Ecco quali sono i migliori 5 Dragon Quest di sempre

Patrizio Coccia
Di Patrizio Coccia Analisi Lettura da 7 minuti

Ormai manca davvero poco al rilascio di Dragon Quest XI: Echi di un’era perduta e, per questo motivo, è giusto fare un piccolo ripasso. La saga ormai ha una storia trentennale, e specialmente in Giappone è considerata alla parti di Final Fantasy o Persona. Nonostante questo però alcuni capitoli sbarcati anche in occidente hanno riscosso particolare successo e, finalmente, dopo oltre 10 anni di astinenza, un episodio principale della serie ritorna finalmente su console. L’undicesimo capitolo ha riscosso un grandissimo successo nella terra del sol levante e chiunque abbia provato la versione nipponica del gioco, ha rivelato di essere rimasto entusiasta della qualità del prodotto. Proprio per questo anche noi siamo non siamo più nella pelle poiché la versione occidentale porterà con sé tante piccole modifiche che arricchiranno l’esperienza generale. In attesa del titolo che uscirà dalle nostre parti il 4 settembre, vi proponiamo una speciale classifica che indica quali, secondo noi, sono i Dragon Quest più belli di sempre.

Dragon Quest V: La sposa del destino

Per parlarvi di questo capitolo dobbiamo tornare indietro nel 1992, poiché Dragon Quest V è il primo episodio della serie ad arrivare su Super Nintendo. La storia si dipana attraverso la vita del protagonista. All’inizio assisterete alla sua nascita e dopo poco sarete proiettati sei anni in avanti in compagnia del padre su una nave diretta verso casa. In un batter d’occhio vi ritroverete a fare la conoscenza di nuovi personaggi, a visitare nuove zone della vasta mappa e ad ottenere punti esperienza e nuove magie. Avanzando nella storia si alterneranno dialoghi spassosi ad avvenimenti tragici, il tutto mantenendo sempre un tono molto fiabesco, capace di catturare chiunque non disprezzi visceralmente questa tipologia di gioco. Progredendo crescerete, diventerete adulti e sceglierete tra due diverse spose per mettere su famiglia. Questo fu uno dei primi giochi a trattare il tema della maternità, ancora prima di The Sims e Fable.

Dragon Quest IV: Le Cronache dei Prescelti

Questo titolo uscì nel lontano 1990 sul Famicom, ma per l’arrivo in Europa abbiamo dovuto attendere addirittura il 2007, solo dopo che Nintendo preparò una versione per DS. Dragon Quest IV si differenzia dai capitoli precedenti, poiché offre al giocatore una trama dallo svolgimento non lineare, divisa in cinque capitoli, ognuno dedicato a un personaggio in particolare, protagonista della vicenda narrata. Si verranno così a creare varie sottotrame, le quali si congiungeranno nella parte finale del gioco. Nonostante la storia resti piuttosto banale – le vicende infatti girano intorno al classico cattivo di turno che vuole conquistare il mondo – la scelta di frammentare il racconto a seconda dei vari personaggi si rivelò qualcosa di inedito, oltre che totalmente inaspettata per i tempi che correvano.

Dragon Quest III: E così entrò nella Leggenda

Il terzo capitolo della saga esce direttamente nel 1988 su NES, per poi essere riproposto in altre 4 versioni negli anni successivi. Rispetto al capitolo precedente, il videogame presenta un open world più vasto e introduce varie innovazioni, come un mondo persistente, nel quale si alternano il giorno e la notte in un ciclo continuo. Esordisce qui, tra le tante cose, un inedito sistema di cambio classe, che influenzerà nel breve periodo il gameplay dei futuri RPG, specialmente la serie di Final Fantasy. Anche in questo caso la trama non è particolarmente articolata. Il giorno del suo sedicesimo compleanno, il Re in persona affida al figlio di Ortega, il leggendario eroe di Aliahan, una missione quasi impossibile che neanche lui è riuscito a svolgere: uccidere Baramos, il signore oscuro.

Dragon Quest VIII: L’Odissea del Re Maledetto

Per questo capitolo non sono necessarie presentazioni. Per molti resta tutt’ora il migliore capitolo della saga, per altri invece è il miglior JRPG in assoluto. Uscito in Europa nel 2006 su PlayStation 2, ha ottenuto un grande consenso sia dal pubblico sia dalla critica, probabilmente è grazie a questo episodio che la fama della saga di Dragon Quest si è solidificata anche nel nostro continente. Il racconto è sicuramente più complesso e stratificato rispetto alle avventure precedenti, ma nonostante questo sfrutta alcuni argomenti che non invecchiano mai. Uno strano giullare con poteri magici ruba uno scettro dai poteri arcani dal castello del Re Trode. Prima di andare via lancia all’intero regno una maledizione, così da imprigionare Trodain in una moltitudine di rovi e trasformare gli abitanti in pietre, tranne il Re e sua figlia Medea, tramutati rispettivamente in un troll e in un cavallo. L’unico immune da questo incanto è il protagonista dell’avventura, che aiuterà il suo sovrano a recuperare lo scettro e liberare tutti dalla maledizione.

Dragon Quest IX: Le sentinelle del Cielo

Uscito in Europa nel 2010 è stato accolto con parecchio scetticismo da parte dei fan, salvo però ricredersi immediatamente dall’indubbia qualità del prodotto. Il protagonista svolge il ruolo di Celestiale, una sorta di angelo alato la cui missione è sorvegliare il luogo della a lui assegnatogli. Nel suo caso si tratta del villaggio di Cascate Angeliche. Dragon Quest IX introduce nuove caratteristiche per la serie: è il primo capitolo ad essere lanciato su console portatili, ad aver sostituito gli incontri casuali con nemici su mappa e ad aver introdotto una modalità di gioco multiplayer. Inoltre, è stato concepito per essere più difficile del precedente capitolo. Nonostante si debba occupare di un singolo luogo, l’eroe si troverà ben presto a dove decidere tra la sua natura astrale e il destino del mondo.

Questa era la nostra classifica sui migliori Dragon Quest di sempre. In attesa del tanto atteso Dragon Quest XI: Echi di un’era perduta, noi vi rimandiamo alla nostra anteprima.

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Patrizio non era ancora nato quando entrarono in casa la Super Nintendo e Super Mario Bros. Pochissimi anni dopo, insieme a lui, arrivò anche la Play Station, e fu tutta un'altra storia. Aveva 4 anni quando a malapena riusciva a tenere il controller tra le mani, ma non mollò più la presa, imparando a giocare a tutti i generi. Appassionato di musica rap, film fantasy, e con un passato da writer, predilige indiscutibilmente i giochi di ruolo, fortemente affezionato alla serie di Kingdom Hearts di cui conserva l'intera collezione, spin-off inclusi.