Dipendenza dai videogiochi? Disposto l’allontanamento coatto dalla famiglia

Marco Crippa
Di Marco Crippa News Lettura da 3 minuti

Si tratta di una storia vera avvenuta qualche giorno fa a Crema. Un giovane di 14 anni d’età, con un provvedimento del Tribunale dei Minori di Brescia, rischia di essere allontanato dalla famiglia perché esageratamente dipendente dai videogiochi. La storia è iniziata qualche anno fa quando la madre del ragazzo è stata abbandonata dal marito: lasciata sola con due figli da curare, la donna si è rivolta agli assistenti sociali per meglio gestire il ragazzo e aiutarlo a superare la sua dipendenza.

Il figlio è stato quindi seguito da degli specialisti del reparto di neuropsichiatria infantile e ha svolto il suo percorso scolastico con l’aiuto di un insegnante di sostegno. Per un certo lasso di tempo tutto sembrava essere sotto controllo, ma con l’inizio del nuovo anno scolastico e la revoca dell’insegnate di sostegno che lo aiutava nel suo percorso, il ragazzino ha cominciato ad assentarsi sempre più da scuola e a passare sempre più tempo a casa davanti alla sua PlayStation.

Visto il comportamento di quest’ultimo, la madre ha chiamato nuovamente gli assistenti sociali che, dopo averla accusata di negligenza, hanno coinvolto il Tribunale dei Minori che ha disposto l’allontanamento del giovane dalla casa familiare e la sua sistemazione presso una comunità.Dipendenza da videogiochiQui di seguito vi riportiamo le dichiarazioni del procuratore capo del Tribunale dei Minori di Brescia:

Sono state percorse tutte le strade, senza ottenere alcunché di positivo. Di lì la decisione. Il ragazzo sarà tolto alla famiglia, che però potrà regolarmente visitarlo. Se il percorso indicato sarà eseguito con regolarità, il giovane potrà far rientro a casa.

Per il momento il provvedimento non è ancora stato applicato e la madre ha già interpellato il CCDU (Comitato dei cittadini per i diritti umani onlus) raccontando tutta la storia e chiedendo loro di aiutarla a mantenere la potestà genitoriale. Lo stesso ragazzo, non appena scoperto il tutto, ha subito consegnato la sua console alla madre e ha iniziato a seguire nuovamente le lezioni con regolarità, scrivendo poi una commuovente lettera al giudice che ha emesso l’atto. Sembra però che gli assistenti sociali siano intenzionati a portare avanti il verdetto emesso e solo il tempo potrà dirci come si evolveranno le cose.

Cosa ne pensate di quest’avvenimento? Credete che possa essere un precedente per eventuali casi futuri?

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Il mio debutto nel mondo videoludico inizia verso la fine del 1990 con un bellissimo Commodore 64. Negli anni a venire sono passato da una console all'altra senza mai sdegnare il mio amato PC, ma senza amarne mai una in particolare. Non sono tipo da console war, io compro la piattaforma in base alle sue esclusive così da non dovermene mai pentire.