Non c’è dubbio che gli Action RPG siano tra i generi più amati dai videogiocatori, specialmente nel sottogenere dei Soulslike. Non è quindi raro che gli sviluppatori, forti di un’idea particolare, vogliano sfruttare tale struttura per le loro opere, che magari calzano a pennello proprio con la scintilla avuta. Oggi andiamo ad analizzare in anteprima Dolmen, un titolo che ha molto da dire, soprattutto se pensiamo che va a fondere insieme un panorama fantascientifico all’orrore cosmico Lovecraftiano. Negli ultimi giorni abbiamo messo abbondantemente mano sul gioco, immergendoci nell’investigazione di tre settori infestati da orribili e pericolosissime creature… ma perché siamo lì?
Un cristallo “miracoloso”
Un breve video introduttivo ci ha descritto il setting e la nostra missione. Ci troviamo all’interno di un universo dove l’umanità si è evoluta talmente tanto da divenire in grado di colonizzare diversi pianeti, con delle corporazioni private che combattono tra di loro pur di guadagnare vantaggi militari e tecnologici. Tra queste c’è anche la Zoan, una corporazione che invia degli umani modificati geneticamente a colonizzare e investigare su alcuni pianeti: uno di questi in particolare, Revion Prime, è colmo di un cristallo chiamato Dolmen, che possiede addirittura la capacità di mettere in contatto diverse dimensioni e potenzialmente capace di rivoluzionare l’esplorazione spaziale.
Come sempre, con premesse del genere, le possibilità che qualcosa vada storto sono innumerevoli, e infatti un catastrofico incidente porterà queste dimensioni a interferire troppo tra di loro, portando quasi al collasso della nostra dimensione. Il compito del nostro personaggio, inviato sul posto, sarà quindi quello di riportare agli archivi i cristalli Dolmen sterminando le pericolosissime forme di vita aliene che hanno infestato il pianeta. Prima di cominciare, potremo come di consueto regolare a nostro piacimento le impostazioni video, i controlli e così via, cosa decisamente gradita per adattare il prodotto alle proprie esigenze tecniche e di gioco.
Un nuovo orrore
Come ogni Action RPG che si rispetti, saremo portati a creare il nostro personaggio, anche se la personalizzazione per questa fase di test è abbastanza limitata. Non appena controlleremo il nostro personaggio, inizierà la nostra esplorazione nella prima lineare zona di gioco: questa presenta anche dei brevi messaggi tutorial che ci spiegheranno i semplici comandi base del titolo, con una mappatura molto simile a quella dei capisaldi del genere (anche se consigliamo di abbassare leggermente la sensibilità delle levette analogiche). L’HUD è semplice da comprendere, con le armi e gli oggetti equipaggiati in basso a sinistra e le tre barre che andranno a misurare la nostra vitalità, la stamina e l’energia.
Il mondo di gioco è un misto di terra e metallo, una terra molto particolare, che sembra quasi “viva” al colore… ma mai viva come le creature che vi si nascondono, le quali tenderanno a farvi spesso delle imboscate. Ma i loro attacchi non saranno l’unica minaccia per danni fisici, perché fin da subito dovremo fare i conti anche con status alterati, soprattutto il veleno che ci logorerà pian piano. In caso di morte perderemo tutti i Naniti e i cristalli Dolmen che abbiamo raccolto, rinascendo all’ultimo Beacon. Per recuperare tutto ciò che avremo perso, dovremo tornare nel punto della mappa dove siamo morti.
Per fortuna il gioco metterà a disposizione del giocatore anche diversi modi per potenziarsi e regolare l’azione in base alle sue strategie: oltre al Parry che potremo performare parandoci al momento giusto e alle abilità speciali, potremo utilizzare sulla nave Zoan i Naniti raccolti uccidendo le creature, il tutto al fine ultimo di salire di livello; le armature che potremo trovare saranno di diverso tipo e avranno anche alcuni effetti particolari che si dividono per le diverse parti del corpo, alle quali potremo accostare anche nuovi scudi e armi, melee e a distanza. Tutto questo può essere sintetizzato, così da dare ad ogni arma un effetto diverso e personale per renderle ancora più varie e situazionali (un po’ come le infusioni in Dark Souls, per capirci). Come il level up, anche per poter creare le proprie armi sarà necessario recarsi alla nave Zoan. Infine, i cristalli Dolmen ci daranno modo di chiamare in aiuto dei giocatori in multiplayer contro i boss, cosa assolutamente da non sottovalutare.
Uno sguardo ravvicinato
Dolmen è stato sviluppato utilizzando l’Unreal Engine 4, e nonostante un buon lavoro dal punto di vista grafico e tecnico, a lasciare un pochino a desiderare sono il level design non particolarmente ispirato, e le animazioni, a volte alquanto “giocattolose” (cosa totalmente comprensibili per una fase di test). Quello che però ci è sembrato mancare per ora – ed è comprensibilissimo, dato che probabilmente il meglio sarà tenuto per la release definitiva – è il carisma, dato che a parte l’interessante utilizzo dei cristalli, giustificato dal loro potere, tutto il resto della lore che ci è stata raccontata sembra un mero pretesto narrativo, e speriamo in seguito di trovarci di fronte a una maggiore profondità di contenuti… e perché no, di interpretazione.
Tuttavia, pad alla mano, il gioco sembra rispondere bene, e al netto di qualche problemino da risolvere (soprattutto nelle fasi di assestamento iniziali e nei “primi passi” che faremo in-game) e un paio di bilanciamenti necessari, la nostra impressione sul gioco rimane buona, cautamente ottimistica. Il titolo è previsto per il 2022, e arriverà su PC e sulle console Sony e Microsoft di attuale e scorsa generazione.