La morte e l’amore. Due elementi così lontani concettualmente che soltanto quando vengono rielaborati da autori in diversi campi di competenza – dal cinema, alle serie tv, passando per la letteratura o appunto il videogioco – improvvisamente si dimostrano ben più vicini di quel che possano sembrare. Dalle atmosfere gotiche dei racconti di Edgar Allan Poe abbiamo sempre scorso quel sentimento caldo e avvolgente plasmato attorno rovi scuri e macabri.
I ragazzi danesi di Kong Orange hanno attinto a piene mani da questa affascinante contrapposizione per tirar fuori Felix The Reaper, titolo fortemente ancorato al genere puzzle che non nasconde una funzionale contaminazione da titolo d’avventura, infatti proprio questa commedia romantica sulla vita e la morte si rivelerà essere il carburante per una storia bizzarra quanto tenera che ha come protagonista Felix, un buffo tristo mietitore, paffuto e con una strana e peculiare caratteristica: il ballo.
Un amore impossibile
Sin dalle primissime battute introduttive, necessarie per calarci anima e corpo nello spirito del titolo, possiamo notare una deliziosa direzione artistica che sembra non voler lasciare nulla al caso. L’ambientazione dell’aldilà, come tutto l’organigramma riguardo il Ministero della Morte, non si discosta molto dalla difficile burocrazia tanto cara a titoli quali Grim Fandango, motivo per cui Felix tra tutti i mietitori è il più carismatico come il più esuberante, ma le regole dell’aldilà sono rigide e bisognerà conoscerle e amalgamarle con l’aspetto ludico del titolo, per capirne anche le meccaniche.
Stampato il giusto comunicato con vittima designata, Felix dovrà recarsi tramite un ascensore a comparsa casuale, nel regno dei vivi, viaggiando nel tempo e nello spazio, così da coprire epoche che vanno dal Medioevo fino ai giorni nostri. La vittima sarà chiara sin da subito, il problema però sarà la modalità in cui il nostro obiettivo passerà a miglior vita. Essenzialmente, il nostro ruolo attivo all’interno della mappa di gioco, sarà quello di costruire passo dopo passo, l’incidente che porterà, prima o dopo che sia, alla morte del nostro malcapitato. Le regole di gioco saranno semplici e facili da assimilare già dopo una manciata di minuti e si tratterà del semplicistico concetto di recuperare un dato oggetto e portarlo dal punto A al punto B.
All’interno di ciò, la meccanica con cui Felix si dovrà muovere sul campo sarà tanto semplice quanto stratificata: il nostro beniamino ballerino potrà muoversi esclusivamente sulle caselle dove ci sarà l’ombra. Al riparo dunque dal sole, Felix avrà la possibilità di fermare il tempo e creare la giusta situazione per creare l’incidente mortale perfetto. Non mancheranno luoghi lontani da raggiungere e la dimensione da puzzle game fuoriesce prepotentemente: tramite un tasto di switch, possiamo cambiare la posizione del sole nella mappa, così da creare nuove aree di ombra su cui muoversi. Questa meccanica per quanto raffinata è purtroppo imbalsamata in una grossa limitazione, che ci consente di muovere il sole soltanto in due posizioni. Considerata la tridimensionalità della mappa, era lecito aspettarsi una copertura di almeno 360°, regalando effettivamente almeno tre lati diversi e giocabili di ombre, invece dovremmo limitarci a due soli spostamenti.
A questo si va ad aggiungere la concreta possibilità di spostare tanti e diversi ostacoli che posizionati in determinati punti, possono creare nuove fonti di ombra su dove muoversi.
Final Destination
Il titolo, pur presentando tutti i limiti di una produzione indipendente, riesce a perfezionare la formula di gioco con un’attenzione al dettaglio non da poco. Spicca, come già accennato, una direzione artistica che attinge a piene mani a storie, leggende e folklore che riguardano la morte, la sua rappresentazione come la stretta correlazione di essa con la danza. Tra i bonus del titolo infatti sarà possibile perdersi in piacevoli documenti messi a disposizione del giocatore per approfondire tutto il background di Felix e contestualizzarlo. Non è prassi comune vedere un mietitore, dipendente del Ministero della Morte, che si innamora follemente di Betty, dipendente del Ministero della Vita, così come l’ottima riuscita dei singoli livelli: con statistiche migliorate tentativo dopo tentativo (minor tempo di esecuzione, meno errori o rischio di essere colpiti dalla luce del sole) aumenterà le possibilità di Felix di incontrare la sua improbabile amata. Una storia al sapore di Romeo e Giulietta, ma ambientata in quel limbo situato nello spaziotempo tra la vita e la morte. Proprio lì, dove esploderà l’amore.
Situazione non da meno anche nel lato sonoro, con una tracklist del tutto inedita, eseguita da altrettanti artisti riportati su schermo che coinvolgono ulteriormente il giocatore. Assurdo pensare che proprio un elemento così marginale, come il continuo ballare del protagonista, risulti invece un aspetto così concreto e affascinante: vederlo muoversi così sinuosamente di casella in casella, quasi annullando tutta la sua grossa stazza, non è solo un riempitivo tra un ragionamento e l’altro, ma un vero catalizzatore per cercare di fare sempre la miglior mossa e regalare al nostro protagonista la possibilità di danzare senza interruzioni.
Al netto di ciò, scoperti tutti questi feticci come le restanti meccaniche di gioco, il titolo reitererà queste azioni per tutti i restanti capitoli, affiancando anche un aumento notevole della curva della difficoltà, toccando purtroppo picchi abbastanza tediosi in particolari momenti. A supporto di situazioni di totale stallo c’è la possibilità di farci suggerire dal gioco stesso la prossima mossa da effettuare. Il consiglio alcune volte sarà utile, altre invece risulterà fin troppo fumoso e poco preciso, aggiungendo un ulteriore livello di confusione in una situazione che difficilmente sembra trovare una svolta a nostro favore.
Ciononostante, questo aspetto incalza ulteriormente la consapevolezza di aver trovato con Felix The Reaper un puzzle game degno di nota, costruito su pochissime e semplici regole, ma tutte amalgamate per offrire un’offerta di gioco di tutto rispetto.