Falling – Storia di un padre – La recensione del film di Viggo Mortensen

Recensione di Falling - Storia di un padre è il primo film da regista di Viggo Mortensen. Storia di un rapporto padre-figlio alquanto complicato.

Claudio Baldacci
Di Claudio Baldacci - Contributor Recensioni Lettura da 7 minuti
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Falling - Storia di un padre

Una recensione speciale quella di Falling – Storia di un padre, perché stiamo parlando del primissimo film da regista dell’apprezzatissimo attore Viggo Mortensen – candidato al Premio Oscar per tre volte tra il 2008 e il 2019 – che esordisce appunto dietro la macchina da presa l’anno scorso, all’età di 61 anni. La pellicola uscirà nelle sale cinematografiche italiane il prossimo 26 agosto e promette di appassionare molti spettatori con una storia familiare tenera ma al tempo stesso drammatica, nella quale in moltissimi possono immedesimarsi. Viggo Mortensen, oltre a dirigere, interpreta il bellissimo personaggio di John, che vive con il suo partner Eric e la loro figlia adottiva Monica. John ha un anziano padre, Willis, un burbero contadino vecchio stampo. Quest’ultimo si reca a Los Angeles nella casa di famiglia del figlio alla ricerca di un posto dove vivere in vecchiaia, più vicino ai suoi familiari, e dove possa essere assistito ed accompagnato fino ai suoi ultimi giorni. Il carattere di Willis si rivela però esplosivo, molto negativo, capace di riportare a galla vecchie ferite mai ricucite, ma soprattutto crearne di nuove. Willis sembra infatti non aver del tutto accettato l’omosessualità del figlio, ma al tempo stesso è molto affezionato alla sua nipote adottiva, con la quale ha un bel rapporto di complicità. Il rapporto padre-figlio è reso ancora più complicato dai fantasmi che riguardano Gwen, l’unico vero amore di Willis, madre di John.

Ci sono troppi nonni, nonne e puttane. Non capisco mai di chi state parlando.

falling storia di un padre

Il caratteraccio di Willis

Nella recensione di Falling – Storia di un padre non poteva mancare la frase inaspettata – capace di far ridere la sala intera durante la proiezione dell’anteprima – pronunciata da un’interdetta Monica durante l’ennesima lite in presenza della famiglia intera (arricchita dalla sorella di John e dai suoi due figli). Il tono colorito della frase dipende naturalmente dal linguaggio di Willis, che mai si preoccupa di chi siano i suoi interlocutori. Parolacce, insulti, nessuno viene risparmiato dalla sua bocca tagliente, che riporta tutto ciò che il suo cervello elabora. A sopportare tutto questo ci sono il figlio John e la sua pazienza, che ancora accetta dopo tanti anni i deliri di suo padre, grazie a una diplomazia degna del miglior politico del mondo e una pacatezza mai vista prima al cinema. Per praticamente tutto il film la mente dello spettatore è portata a scommettere riguardo il momento in cui il figlio John finalmente esploderà, facendo sentire le sue ragioni al padre. A Willis non va bene mai niente, sembra debba lamentarsi di tutto: delle vicende passate, presenti e future, nonostante venga comunque ben accolto dalla sua famiglia e riesca a condividere dei momenti bellissimi con la nipote. A volerlo vedere bene, infatti, Willis mostra un viso tenero, quello del vecchietto tranquillo, col volto sorridente e felice, un volto che dura sempre troppo poco, ma che infonde veramente tanta tenerezza, specialmente pensando a quanto sappia vicino il momento della sua morte…

Falling – Storia di un padre è un’opera prima

La prima avventura di Viggo Mortensen in veste di regista è sicuramente qualcosa di vincente. La storia non è affatto semplice da mettere in scena e la durata della pellicola, vicina alle due ore, non aiuta. Un film di questo genere diventerebbe facilmente pesante e noioso, ma il regista sa come gestire bene i tempi ed i momenti di salita e discesa dell’attenzione dello spettatore. Sicuramente grazie anche a una buona sceneggiatura – scritta sempre di suo pugno – che gestisce due narrazioni contemporanee che corrono lungo tutto il film: quella ambientata nel presente, con Willis anziano e John adulto; quella dei flashback, dove Willis è un giovane padre e John prima un bambino, poi un ragazzo che cerca la sua strada. Da sottolineare quanto i flashback contribuiscano a raccontare i momenti di tenerezza passati, così in contrasto con quelli presenti. L’ottima recitazione sia dello stesso Mortensen, sia di Lance Henricksen (Willis) rendono tutto più reale grazie alla cura della singola sfumatura, sempre chiara e apprezzabile aiutata da dialoghi ben pensati. Saggia anche la scelta di musicare appena il film, rendendo i silenzi più pesanti dei rumori, quasi a voler sottolineare come anche nella vita, ciò che non si dice sia più importante di ciò che si dice (tema che nel rapporto padre-figlio avrà un riscontro).

falling storia di un padre

La storia di un padre, di un figlio, con coinvolgimento totale dello spettatore, che potrà rivivere scene della propria vita, ma anche scene della società grazie ai temi trattati. Mai come in questo periodo storico è infatti importante parlare di discriminazione rispetto alle persone considerate diverse, che di diverso non hanno proprio niente. Persone lasciate da parte per qualcosa che per alcune persone non va. E se queste persone sono i famigliari, come si può vivere in serenità? L’omosessualità di John diventa un problema per Willis, che pur accettando (a modo suo) il figlio, non mancherà mai occasione di rinfacciargli quanto la sua vita sia anormale. Eppure, la famiglia di John è felice, come tante.

Come sicuramente qualche famiglia che conoscerà il film è avrà modo di testimoniare come dovrebbe essere la socialità nel 2021, quando tutti non dovremmo mai neanche pensare all’accettazione, ma semplicemente all’essere. Si conclude la recensione di Falling – Storia di un padre ribadendo quanto sia un film per tutti, utile a tutti, piacevole, un’ottima prova. Dal 26 agosto sugli schermi.

Falling - Storia di un padre
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Voto 8
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Contributor
Videogiocatore vecchio stampo, purista e rompiscatole. Di quelli cresciuti con Playstation 1, Playstation 2 e Game Boy Color. Amante del cinema e delle serie TV, sempre attento alle nuove uscite e speranzoso che nuovi e interessanti prodotti popolino la nostra vita fino a farci diventare asociali. No, forse questo è meglio di no. Speaker radiofonico di www.radioeverywhere.it dove il mercoledì dalle 18 alle 20 parla di colonne sonore di film, videogiochi e tv e anche giocatore semi-professionista di Texas Hold'em. Basta.