Dune: Parte Due – Recensione, un fantasy contemporaneo

Andiamo alla scoperta di Dune: Parte Due, il nuovo film della serie che Denis Villeneuve porta su schermo dalla penna di Frank Herbert.

Alessandro Ferri
Di Alessandro Ferri - Senior Editor Recensioni Lettura da 4 minuti
8.5
Dune: Parte Due

Denis Villeneuve ritorna con il secondo capitolo della sua epica saga sci-fi, Dune: Parte Due, portando gli spettatori ancora una volta nei misteriosi deserti di Arrakis. Il regista canadese dimostra la sua abilità nel bilanciare la narrativa complessa con una straordinaria resa visiva, confermando che il mondo di “Dune” è ancora più affascinante e ricco di sorprese.

Dove eravamo rimasti

Dune: Parte Uno seguiva la storia e le vicende della famiglia Atreides e del giovane erede Paul (Timothée Chalamet), nella guerra fredda per il controllo di Arrakis, l’unico pianeta nell’universo che produce una merce ultra-preziosa nota come “spezia”. Dopo un breve periodo sul pianeta, gli Atreides vengono traditi dalla famiglia che lo controllava precedentemente, gli Harkonnen, che di conseguenza riprendono il controllo del pianeta, quasi spazzando via gli Atreides nel processo. Solo Paul e sua madre, Jessica (Rebecca Ferguson), fuggono con successo nei deserti di Arrakis.

Partendo da dove si concludeva il precedente film, questo presenta una nuova prospettiva attraverso la figura di Chani (Zendaya), offrendo uno sguardo esterno sulla crescita di Paul e sulla sua ascesa al ruolo di Messia. La dinamica tra i personaggi, la storia d’amore e gli sviluppi del protagonista contribuiscono a mantenere lo spettatore coinvolto e interessato.

La maturità visiva di Villeneuve è evidente in ogni fotogramma di questa seconda parte. Le immagini spettacolari si fondono con la trama in modo armonioso, e riescono a formare un’esperienza cinematografica completa. La sua capacità di trasmettere la grandezza del mondo di Dune senza perdere di vista l’umanità dei personaggi è un tratto distintivo che eleva il film al disopra di molte altre produzioni del genere.

Stato dell’arte

La regia di Villeneuve si fa notare per la sua attenzione ai dettagli e per la spettacolarità visiva. La rappresentazione del deserto, la sua fauna e flora, sono tratteggiate con cura, creando un mondo affascinante. L’uso del sonoro contribuisce all’epicità della storia, mentre i carrelli orizzontali aggiungono un tocco di dinamicità alle scene.

Le sequenze d’azione sono spettacolari, con attacchi dei Fremen che si svolgono sotto al deserto, tra le gambe dei sandcrawler degli Harkonnen. Villeneuve riesce a bilanciare abilmente la violenza intima con la scala epica, creando scene coinvolgenti che catturano lo spettatore dall’inizio alla fine.

Il cast di Dune: Parte Due è stellare, con ritorni come quelli di Zendaya, Javier Bardem, e Josh Brolin, uniti da nuovi volti come Florence Pugh, Austin Butler, e Anya Taylor-Joy. Ogni attore offre una performance convincente, dando vita ai personaggi e aggiungendo profondità emotiva alla trama.

Austin Butler, tra tutti, si distingue nel ruolo di Feyd-Rautha Harkonnen, portando una malvagità convincente al personaggio. La scena dell’arena in bianco e nero è un momento visivamente audace e coinvolgente che svela ulteriormente il lato oscuro della società Harkonnen.

Uno degli aspetti più notevoli di Dune: Parte Due è poi la rappresentazione di Chani da parte di Zendaya. La sua interpretazione offre una profondità inaspettata al personaggio, introducendo temi di moralità complessa e aggiungendo un elemento di romanticismo che si integra perfettamente nella trama. Le scene più tranquille tra Chalamet e Zendaya sono toccanti, e arricchiscono il film di emozioni autentiche che vanno oltre la trama di fantascienza.

Dune: Parte Due
8.5
Voto 8.5
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Senior Editor
Trentenne, vero appassionato di videogiochi, adora scrivere di videogiochi come se ne stesse parlando con gli amici al bar. Nostalgico dei classici anni '90 come Super Mario 64, non disprezza al brivido dei titoli moderni.