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Days Gone – Un giro in moto tra l’apocalisse zombie

Days Gone è stato un titolo che per certi versi mi ha sempre affascinato, non per la sua originalità, visto che fa forza su tanti cliché a tema zombie, ma perché mi ha dato sempre la sensazione che unire il meglio del genere sarebbe stata la strada giusta da seguire per poi offrire un prodotto ben più maturo di quanto sembri. Infatti, è giusto fare un attimo il punto della situazione su quello che ci troveremo ad affrontare nei panni di Deacon, biker che convive con un forte dolore che difficilmente riuscirà a placare. La sensazione che ho avuto guardando Days Gone è il fatto che voglia creare una rete fatta di “connessioni”, se così vogliamo chiamarle, come se in un certo senso grazie all’utilizzo di alcuni escamotage riesca, a modo suo, a rompere la quarta parete comunicando direttamente al giocatore, un po’ in salsa The Last of Us 

Scelte difficili

Partiamo col dire che già dall’inizio sarete costretti a venire a patti con un tremendo avvenimento: il protagonista, infatti, ha lasciato la moglie Sarah per salvare la vita al suo amico Boozer, compagno di mille avventure con cui ha un vero e proprio legame fraterno. In questo clima così ostile fatto di morte, paura e regressione, quel poco che si ha delle volte viene definitivamente perduto, spesso a causa di fattori che non si possono controllare. Questa è proprio la prima connessione con cui il giocatore verrà colpito, visto che per non “rompere” con il suo amico, Deacon dirà addio alla donna della sua vita. Questo snodo corroderà il carattere del protagonista, facendolo diventare ancora più freddo e congelando il suo cuore, un cuore che solo Sarah era in grado di sciogliere. Possiamo solo immaginare cosa significhi convivere con questo sentimento, la sopravvivenza è un istinto innato nell’uomo, forse il protagonista, ormai, è spinto solo e unicamente da questo. Non si tratta di vita infatti, si tratta di cercare di restare in piedi un giorno in più, per il bene delle persone che lo circondano e per la speranza, anche se molto remota, che tutto questo un giorno possa cambiare.  

I rapporti interpersonali in una situazione di apocalisse diventano labili e fragili, ognuno pensa a se stesso e qualunque cosa accada si tende ad abbandonare il più debole a favore della sopravvivenza del forte. Tuttavia in Days Gone non è avvenuto completamente, alcuni esseri umani hanno creato delle piccole comunità per cercare di progredire insieme, altri invece hanno sfruttato questo caos per diventare più forti e far esplodere tutto l’odio represso dentro di loro, diventando banditi e aggressori, perdendo l’ultima luce di umanità che li distingueva dagli zombie. Sebbene si differenzino ancora da quest’ultimi, i banditi non sono diversi nelle intenzioni dai non morti, anzi, le creature non possono controllare i loro istinti e fanno del male senza curarsi di nessuna differenza, gli uomini invece agiscono per il proprio tornaconto distruggendo e complicando ancora la vita a chi sta cercando di ricostruirla. Anche questo è un parallelismo che Days Gone cerca di far vivere al giocatore, un impatto cruento e spietato in un mondo alla rovina che continua a distruggere ogni speranza di rinascita.  

Una luce in un futuro buio  

In tutto questo caos Bend Studio però vuole farci vedere che c’è sempre del buono, visto che le brave persone in tempi difficili diventano ancora più buone e tendono, al contrario di chi se ne approfitta, a proteggere il più debole. A simulare questo spirito di fratellanza incondizionata c’è il Biker Club che, appunto, non è una congrega di semplici amici, ma una vera e propria famiglia che si supporta a vicenda in qualsiasi situazione. Da questo punto di vista la decisione di Deacon di abbandonare Sarah sembra più comprensibile: Sarah sembra essere al sicuro con le forze d’evacuazione che hanno armi e provviste, purtroppo però non sarà così. Normalmente questa scena si sarebbe conclusa con il protagonista “in fuga” con la sua amata, ma qualcosa purtroppo è andato storto. Questa decisione basta per trasmettere cosa vuol dire la parola amicizia per Deacon e quali sono i suoi valori cardine. La scelta di ambientare l’avventura due anni dopo questo avvenimento non fa altro che dimostrare come il fantasma di Sarah sia saldamente nel cuore e nella mente dell’eroe, un’unione che va oltre quanto la vita abbia offerto a entrambi.  

In tutto questo ci saranno da incontrare nuovi personaggi che, quasi sicuramente, faranno luce su alcuni avvenimenti del passato del protagonista, così da riuscire a capire ancora meglio come ha fatto Deacon a diventare quello che è adesso. In conclusione quanto ci aspetta con Days Gone non è un’avventura comune, ma un viaggio in un mondo in balia dei ricordi del passato e di un futuro fatto di morte e disperazione. In tutto questo quello che resta a Deacon sono i legami e le connessioni che ha stabilito nel tempo; magari alcuni di questi saranno utili per fare ammenda e affrontare i suoi sensi di colpa. La casa di sviluppo ha comunicato a più riprese che il gioco durerà oltre trenta ore, in tutto questo tempo ovviamente ci si aspetta un’evoluzione del protagonista, magari qualche incontro in grado di cambiarlo nuovamente, sia nel bene che nel male.  

Patrizio Coccia
Patrizio non era ancora nato quando entrarono in casa la Super Nintendo e Super Mario Bros. Pochissimi anni dopo, insieme a lui, arrivò anche la Play Station, e fu tutta un'altra storia. Aveva 4 anni quando a malapena riusciva a tenere il controller tra le mani, ma non mollò più la presa, imparando a giocare a tutti i generi. Appassionato di musica rap, film fantasy, e con un passato da writer, predilige indiscutibilmente i giochi di ruolo, fortemente affezionato alla serie di Kingdom Hearts di cui conserva l'intera collezione, spin-off inclusi.

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