VideogiochiRecensione

Faraday Protocol – Recensione di un intrigante puzzle game italiano

Faraday Protocol, il misterioso puzzle game in prima persona tutto italiano, fa il suo esordio anche su next-gen. Dopo il debutto su PC (di cui potete leggere qui la nostra recensione), abbiamo finalmente testato le prestazioni del titolo targato Red Koi Box su PlayStation 5, e siamo ora pronti a darvi il nostro giudizio sulla nuova incarnazione console di Faraday Protocol. Con una trama appena accennata, ma in grado di trainare l’esperienza sino ai colpi di scena finali, il titolo sviluppato nel Bel Paese vi farà spremere le meningi con enigmi piacevoli ed intelligenti, in grado di divertire anche dal salotto di casa. Pronti a scoprire com’è andata su nuova generazione?

Tra Stargate e portali

Le premesse di Faraday Protocol sono semplici e immediate. Viaggiando tra le galassie, l’architetto spaziale Raug Zeekon giunge all’interno di una misteriosa e antichissima struttura, ricca di fascino e al tempo stesso di trappole mortali: la struttura, che ricorda un sito egizio in salsa sci-fi, non potrà infatti essere abbandonata finché il nostro protagonista non avrà risolto tutti gli enigmi ai quali verrà sottoposto dall’intelligenza artificiale IRIS. Una trama a tratti appena abbozzata, ma che servirà da filo rosso tra gli oltre 30 enigmi divisi in 6 capitoli che vi terranno incollati ad un’avventura difficile il giusto e che richiederà tutto il vostro intelletto per essere portata a termine. Nessun nemico da affrontare, nessuna presenza ostile da eliminare, il nostro unico avversario sarà la nostra stessa sagacia.

Faraday Protocol Recensione

Dal punto di vista delle meccaniche di gioco, l’esperienza è rimasta sostanzialmente invariata. Seguendo le dinamiche classiche che uniscono il puzzle game al platform, con alcuni riferimenti all’inarrivabile Portal, Faraday Protocol metterà nelle mani del giocatore il Bia-Tool, un’arma in grado di raccogliere due diversi tipi di energie sparse per le istallazioni, che dovranno essere utilizzate per aprire portali, sbloccare scale e ponti, o più in generale per aprirci la strada verso le nuove location. Se inizialmente gli enigmi saranno piuttosto semplici, col proseguire dell’avventura questi inizieranno a concatenarsi, richiedendo al giocatore di memorizzare simboli, collegare nel modo giusto le fonti energetiche e impiegare meccaniche via via sempre più complesse e ostiche da padroneggiare.

Il gameplay, dunque, sarà il cuore del titolo. Faraday Protocol, come vogliamo sottolineare in sede di recensione, richiederà di padroneggiare la progressiva curva di difficoltà degli enigmi, sfruttando i totem sparsi per la mappa in grado di fornirci i globi di energia per avanzare e superare le sezioni di platforming, non precisissime e alle volte fin troppo semplicistiche, ma adatte all’esiguo numero di comandi che il titolo richiederà al giocatore, ed utili a variare l’esperienza globale. Da questo punto di vista, le feature del DualSense non aggiungono quasi nulla all’esperienza. A partire dai controlli aptici che non vengono sfruttati a dovere, fino alla vibrazione e ai sensori di movimento, lasciati un po’ a se stessi. Probabilmente, un titolo nato anche in funzione della periferica Sony avrebbe giovato di meccaniche specifiche, che avrebbero finito per accrescere lo stesso gameplay globale del gioco.

Faraday Protocol Recensione

Una galassia art déco

Dal punto di vista artistico, pur non introducendo nulla di nuovo all’immaginario collettivo sul genere, Faraday Protocol possiede un carisma e un fascino sci-fi tutto suo. Con le sue ambientazioni che richiamano a un antico (ma futuristico) Egitto in stile art déco, il giocatore rimarrà ammaliato, almeno inizialmente, dalle ambientazioni e dagli intelligenti collegamenti tra un’area e l’altra, favoriti da un gameplay che gioca in prima battuta con la stessa struttura. Purtroppo, a lungo andare le stanze inizieranno a ripetersi visivamente tra loro, aumentando al tempo stesso la difficoltà degli enigmi che richiedono uno sforzo di memoria nel ricordare sequenze, stanze e particolari ordini di avanzamento. Un peccato, perché qualche variazione sul tema avrebbe giovato all’esperienza finale.

Sul versante tecnico, Faraday Protocol compie forse un passo indietro rispetto alla sua controparte PC. Da un lato, le musiche, il doppiaggio e l’impatto visivo generale tendono a mantenersi in linea con quanto già visto, incastrandosi perfettamente con il mood del titolo e regalando una piacevole immersione nell’avventura. Dall’altro, la componente grafica nuda e cruda risente di alcuni cali di frame rate e problemi d’illuminazione, soprattutto per quanto riguarda i riflessi luminosi, che a distanza ravvicinata mostrano il fianco a qualche pixel di troppo. Soprattutto l’impatto iniziale, quello dell’aperta foresta che collega i diversi templi, farà storcere il naso a più di un giocatore, sebbene fortunatamente le cose andranno man mano migliorando col proseguire dell’esperienza.

Faraday Protocol Recensione

Faraday Protocol, come vogliamo sottolineare in sede di recensione, rimane su console next-gen, grossomodo, la stessa esperienza PC. Al netto di una componente tecnica che risente di un deficit di prestazioni rispetto alle feature proprie del PC, soprattutto per quanto riguarda l’illuminazione, al contrario le musiche, lo stile e più in generale la componente artistica, fanno il loro dovere anche su console casalinga. Purtroppo, le caratteristiche del DualSense su PlayStation 5 non sono state sfruttate: un vero peccato, perché siamo sicuri avrebbero reso ancora più immersiva l’esperienza globale. In definitiva, vi consigliamo ancora Faraday Protocol, un’esperienza semplice ma immersiva, che vi regalerà, al netto della scarsa longevità e della rigiocabilità praticamente assente, enigmi davvero ispirati, i quali sarebbero stati ancora più piacevoli sfruttando le feature next-gen a pieno regime.

Faraday Protocol

7

Faraday Protocol rimane un'esperienza davvero affascinante, che riesce a mescolare sapientemente enigmi ambientali divertenti e ragionati a meccaniche platforming abbozzate ma pienamente in tema con la struttura del gioco. Purtroppo, oltre a una longevità davvero esigua, il titolo italiano non riesce a sfruttare completamente le feature di nuova generazione, a partire da quelle puramente tecniche fino a quelle hardware, che al contrario avrebbero reso l'esperienza globale ancora più appagante.

Cristian Piantanida
Nato con il Gameboy in mano, spendo tutto quel che ho in roba Nerd: videogames, anime, manga, figure, mi intriga tutto ciò che proviene dal misterioso mondo del Sol Levante. Storico per passione, Nerd di professione, non vedo l'ora di raccontarvi ciò che mi appassiona!

    Rispondi

    Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

    Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

    Potrebbe interessarti anche