Gamescope #16: Folklore

Patrizio Coccia
Di Patrizio Coccia Rubriche Lettura da 9 minuti

Chi di voi si ricorda Folklore? Rilasciato quasi in sordina nel lontano 2007 come esclusiva PlayStation 3 e sviluppato da Game Repubblic, è un gioco di ruolo in terza persona contornato da elementi fantasy in toni noir. Il titolo, immeritatamente a mio avviso, non ebbe il successo che probabilmente meritava, dato che quando uscì propose un gameplay ed uno stile che si distingueva dalle altre opere presenti nel mercato. Dunque oggi analizzeremo quello che rappresentava Folklore e cercheremo di capire le motivazioni che non hanno permesso al videogame di arrivare al grande pubblico.

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Due storie parallele

Folklore ha fondato l’intero comparto narrativo sull’incrocio di destini di due personaggi da un passato molto misterioso. La prima è una fanciulla di nome Ellen, orfana di madre, il secondo è Keats, giornalista che lavora presso una rivista che si occupa di sovrannaturale. A causa di una lettera rinvenuta della defunta madre della ragazza e di una chiamata misteriosa ricevuta dall’uomo, i due si trovano ad affrontare un viaggio che li vede diretti verso l’isola di Doolin in Irlanda. I due protagonisti capiranno presto che per risolvere i loro enigmi dovranno cercare nell’oscuro passato del villaggio che, al calare della notte, è abitato da strane e mistiche creature. Grazie a questi esseri i personaggi principali otterranno un potere che gli permetterà di viaggiare nei Netherworld, anche detti Oltremondo, ovvero dimensioni parallele dove dominano incontrastati spiriti, fate ed altri esseri chiamati Folk. Dunque ci sembra di capire che, almeno per quanto riguarda la trama, le premesse ci sono sempre state.

Appena arrivati i due già stravolgeranno l’equilibrio naturale di Doolin, poiché Ellen si troverà davanti a una donna che, sotto i suoi occhi, si butterà dalla cima di una scogliera. Inizieranno dunque una serie di omicidi e presto i protagonisti si troveranno a investigare, almeno nelle sessioni diurne ambientate al villaggio, separatamente e con i propri mezzi a disposizione. Dopo una serie di strani eventi i ragazzi troveranno il modo per viaggiare attraverso i regni dell’Oltremondo, alla ricerca di risposte ai loro interrogativi. Ellen e Keats si incontreranno durante questo loro cammino ma, almeno la maggior parte dell’avventura, si svolgerà in maniera del tutta separata. Spesso si passerà nei medesimi luoghi ma, nonostante questo, vivranno esperienze totalmente differenti; questo avverrà non soltanto per quanto riguarda il percorso e l’interazione con i vari personaggi, ma anche per tutto quello legato al gameplay. Possedendo sostanzialmente le stesse capacità, avrete modo di metterle in pratica in maniera totalmente diversa. Durante le ore notturne, invece, i ragazzi attraverseranno i vari reami del Netherworld, insieme ad un cast di comprimari affascinanti che aiutano il districarsi della trama. Se in alcuni casi verranno proposte spettacolari sequenze in computer grafica, la maggior parte dell’opera viene narrata grazie a sequenze statiche realizzate in perfetto stile fumetto.

Folklore 2Folk fantastici e dove trovarli

Come accennato in precedenza l’esperienza si svolgerà alternando le fasi esplorative all’interno di Doolin a quelle di battaglia nell’Oltremondo. Il tutto inizierà scoprendo il Regno di Faery, il primo vero passo dei due protagonisti all’interno del Mondo dei morti, proseguendo poi in differenti quest fatte di guerre costanti o di mondi marini. Alla fine di ogni quest farete ritorno al villaggio poiché i Regni sono scollegati tra di loro, ma condividono Doolin come punto di riferimento. Ellen e Keats non hanno a disposizione armi per sconfiggere i nemici, oscuri mostri presenti nelle varie location, bensì assorbono le anime delle creature per poter sfruttare i loro poteri a proprio vantaggio. Questi esseri si chiamano Folk e sono la chiave del gameplay della produzione. Dopo averli sconfitti e catturati saranno completamente a vostro servizio, permettendo dunque di ottenere esemplari sempre più grandi e potenti. Lo scopo sarà quello di sconfiggere gli enormi Folklore, cattivissimi boss di fine livello presenti in ogni regno. Sarà necessario scegliere di volta in volta i Folk più adatti per ogni situazione: sarà possibile equipaggiarne fino a quattro, ma potrete cambiare i predefiniti in ogni situazione.

I Folk, a parte qualche eccezione, sono totalmente differenti gli uni con gli altri, garantendo quindi una maggior diversificazione e longevità, dato che dovrete rivivere l’avventura anche con il secondo personaggio. Il numero delle creature superava di molto il centinaio, alcune nascoste ed altre molto complesse da catturare. Mentre Ellen riesce a controllare i mostri grazie a degli speciali indumenti, Keats diventerà meno umano pian piano che assorbe i Folk, dando sfogo dunque ad una potenza devastante. Anche i personaggi che accompagnano i vari protagonisti sono ben diversi tra loro: a guidare la ragazza ci sarà Scarecrow, simpatico spaventapasseri molto socievole, dall’altro lato per il giovane investigatore si trova Balgae, misteriosa entità invisibile dotata di una maschera. Quello che più mi ha sorpreso delle meccaniche di gioco è che per tutta l’era PlayStation 3 non ho mai trovato un’opera in grado di sfruttare il Sixaxis, il sistema di movimento di cui era dotato il vecchio Pad, come Folklore: quando vi troverete nella fase di cattura di un Folk ci sarà uno speciale raggio che collegherà la creatura al corpo del protagonista, in base al colore del fascio di luce dovrete effettuare con successo una determinata mossa con il controller. Quello che mi colpì fu la precisione con cui gli sviluppatori supportarono questa speciale meccanica.

Folklore 1Che bello leggere fumetti

Il comparto grafico, purtroppo, non era esattamente il punto forte della produzione, ma gli scenari affascinanti e molto scenici aiutano comunque l’immedesimarsi nell’avventura. Il villaggio di Doolin è molto caratteristico e, nonostante si tratti del mondo attuale, è stato creato in modo che non stonasse con le altre ambientazioni ben più magiche. Anche la possibilità di poter decidere, dopo aver completato un regno, con chi proseguire l’avventura fu una scelta che apprezzai particolarmente, anche perché verso la fine tutti i vuoti venivano comunque colmati pian piano. Come detto in precedenza le scene di intermezzo sono fatte a fumetti, con i personaggi che intervengono nelle apposite vignette. Non mancano però filmati evocativi, comunque ben distanti dalla qualità rappresentata dall’epoca. Un’altra nota dolente fu il doppiaggio italiano che, sebbene in alcuni casi fosse molto preciso, non è riuscito a dare quell’incisività nei momenti più importanti del gioco. La scelta dei fumetti comunque, seppure sia sempre molto originale, non riesce a trasmettere quel patos narrativo che avrebbero meritato determinate circostanze davvero drammatiche e inquietanti. Le musiche sono il linea con lo stile dell’opera e, anche se non eccellono, riescono comunque a trasportare il giocatore nel mood del titolo.

FolkloreConclusioni

Probabilmente Folklore non è riuscito ad essere incisivo per delle mosse di marketing non propriamente azzeccate, oppure perché semplicemente questo tipo di prodotto non attira la curiosità dell’utente. L’unica cosa certa è che il titolo mostrava, almeno in partenza, un potenziale enorme, purtroppo mai concretizzato fino in fondo. Il gioco fu comunque un atto di coraggio verso i videogame più in voga di quell’anno come Assassin’s Creed o Oblivion e, per questo motivo, non daremo mai la colpa a Game Repubblic del mancato successo del videogioco. Folklore aveva come punto di forza un gameplay vario e stratificato, fuso alla perfezione con una trama che lascia tutto in sospeso fino all’ultimo momento e con una conclusione all’altezza della storia narrata. Se avete occasione di recuperarlo fateci un pensiero, non ne resterete di certo delusi.

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Patrizio non era ancora nato quando entrarono in casa la Super Nintendo e Super Mario Bros. Pochissimi anni dopo, insieme a lui, arrivò anche la Play Station, e fu tutta un'altra storia. Aveva 4 anni quando a malapena riusciva a tenere il controller tra le mani, ma non mollò più la presa, imparando a giocare a tutti i generi. Appassionato di musica rap, film fantasy, e con un passato da writer, predilige indiscutibilmente i giochi di ruolo, fortemente affezionato alla serie di Kingdom Hearts di cui conserva l'intera collezione, spin-off inclusi.