che il gioco riesce a dare, dopo un paio di ore passate a vincere premi strampalati potremo testare la modalità Time Trial, che vi consentirà di misurarvi con voi stessi cercando di raggiungere il miglior punteggio possibile nel corso di un solo minuto di gioco. I risultati ottenuti nell’intera esperienza di gioco però saranno sempre raccolti e pubblicati online, dove potrete ambire ad occupare i posti più alti in classifica, cosa che sicuramente aggiunge un tocco di profondità all’intero titolo.
Tanto demenziale quanto bello
Vi è mai capitato di fermarvi ad osservare un quadro di arte contemporanea che all’apparenza vi sembra così brutto e ripugnante, ma dal quale non riuscite a staccare gli occhi di dosso? Fidatevi, Goat Simulator non è così. Il simulatore della vita di una Capra, non è quell’esperienza profonda che richiede una certa preparazione psicologica, no, è l’esatto contrario. Come ho già analizzato nel paragrafo precedente, il gioco tende a lasciare liberi i giocatori, godendo propria dell’enorme libertà di scelta che esso lascia, non ci sono vie da percorrere forzatamente o missioni per forza da scovare, si può approcciare al titolo semplicemente con la voglia di spaccare tutto e poi spegnere senza che questo sminuisca la vostra esperienza di gioco, anzi. Dobbiamo però sottolineare che forse il punto più profondo di Goat Simulator è proprio la vasta esplorabilità, che viene stimolata dagli sviluppatori con i tantissimi easter egg sparsi nelle due mappe del gioco. Inoltre ci sono tanti altri mini scenari che entreranno a far parte del gioco in maniera del tutto sconclusionata: ad esempio vi potrà capitare di ritrovarvi persi nello spazio infinito o addirittura nel palazzo del re delle capre dove si dovranno offrire sacrifici umani per farvi evolvere in un pestilenziale caprone satanico.
Questi elementi disseminati nella mappa condiscono il tutto e regalano al giocatore qualche piccola pillola di follia, facendogli dimenticare non solo i pensieri ma anche gli enormi problemi tecnici del quale il gioco è sapientemente pieno. Tra i pregi di un gioco così tanto scellerato, dobbiamo ammettere che c’è anche la completa libertà di sviluppo rilasciata dagli sviluppatori, visto che il titolo supporta Steam Workshop, e addirittura i codici sorgete del titolo sono stati messi a disposizione di chiunque abbia voglia di creare mod. Questa libertà d’azione dà modo al titolo di aggiornarsi continuamente, subendo continui attacchi dagli ufo, o addirittura impersonare i panni di un Darth Vader caprone contro nemici Jedi e molto altro ancora. Nonostante ciò, gli sviluppatori stessi hanno elaborato due diversi DLC, chiamati rispettivamente Goat MMO Simulator e Goatz Simulator. Queste due espansioni prendono in giro altre due tematiche: quella degli MMO e quella degli zombie, entrambe inserite all’interno dell’ultima versione del titolo uscita in versione Sony, PlayStation 4.
Modus Operandi: la recensione che avete appena letto è stata redatta basandosi sulla versione PlayStation 4 del gioco, dopo un’esperienza di gioco durata diverse ore, testando anche i DLC.