Epocale sembra quasi un termine banale per descrivere l’importanza del nuovissimo film di Gabriele Mainetti, infatti porta con sé più di quanto si possa immaginare. Non è un semplice film, ma un’opera d’arte cinematografica che sicuramente resterà nella storia. Eccovi la nostra recensione con tutti i dettagli e le curiosità sul nuovo dramma fantastico Freaks Out.
In tantissimi attendono con impazienza l’uscita del lungometraggio, in arrivo nelle sale cinematografiche dal 28 ottobre 2021, distribuito dalla 01 Distribution e prodotto dallo stesso regista in collaborazione con la Lucky Red. Immancabile la presenza di Claudio Santamaria, nel personaggio dell’uomo-lupo Fulvio, il quale porta con sé un ruolo completamente diverso dal primo film esordiente di Mainetti: Lo chiamavano Jeeg Robot. Il regista e produttore, già dal suo primo film, ha dato il via a qualcosa di completamente nuovo mai visto in Italia, portandosi a casa una moltitudine di premi tra cui: David di Donatello e Nastro d’Argento come miglior regista esordiente, David di Donatello come miglior produttore e molti altri ancora.
La giovane Aurora Giovinazzo (Matilde) sarà la protagonista in Freaks Out, spalleggiata da Pietro Castellitto e Giancarlo Martini nei rispettivi ruoli di Cencio e Mario, in questo super cast troviamo anche Giorgio Tirabassi nelle vesti di Israel, Max Mazzotti nel ruolo del Gobbo e il tedesco Franz Rogowski nei panni dell’antagonista Franz. Mainetti non firma questo titolo soltanto per la regia, ma anche per la sceneggiatura – scritta insieme a Nicola Guaglianone – e per le musiche, in collaborazione con Michele Braga.
Trama, personaggi e curiosità
Roma 1943, la seconda guerra mondiale trascina con sé morte e distruzione. Israel gestisce la compagnia circense Mezzapiotta, riuscendo – con i suoi spettacoli di magia – a portare il sorriso tra le gente. Tra i compagni di avventura del mastro ci sono: il nano calamita Mario, Cencio il ragazzo che controlla gli insetti, l’uomo-lupo Fulvio e la giovanissima ragazza elettrica Matilde. Stanchi della distruzione che porta con sé la guerra, decidono di dirigersi oltreoceano, ma la scomparsa improvvisa di Israel cambierà i loro piani. Privi di alternative, scelgono di unirsi alla compagnia circense tedesca di Franz, famoso pianista dalle dodici dita, capace di vedere il futuro attraverso l’inalazione dell’etere. I quattro amici non sanno, però, che Franz ha un piano ben preciso: sfruttare i loro poteri per cambiare l’esito della guerra e il destino della Germania.
“E’ stato un master di recitazione e di regia, era una set complicatissimo e vedere ogni giorno Gabriele che, nonostante le difficoltà, riusciva a mantenere intatta la propria visione è stato un esempio che mi porterò per sempre dentro“. Spiega Pietro Castellitto in un’intervista.
“Ci sono volute più di quattro ore al giorno per preparare il trucco del mio personaggio. ” Racconta l’attore Claudio Santamaria.
“Sicuramente l’universo di Matilde l’ho creato grazie all’aiuto inconsapevole degli altri attori e soprattutto con l’aiuto fondamentale di Gabriele”. Racconta, invece, Aurora Giovinazzo.
Un storia di super poteri e magia
L’Italia entra nel circolo cinematografico internazionale grazie a questa nuova opera di Mainetti. La regia, le musiche, la fotografia, le interpretazioni, tutto è unico nel suo genere; un’esperienza visiva che trasporta il cinema italiano in un’altra dimensione. La magia e l’amicizia sono i protagonisti indiscussi di questo lungometraggio, che trasportano lo spettatore in un’avventura mozzafiato, dove i personaggi principali non sono dei semplici circensi, ma personalità uniche con poteri straordinari. La scelta stilistica del regista nell’uso dei dialetti, in particolare del dialetto romano, è come un’impronta digitale, una firma. Infatti, la scelta dei dialoghi quasi contemporanei, in contrapposizione all’epoca, non disturba affatto, anzi, valorizza la scena dando un forte senso di verità ai personaggi.
Già dalla scena iniziale, nella quale vengono presentati i personaggi e i loro poteri, la dolcezza e l’atmosfera magica portano lo spettatore ad immergersi in una nuova realtà, realtà che viene da subito distorta con lo stacco del tape successivo, il quale mostra la contrapposizione del mondo magico. Bellissima l’interpretazione di ogni singolo personaggio, le varie storie sono ben armonizzate tra loro, permettendo di gustarsi il tutto e d’immergersi completamente nella storia.
Interessante il personaggio di Fulvio, l’uomo-lupo, il quale ha permesso a Claudio Santamaria di mostrare un lato interpretativo mai visto sino ad ora; affascinante l’ironia e la semplicità del personaggio di Pietro Castellitto (Cencio), che insieme ad Aurora Giovinazzo (Matilde) ci mostra una visione dell’amore puro e ingenuo. Complicato il ruolo del nano calamita Mario, interpretato con gran raffinatezza da Giancarlo Martini, che ci mostra una vera e propria maschera della commedia dell’arte, senza ridurla ad una semplice macchietta. Dulcis in fundo, Franz Rogowski nelle vesti del pianista tedesco Franz, spettacolare la sua interpretazione da ogni punto di vista, l’unione tra dolcezza e caparbietà di questo personaggio, spingono lo spettatore ad empatizzare con lui, nonostante la crudeltà delle sue scelte.
Le tematiche affrontate nel film sono varie, in particolar modo Mainetti mette in risalto temi come: la diversità sociale, il razzismo e l’accettazione di se stessi. Ogni personaggio affronta singolarmente una viaggio alla scoperta della consapevolezza dei propri poteri e dei propri limiti fino ad arrivare all’accettazione della propria diversità.