DmC: Devil May Cry Definitive Edition – Recensione

Gianluigi Crescenzi
Di Gianluigi Crescenzi - Deputy Editor Recensioni Lettura da 7 minuti
8.5
DmC: Devil May Cry Definitive Edition

I Demoni non piangono, ma i Nefilim? Neanche loro. Capcom e Ninja Theory ci presentano la loro ultima fatica: il remake di DMC: Devil May Cry per consoles di nuova generazione (Xbox One e PlayStation 4) denominata Definitive Edition. Il titolo per PS3 PC e Xbox 360 si è rivelato uno dei migliori mai creati del suo genere, ma è stato a dir poco snobbato a priori da molti fan della saga perché un reboot, dove trama e personaggi classici della saga sono stati stravolti. Nell’anno dei remake in HD e ramake per xext-gen ci siamo trovati spesso davanti a titoli che hanno confermato le aspettative, fornendo esperienze di gioco sempre migliori. Saranno riusciti nell’impresa anche col titolo Hack N’ Slash che tanto ha fatto parlare di se in bene e in male? Scopriamolo insieme!

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Vecchio stile che va di moda

Ovviamente non c’è molto da dire riguardo alle meccaniche di gioco, dato che sono rimaste pressoché invariate quelle del titolo per current gen. Dante e Vergil oltre alle loro armi di base, avranno la possibilità di usare i loro poteri Angelici e Demoniaci: ingredienti indispensabili per combo variegate e mortali. Le fasi di combattimento durante i livelli sono molto spesso intervallate da fasi platform più o meno riuscite, e ovviamente le Boss Battle. La IA dei nemici è sempre più incavolata che mai e senza complimenti votata ad attaccare, ma con la differenza che le difficoltà sono state ricalibrate per sfide più ardue. La novità determinante e graditissima che riguarda le fasi di combattimento riguarda il “target lock”: sarà finalmente possibile prendere di mira un avversario e concentrare le sue forze su di esso. Ma se il gameplay è lo stesso, cos’è che veramente è stato rinnovato in questo remake? La risposta potrebbe sembrare poco ovvia, ma una volta spiegata assume una chiarezza cristallina. Partiamo dal comparto grafico.

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Lavato, stirato, e brillante: Get the Jackpot Look

Una delle basi dei remake per nuova generazione deve obbligatoriamente essere il rinnovo grafico. Questa Definitive Edition non è da meno, e non delude affatto le aspettative: la risoluzione a 1080p, e la fluidità del titolo che non si smuove dai 60fps sono una chiave determinante per la riuscita del gioco. Un titolo veloce, aggressivo, e adrenalinico, e dove il tempismo è tutto come Devil May Cry non può fare a meno di una fluidità perfetta, e stavolta i ragazzi di Ninja Theory sono riusciti nell’intento. La grafica ed i dettagli sono stati ovviamente migliorati, dando una grossa mano alle atmosfere cupe e stravaganti del limbo (anche se siamo lontanucci dall’avere una grafica perfetta). Il marchio di fabbrica è rimasto più forte che mai: cromatismi portati all’esagerazione sfacciata.

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Modalità… Modalità Ovunque…

Arriviamo ora al punto focale del titolo, quello che rende DMC: Devil May Cry Definitive Edition un titolo che gli amanti del genere in particolare (ma non solo) devono avere a tutti i costi. Il titolo si è arricchito di modalità rispetto alla vecchia versione, tante che sembrerà addirittura di giocare ad un nuovo capitolo della saga. Oltre alle classiche e già impegnative difficoltà già disponibili (Figlio di Sparda, Inferno e Paradiso, Inferno e Inferno, Dante Deve Morire), in questa edizione troviamo anche:

– L’espansione “La caduta di Vergil”, dove vestiremo i panni del famoso fratello gemello di Dante (a diverse difficoltà).

– La modalità palazzo di sangue, affrontabile anche ai comandi di Vergil.

– La modalità Turbo, nella quale giocheremo ad una velocità aumentata del 20% e dove in ogni caso i 60fps riescono a dare i propri frutti.

– La modalità Hardcore, dove i nemici infliggeranno molti più danni, dove il devil trigger sarà indebolito, e dove i punti stile salgono più lentamente.

– La modalità Gods Must Die, molto impegnativa e prevede lo spawn di nemici all’attivazione del Devil Trigger.

– La modalità Must Style, ai limiti della giocabilità, dove i nemici subiscono danni solamente quando l’indicatore di stile è S o superiore.

Il titolo insomma è dedicato a tutti gli hardcore gamers masochisti che vorranno spremersi fino all’impossibile, e garantisce una longevità a dir poco smisurata per un titolo del suo genere.

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Let’s Rock Baby

Un gioco dove la parola più educata è “vaffanculo”, e dove il sangue è più diffuso dell’acqua. Di certo il comparto sonoro non poteva essere affidato ad un quartetto d’archi. Ecco dunque una colonna sonora sempre più confermata, con i pezzi adrenalinici, potenti, schizzati e deviati delle due band “Noisia” e “Combichrist”. Gli effetti sonori e vocali (specialmente l’annunciatore del livello di stile) sono riprodotti in modo egregio, e rendono “armoniose” le fasi di sanguinoso massacro.

Purtroppo la pecca di questo titolo arriva travolgente come un treno nella versione Italiana: già nelle prime sequenze cinematiche ci troveremo davanti ad un buffo errore: il sincro del doppiaggio. L’errore non si era presentato nella versione scorsa del titolo, dunque possiamo pensare ad un errore di riporto. Per un titolo di tale livello è qualcosa di inaccettabile: non tanto per l’entità dell’errore in se, quanto per l’evidenza dei ritardi che non poteva passare inosservata.

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Insomma se non avete ancora avuto modo di giocare il titolo nella versione passata, avrete certo goduria nel farlo con questa Definitive Edition per console Next-Gen. Non solo hanno migliorato il gioco sotto tutti i punti di vista, e non solo hanno aggiunto modalità del tutto nuove, ma hanno anche offerto tutto questo a soli 51,00 €.

DmC: Devil May Cry Definitive Edition
8.5
Voto 8.5
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Deputy Editor
Classe 90, invecchia bene tanto quanto il vino, anche se preferisce un buon Whisky. Ama l'introspezione, l'interpretazione e l'investigazione, e a volte tende a scavare molto più del necessario. Inguaribile romantico, amante della musica e cantante in erba, si destreggia tra hack n'slash, soulslike, punta e clicca e... praticamente qualsiasi altro tipo di gioco.