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Darksiders Genesis – Provato durante il Lucca Comics & Games

Distintasi sempre per la caratteristica di raccontare avventure action RPG sempre diverse a seconda del Cavaliere protagonista, stavolta con Genesis sembra proprio che la saga stia prendendo una sferzata diversa. Dopo aver vestito i panni di Guerra, Morte e Furia, è arrivato il momento di Conflitto. Noi abbiamo avuto modo di provarlo al Lucca Comics & Games su PC, qui di seguito trovate le componenti:

• CPU: Intel i9 9900k
• RAM: ADATA XPG Spectrix D60G 8gb x 2
• SSD: ADATA XPG Spectrix D40G 512Gb
• Scheda Madre: MSI Z390 Tomahawk
• Scheda Video: MSI RTX 2080 Aero
• Dissipatore a liquido: ADATA XPG Levante
• CASE: ADATA XPG Battlecruiser
• Alimentatore: ADATA XPG Core Reactor

Oltre a Conflitto, nel gioco potrete utilizzare anche Guerra, essendo questo un action RPG isometrico dai ritmi hack ‘n’ slash. Il gioco può essere affrontato in solo alternando fra Guerra e Conflitto a piacimento durante il gioco, oppure in compagnia di un amico (Split-Screen) dove ognuno controlla uno dei due cavalieri.

Pronti a far fuoco

La demo ci ha mostrato 2 livelli differenti: nel primo c’è stata accordata la possibilità di esplorare un dungeon, mentre nel secondo abbiamo potuto combattere contro un demone. All’occhio come prima cosa risalta inevitabile il nuovo stile di gioco, un cambio genere ben marcato che dimostra che l’intero universo si presta molto bene anche ad esperimenti di vario tipo. Le scelte della casa di sviluppo sono chiare fin da subito: mettere a disposizione all’utente finale due personaggi ben distinti e diversi tra loro, cosi da poter diversificare l’esperienza e spezzare la monotonia. Guerra grazie al suo classico spadone può sferrare distruttivi attacchi corpo a corpo, ogni colpo può essere caricato per causare danni maggiori. Conflitto, al contrario, ha dalla sua due gigantesche pistole, che possono vantare vari tipi di proiettili, così da eliminare i nemici dalla lunga distanza. I giocatori potranno scegliere, a puro piacimento, di cambiare i due character in qualsiasi momento, così da potersi adattare anche alle diverse situazioni.

Ogni eroe ha due abilita speciali e una modalità berserk che si attiva ricaricando l’apposita barra (uccidendo nemici ovviamente). La missione dungeon prevedeva degli incarichi principali e degli incarichi secondari da compiere facoltativamente (ad esempio sconfiggere un miniboss in una certa zona ricevendo in cambio “anime” e quelli che vengono definiti “Core”). Le anime hanno la funzione di valuta per il potenziamento dei personaggi, mentre i Core che si suddividono in varie dimensioni permettono di ottenere bonus passivi in un albero delle abilità.

Passando alle meccaniche di gioco, i due cavalieri hanno vite separate: una volta sconfitto la vita dell’eroe si ricarica piano piano col tempo, ma nel caso venissero uccisi entrambi, sarebbe Game Over. L’atmosfera è fantastica, proponendo una grafica al passo coi tempi e decisamente a tema con la saga.

Il gioco conserva al suo interno l’anima pura degli hack ‘n’ slash, con combinazioni di mosse semplici e un ampio margine di importanza alle abilità. Proprio quest’ultime, come potete immaginare voi stessi, saranno il pezzo forte del repertorio di entrambi i personaggi. Conflitto, come accennato in precedenza, potrà contare sulla differenziazione delle sue munizioni, Guerra potrà infondere alla sua arma proprietà elementali. Entrambe le armi dei protagonisti potranno essere potenziate tramite abilità passive, che donano caratteristiche ancora più uniche a seconda del proprio stile di gioco.

Che bello giocare

Come il nostro medium ci ha abituati, soprattutto in questo genere di giochi, i primi nemici i cosiddetti “minion” non saranno un problema, servono giusto per prendere dimestichezza con i comandi di gioco e per ottenere i primi potenziamenti. Discorso diverso per quanto concerne i boss primari e quelli secondari, che ovviamente sono di tutt’altra pasta. Non pensate minimamente di affrontarli a viso scoperto, dovrete non solo tener conto del move set del nemico, ma anche capire quando sarà il momento più opportuno di attaccare (che sia corpo a corpo o a distanza). Dopo una serie di colpi i due protagonisti entrano in uno stato speciale, in cui tutte le abilità sono sensibilmente migliorate. Dalla semplice potenza alla velocità, tutti i parametri ottengono il doppio del valore. Guerra si trasforma in un vero e proprio demone, mentre Strife diventa una mitragliatrice in grado di perforare di tutto.

I ritmi di gioco sono scanditi perfettamente, una volta gettati nell’azione i nemici non si faranno tanti problemi nel cercare lo scontro. Fortunatamente Guerra e Strife sono due eccellenti guerrieri, in grado di tenere testa a tutto. L’adrenaliniticità degli scontri rende impossibile riposarsi, visto che appena penserete di aver sconfitto l’ultimo mostro ne arriverà un altro più imponente subito dopo. La difficoltà non ci è sembrata particolarmente complessa, ci sentiamo di dire che al momento della release il titolo sarà accessibile alla maggioranza dei giocatori. Dal punto di vista tecnico Darksiders Genesis si difende benissimo, la nostra esperienza si è svolta fluida e senza intoppi. La visuale isometrica è stato un vero e proprio tuffo nel passato, anche se calcolare le distanze in certi casi non è particolarmente facile. La telecamera, infatti, in alcuni pertugi non è particolarmente precisa, l’esplorazione richiederà un’attenzione più certosina e dispendiosa.

In conclusione possiamo dire che la nostra prova con Darksiders Genesis è stata più che positiva, tanto da non vedere l’ora di non mettere le mani sul titolo. Quello che ancora non ci è chiaro è l’evoluzione del level design, che nella demo ci è sembrato abbastanza basico. Per questo aspetto dovremo inevitabilmente aspettare di visionare il titolo in fase di recensione, ma non siamo particolarmente preoccupati. Siamo sicuri che i fan della saga sapranno divertirsi anche se il gioco esce dai sui schemi classici, contemporaneamente a questo anche gli appassionati degli hack ‘n’ slash a visuale isometrica troveranno pane per i loro denti.

Patrizio Coccia
Patrizio non era ancora nato quando entrarono in casa la Super Nintendo e Super Mario Bros. Pochissimi anni dopo, insieme a lui, arrivò anche la Play Station, e fu tutta un'altra storia. Aveva 4 anni quando a malapena riusciva a tenere il controller tra le mani, ma non mollò più la presa, imparando a giocare a tutti i generi. Appassionato di musica rap, film fantasy, e con un passato da writer, predilige indiscutibilmente i giochi di ruolo, fortemente affezionato alla serie di Kingdom Hearts di cui conserva l'intera collezione, spin-off inclusi.

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