Peter Moore, ex dirigente Microsoft ed Electronic Arts, ha affrontato ai microfoni dei giornalisti di GamesIndustry la complessa questione delle Loot Box, offrendo il suo punto di vista sull’argomento. Questi si è detto contrario all’idea di equiparare le microtransazioni al gioco d’azzardo. Prendendo come esempio, infatti, i pacchetti di FIFA 21 Ultimate Team, ha affermato che: “sono un po’ come le collezioni di carte che trovavi nei pacchetti di sigarette negli anni ’20 e ’30 o come i Lucky Bags dei dolci UK. Con questo genere di contenuti ottieni sempre qualcosa, non è che se apri un pacchetto poi scopri che dentro non c’è niente“.
Moore ha però sottolineato che “questa è una mia visione personale, sono fuori dall’industria dei videogiochi e credo solo che ci sia davvero molta distanza tra il gioco d’azzardo e meccaniche come quelle delle loot box. Voglio dire, i numeri parlano da soli, hanno un grande successo, la gente le compra e sa di poter ottenere dei pacchetti d’oro o dei contenuti inferiori, non si tratta di gioco d’azzardo“.
Kerry Hopkins, vicepresidente degli affari legali e governativi di EA, ha recentemente sostenuto le stesse posizioni, sostenendo l’uso “abbastanza etico” delle loot box da parte della società durante un comitato di selezione per il digitale, la cultura, i media e lo sport alla Camera dei comuni del Regno Unito nel 2019. “Beh, per prima cosa, non li chiamerei loot box“, ha detto. “Allora, quello che consideriamo un meccanismo a sorpresa avviene sempre. Se vai in un negozio vedrai che vende molti giocattoli a sorpresa. Questo è qualcosa che piace molto alle persone, che godono delle sorprese. E quindi è qualcosa che fa parte del mondo dei giocattoli da anni, che si tratti di Kinder Eggs o Hatchimals o LOL Surprise“.
Non c’è alcun dubbio che Fifa Ultimate Team sia la modalità più redditizia del simulatore calcistico, tanto che EA nell’ultimo anno ha guadagnato circa 1 miliardo e mezzo di dollari, proprio grazie alle microtransazioni del titolo. E voi, da che parte state? Sostenete che le microtransazioni si avvicinino al gioco d’azzardo?