Siamo in un’epoca d’oro per quanto riguarda le trasposizioni in TV di serie ispirate a saghe videoludiche famose, e se uniamo questo all’amore spasmodico che molti produttori di serie televisive stanno riscoprendo verso le famose IP che da tempo popolano la cultura pop e nerd, era scontato che ci saremmo trovati davanti, prima o poi, una serie su Fallout.
Il gioco di Bethesda, che a tutti gli effetti è uno dei prodotti di punta dell’azienda, spicca grazie alla sua caratterizzazione dell’ambientazione, dello stile utilizzato, e fonde perfettamente una serie di concetti che si incastrano perfettamente. Siamo troppo in buona per non prendere con speranza e aspettative la nuova serie in arrivo, che ricordiamo non sarà una trasposizione pedissequa di un eventuale arco narrativo già trattato, ma racconterà una vicenda nuova, sempre ambientata nella continuity del gioco, ma slegata dai videogiochi usciti fino ad oggi.
Una vaulty, un non morto e uno scudiero
Il mondo di Fallout è particolare: come una sorta di realtà alternativa, la tecnologia non è arrivata ai semiconduttori, di fatto proponendo uno stile molto vicino a CRT, auto anni ’40 e quindi una richiesta di combustibile fossile troppo alta. Per questo si arriva ad un punto dove questi combustibili non sono più presenti, e le varie guerre sfociano nella Grande Guerra, che comporta un bombardamento a tappeto su tutto il mondo con ordigni nucleari.
Fortunatamente la Vault-Tec ha preparato dei caveau pensati per vari motivi (che non vi anticipiamo) e che sembrano perfetti per salvarsi dalla strage atomica che sta imperversando fuori. Mentre la vita in superficie cambia, drasticamente, intanto nei Vault passano 200 anni e nascono delle società molto particolari, quasi programmate a tavolino. Senza addentrarci oltre nella lore del gioco, i tre protagonisti di questa serie saranno proprio una Vault Girl, un iniziato della Confraternita e un Ghoul, tutti diversi per molti aspetti, ma che avranno in comune un oggetto della contesa, oltre che una storia d’origine molto particolare.
Potremo scoprire tutti e tre infatti, grazie alla loro provenienza: Lucy MacLean (Ella Purnell) si troverà a dover vagare per la Zona Contaminata dopo una vita nel Vault 33 per riportare il tutto a come era in precedenza, Maximus (Aaron Moten) per una serie di eventi si troverà a dover completare la missione in modo alquanto bizzarro, mentre il Ghoul (Walton Goggins) sarà una sorta di ostacolo per i nostri personaggi. Questo triangolo che pone al centro l’obiettivo da recuperare, crea un dinamismo di scena davvero interessante, che se nel videogioco di rado vediamo (considerato che quasi sempre utilizziamo un personaggio del Vault con una sua storia), qui permette al mondo e agli avvenimenti di brillare più dei personaggi.
Se loro tre, oltre a contendersi il filone narrativo principale, avranno modo di avere delle piccole sottotrame interessanti, mai banali e capaci addirittura di sorprendere con colpi di scena inaspettati, c’è una trama aggiuntiva che invece coinvolgerà alcuni personaggi che conosceremo nella prima puntata nel Vault 33, che aggiungerà un po’ di mistero e thriller che riesce ad incalzare lo spettatore, staccando l’attenzione di tanto in tanto dalla Zona Contaminata.
Due facce della stessa medaglia
La serie di Fallout è perfetta sia per chi non ha mai avuto modo di addentrarsi in questo mondo, sia per chi invece ha vissuto tutte le storie dedicate a questa post-apocalisse. Essendo una trama slegata da quelle dei giochi, non risulterà ridondante come magari può essere stata quella di The Last of Us per chi già aveva giocato il primo gioco, di fatto diventando una nuova storia da scoprire all’interno di questo mondo.
Se però non avete mai avuto modo di indossare un Pip-Boy (il bracciale tecnologico che usano gli abitanti dei Vault), allora Fallout può essere un buon punto di ingresso, considerato che non avrete necessità di imparare altro, considerato il modo in cui la serie racconta tutto il necessario con scene ben posizionate, della giusta lunghezza, mai noiose o sbrigative.
Tutto questo si trasforma in una commistione di easter egg perfetti per i fan accaniti, una riproposizione dei costumi di scena e degli oggetti davvero da sbalorditiva, ma con un approccio che racconta quando serve, tralascia quando si può, e per questo diventa digeribile praticamente da tutti.
Le interpretazioni dei tre personaggi principali, oltre che dei secondari e delle varie comparse, sono tutte di spessore: ci sono molti nomi che non faticherete a riconoscere, facce che sicuramente avrete visto in altri film o serie, e persino la computer grafica riuscirà a farvi credere che quello che state vedendo è davvero reale (anche se, specialmente su qualche creatura più piccola, un po’ di difetti sono visibili).
Per quanto riguarda invece audio e video, le musiche inserite sono eccezionali, tutte perfette per ogni scena in cui vengono posizionate, mentre per quanto riguarda il colpo d’occhio, il lavoro in color correction traspone tutto con le classiche tinte che qualunque fan di Fallout conosce ormai a memoria.
Gli scorci però, quelli che mostrano la distruzione che ha portato la Grande Guerra, sono davvero mozzafiato. Vedere zone dell’America distrutte e rese “scheletriche”, e vedere come la società in superficie si sia ricostruita è qualcosa che forse, un decennio fa, sarebbe risultata ridondante e già vista, ma che adesso, dopo che la moda del post-apocalittico atomico è passata da un po’, risulta davvero emozionante e bella da vedere.
La Zona Contaminata
La serie TV di Fallout di Prime Video prosegue il filone di successi ispirati ai videogiochi: come se la maledizione che popolava tutti quei film ispirati ai vari videogames dell’epoca fosse stata distrutta, adesso che siano precise riproposizioni o storie aggiuntive, il materiale è di qualità, e si vede. Non si tratta solo dell’estetica, o dell’interpretazione degli attori, tutti in grado di proporre personaggi ben caratterizzati, ma proprio dell’ensamble, del modo in cui tutto gira come un ingranaggio di una macchina ben oliata.
Gli oggetti di scena sono quelli, i suoni anche, le creature e le persone riescono a proporre alcuni input narrativi che nel videogioco magari erano relegati a missioni secondarie, e ogni singola parte dell’intreccio fila avanti senza problemi, chiudendo un progetto di cui non vediamo l’ora di scoprire il continuo.
Applauso finale infine al coraggio di Bethesda nel mettere nelle mani di una serie l’avanzamento della trama di tutta l’IP: questa infatti è ambientata 9 anni dopo Fallout 4, e alcune rivelazioni e alcune cose che succedono sono molto potenti, e rendono questa produzione Prime Video a tutti gli effetti una sorta di nuovo capitolo del racconto, da non perdere se in futuro vorrete mettere mano su Fallout 5