Abbiamo avuto modo di provare Dragon Quest XI S, la definitive edition dedicata all’omonimo titolo che vedrà le luci della ribalta sulla piattaforma ibrida di Nintendo. La “S” nel nome sta ad identificare proprio questa, un’edizione che porta con sé notevoli migliorie dedicate proprio allo Switch. Sebbene il titolo sia pressoché identico alla versione originale, qui trovate la nostra recensione, ci sono alcuni punti che è meglio approfondire, visto che se avete intenzione di acquistare il videogame forse fareste meglio a farlo in questa nuova veste.
Una gioia per gli occhi
Partiamo dunque con una premessa più che dovuta, Dragon Quest XI è attualmente uno dei migliori JRPG in circolazione, quindi il prodotto finale rispecchia pienamente l’esperienza ricca e divertente proposta sulle normali home console. Il mondo di gioco è bello e colorato, e il lavoro svolto dalla casa di sviluppo è davvero da encomiare. Le caratteristiche modificate sono circoscritte unicamente quando si impugna il titolo in modalità portatile, una di queste è sicuramente la feature che accelera le lotte, così da risparmiare tempo e non sprecare inutilmente la carica della batteria. Anche gli spostamenti hanno subito una leggera modifica, visto che il protagonista adesso potrà chiamare il cavallo in qualsiasi momento, dunque non sarà più necessario raggiungere un’area stabilita.
Inoltre sono stati aggiunti costumi e una modalità fotografica più profonda, così da poter scattare foto migliori. Da questo punto di vista Square Enix si è data da fare, visto che su Nintendo Switch avrete delle meccaniche utili a rendere l’esperienza principale ancora più fluida rispetto alla sua controparte. Infatti, è proprio il ritmo di gioco che subisce un plus di tutto rispetto, evitando di annoiare chi, magari, non è particolarmente avvezzo a questo genere di videogame.
Un nuovo gioco in stile rétro
La meccanica inedita più attesa di questo Dragon Quest XI S è sicuramente la possibilità di trasformare l’intera opera in pieno stile pixel rétro, esattamente come i primi giochi di ruolo 2D. C’è da fare una piccola precisazione però: il cambio grafico non sarà un passaggio istantaneo, ma bisognerà recarsi ad una qualunque chiesa. Nonostante questo però, la trasformazione rende il sapore dell’esperienza totalmente diverso, divenendo anche una sorta di omaggio ai vecchi capitoli della saga. I giocatori più grandi, infatti, apprezzeranno questa caratteristica, anche perché alcuni mostri sono stati riprodotti fedelmente a come erano in passato. Questo rappresenta sicuramente un bel tuffo nei ricordi, che si contrappone perfettamente a tutto quello che di nuovo c’è nel titolo.
Purtroppo però, quanto appena detto ha una pesante controparte che può, in un certo senso, minare tutti i complimenti fatti in questo momento. La storia generale in alcune situazioni risentirà di questo cambio di grafica, facendo ripartire il giocatore parecchio indietro a livello di trama. Per arginare questo problema, Square Enix ha pensato bene di inserire una sorta di avviso in alcuni punti della storia, così da avvertire lo stesso giocatore quando sarà consigliato passare dal 2D al 3D o viceversa.
In conclusione possiamo dire che Dragon Quest XI S ci ha piacevolmente colpito. Sebbene non abbiamo ancora potuto testare a pieno l’opera, in virtù di quello che sappiamo dalla sua versione originale, ci sentiamo di consigliarne l’acquisto a chi non abbia ancora comprato il gioco. Ma anche chi ha già fruito del titolo non lo deve vedere come un semplice porting, visto che tutte le nuove caratteristiche inserite non fanno altre che arricchire un’esperienza di per sé già piena e appagante. Siamo pienamente soddisfatti di questo nostro primo contatto e non vediamo l’ora di poterlo provare in fase di recensione.