Electronic Arts è ancora una volta sotto accusa a causa delle loot box, le quali sono ancora oggi un argomento controverso nella comunità dei videogiochi. EA infatti è stata al centro di numerose cause legali incentrate proprio sulla regolamentazione delle loot box. Alcuni giocatori hanno precedentemente citato in giudizio la società e altri che utilizzano il sistema, affermando che per le loot box si utilizzano valute reali ma le possibilità di ottenere un oggetto specifico sembrano essere completamente casuali. Per questo motivo, la società ha un’altra causa intentata contro di essa, questa volta a causa della modalità Ultimate Team della serie FIFA.
La causa legale è iniziata in California ed è legata alla natura dubbia degli Ultimate Team Pack di Electronic Arts, che sono fondamentalmente delle loot box con un nome diverso. L’accusa sostiene che questi acquisti in-game, che richiedono valuta reale, vengano utilizzati per cercare di ottenere calciatori professionisti di valore e altri oggetti utili per la propria squadra virtuale, ma queste possibilità di ottenimento assolutamente casuali. Il giocatore quindi fa essenzialmente una “scommessa” senza alcuna garanzia, nella speranza di ottenere il calciatore migliore. In pratica, l’accusa è che queste microtransazioni siano a tutti gli effetti legate ad un vero e proprio gioco d’azzardo.
Il documento presentato alle autorità della California dai promotori della class action dice:
I pacchetti Ultimate Team di EA sono Loot Box. L’acquisto di questo genere di contenuti non è altro che una scommessa ingame. Acquistare con denaro reale questi DLC significa semplicemente scommettere sull’ottenimento di premi casuali all’interno del gioco, con la promessa di ricevere dei premi rari rappresentati da carte con giocatori professionisti o altri bonus per la propria squadra virtuale.
Sebbene l’esito di questo caso sia incerto, potrebbe costringere il sistema legale degli Stati Uniti a definire le loot box come una forma di gioco d’azzardo o meno, ponendo fine alla questione. La situazione, va specificato, è ancora un problema anche in altri paesi al di fuori degli Stati Uniti.