Sin dagli albori del videogioco, il multiplayer si è dimostrata una feature che ha attratto sia gli utenti che gli sviluppatori, con lo scontrarsi tra giocatori che è stata la base assoluta e pretesto del gaming. Ormai sono passati più di sessant’anni da quando questo concetto è entrato nel medium, e da allora ne ha fatta di strada diventando ormai quasi un obbligo in certe tipologie di gioco. Titoli come Fortnite, Minecraft o Among Us stanno in qualche modo dettando le leggi del mercato dopo anni dal loro iniziale rilascio, e in parte è anche grazie a loro per cui parliamo di Foodtruck Arena in questa recensione. Più precisamente, l’opera realizzata dai ragazzi di Cat-astrophe Games tenta di unire calcio, automobili e cucina in un miscuglio apparentemente ispirato al successo di Rocket League.
Un campionato mondiale
Per quanto possa sembrare particolare, all’interno del gioco è presente un piccolo accenno di storia. Infatti, una volta selezionata la modalità torneo, il giocatore viene introdotto in una piccola descrizione che spiega la carriera e la vita che di ognuno degli ottimi campioni presenti. Come si intende sin dai primi minuti di gioco, questa è una vera battaglia tra i migliori cuochi del mondo che, per passare il tempo, decidano di sfidarsi attraverso uno sport particolare e sicuramente fuori di testa. Come potete immaginare, la trama è quindi solo un pretesto per portare alla luce un concept e un universo che non si prendono assolutamente sul serio. Di certo il mood fa il suo lavoro, riuscendo a far sentire il giocatore in un vero e proprio campionato anche con il giudizio sulla performance alla fine delle gare. Il problema è che la comicità generale non riesce a convincere completamente l’utente, dove difficilmente vedremo nascere una sonora risata o un sorriso. Un pubblico di giovanissimi può sicuramente trovare più appagante il pacchetto, anche grazie alla completa assenza di parole scurrili o elementi non adatti ad un pubblico di minorenni.
L’art style in generale è estremamente colorato, con ogni personaggio che in qualche modo rappresenta uno stereotipo sia per come si veste, sia per il look del proprio veicolo. Gli sviluppatori hanno così scelto lo stile grafico del gameplay in stile cel-shading, per poter così rispecchiare maggiormente le idee dietro il prodotto. Purtroppo, questa apprezzabile caratteristica non risulta proprio al passo con i tempi, con texture e fondali che non fanno proprio bella figura né su TV, né in portatile. Con questo non intendiamo che il cel-shading sia una scelta errata per Foodtruck Arena, anzi, in questa recensione siamo riusciti a constatare che sia la soluzione migliore per esprimere al meglio l’art design del prodotto. Peccato proprio che sia davvero poco originale o attraente nel suo insieme, non lasciando al giocatore alcun ricordo del mondo creato dai ragazzi di Cat-Astrophe Games.
La fisica del gameplay
Un’opera del genere punta comunque tutto il suo appeal sul gameplay: il gioco è impostato in un piccolo campo di calcio leggermente modificato, in cui un numero compreso tra due o quattro veicoli devono lanciare un pomodoro gigante nella porta dell’avversario. Per farlo, il giocatore deve comandare il proprio veicolo attraverso comandi semplici da apprendere e una fisica volutamente scivolosa, potendo comunque seguire l’intera azione grazie a una telecamera fissa dall’alto. Ovviamente non mancano imprevisti come le temperature, deformità dei terreni, e attacchi speciali di ogni singolo personaggio.
Quest’ultima caratteristica è sicuramente interessante, visto che offre una possibilità di variare la propria strategia. Per esempio, Ryo Kitamura è un grado di aumentare notevolmente la sua velocità, mentre Jean-Pierre riesce a congelare per qualche secondo i suoi avversari. Per quanto riguarda le variabili sia atmosferiche sia del terreno, in entrambi i casi il giocatore si trova in situazioni dove deve far molta più attenzione. Come abbiamo accennato, la fisica dei veicoli è volutamente imprecisa, per rendere il loro controllo più ostico da gestire nonostante l’effettivo utilizzo di solo quattro tasti oltre gli analogici. Apprezziamo comunque quest’ultima scelta, proprio perché rende le partite decisamente più imprevedibili. In multiplayer riesce così a garantire del sano divertimento, seppur là fuori esistano opzioni decisamente migliori. Infatti, quelle caratteristiche precedentemente descritte non riescono a offrire la giusta varietà di situazioni e level design, oltre al fatto che si sono già viste in una moltitudine di prodotti simili. Purtroppo sembra che gli sviluppatori non abbiano sfruttato la propria creatività, preferendo una copia generale di idee senza mostrare una vera e propria direzione stilistica. Un vero peccato, perché il concept di Foodtruck Arena, come avrete capito leggendo la recensione, aveva quella potenzialità di dire qualcosa di effettivamente suo.
Il giocatore può scegliere due modalità: il torneo e la partita libera. La prima si dedica alle anime solitarie, ed è a tutti gli effetti la campagna, dove l’utente intraprende un viaggio in cui bisogna sconfiggere vari avversari uno dietro l’altro attraverso una serie di aree ispirate a luoghi e paesi realmente esistenti. A parte il simpatico rimando a Street Fighter 2 nella schermata di caricamento, per il resto perfino questa parte del gioco si dimostra fin troppo semplice e poco ispirata. Non che ci sia niente di male in una struttura ludica minimalistica, ma Foodtruck Arena non riesce ad offrire l’esperienza che potrebbe.
La partita libera, invece, offre la possibilità di giocare in battaglie 1 VS 1 e 2 VS 2 con la CPU o con altri giocatori. Qui è dove il gioco riesce effettivamente a mostrare il meglio di sé stesso, con tanto di personalizzazione delle partite. Se nel torneo infatti bisogna seguire le regole di turno, qui possiamo scegliere noi come impostare il terreno, se inserire imprevisti atmosferici, scegliere le regole per vincere e così via. Ovviamente, con un amico o parente al proprio fianco l’esperienza migliora notevolmente. Questo si adatta realmente a partite mordi e fuggi, che crediamo sia l’utilizzo su cui hanno puntato gli sviluppatori. Per questo è un peccato la mancanza di un qualche genere di multiplayer online.
Così come è adesso, infatti, non offre una grande rigiocabilità oltre a una durata decisamente breve. Certo, ci sono alcuni personaggi da sbloccare, ma alla fine il giocatore non sente la reale necessità di farlo con tutti e beneficiare dell’intero pacchetto. Rimane comunque apprezzabile il tentativo di invogliare il multiplayer offline, molto spesso ingiustamente sottovalutato.
La direzione artistica di Foodtruck Arena non riesce, purtroppo, a far risollevare l’impatto visivo del prodotto, almeno da come abbiamo giudicato in questa recensione. A parte alcuni personaggi dall’artwork simpatico, il tutto si dimostra sempre troppo generico e con poco spessore. Perfino i menù di gioco sono estremamente banali, chiudendo così un cerchio di un prodotto che risulta poco originale e senza reale appeal. Una nota di merito va comunque sia all’ottimo porting senza bug o glitch di sorta, oltre alla presenza di una traduzione in più lingue. Purtroppo, l’adattamento italiano presenta qualche errore di sorta, ma niente di grave rispetto a quello che altri videogiochi hanno fatto in passato.