Durante la giornata di domani (13 agosto 2020) sarà rilasciato Darkestville Castle su PlayStation 4, Xbox One e Nintendo Switch. L’avventura grafica di Epic LLama e Buka Entertainment è stata apprezzata con qualche riserva da utenza e critica durante la sua militanza su PC iniziata quasi tre anni fa, ma questa seconda pubblicazione si prepara a far vivere una nuova vita (letteralmente?) a questo particolare punta e clicca. Si tratta di un’opera che si ispira nello stile e nel tipo di comicità alle classiche avventure della Lucas Arts, ma non disdegna alcuni palesi riferimenti, easter egg e citazioni a grandi nomi del mondo dei videogiochi in generale (da Super Mario a Pac Man, fino a un velato richiamo a Bloodborne). L’avventura non risulta particolarmente longeva, specialmente per coloro che nel genere sono navigati, tuttavia sono presenti alcuni piccoli rompicapo che quanto meno si sono rivelati interessanti e che hanno richiesto tempo per la risoluzione. Sottolineiamo che la lunghezza del gioco è in piena proporzione con il suo prezzo attuale.
Presto!
Come ogni demone che si rispetti, il giovane Cid passa il suo tempo, fin da quando era un bambino, a terrorizzare e a rendere la vita della pacifica gente di Darkestville un vero e proprio inferno. Le sue malefatte sono ormai un habitué per la popolazione, e fra tutti il temerario (e allo stesso tempo goffo, credulone, e un sacco di altra roba non proprio positiva) Dan Teapot ha sempre cercato di mettergli i bastoni tra le ruote per far tornare Darkestville a dormire sonni tranquilli. Tuttavia, sembra che questa volta abbia un piano infallibile… e anche se non andrà proprio come aveva immaginato, il nostro demoniaco Cid si troverà a dover fare i conti con una situazione molto più complicata del previsto.
Senza dilungarci oltre sulle (dis)avventure narrate, andiamo ad analizzare il gioco nelle sue parti dinamiche. L’avventura si attesta come un classico punta e clicca, che per l’occasione è stato adattato al meglio su console per non far rimpiangere mouse e tastiera. Delle versioni prossime al lancio, abbiamo avuto la possibilità di testare quella riguardante Nintendo Switch, e possiamo dire che, per quanto non sia raggiungibile il comfort delle periferiche citate, l’adattamento è stato davvero ottimo. Dalla possibilità sacrosanta di aumentare e regolare a piacimento la velocità del cursore, all’utilizzo dei tasti laterali (che si utilizzi pad, joy-con o modalità portatile) per scorrere singolarmente gli oggetti nell’inventario, fino all’implementazione delle funzioni touch screen, che in alcune fasi rendono tutto molto più immediato.
Omaggio Giocato
Se c’è una cosa di cui i ragazzi di Epic LLama possono andare fieri, è che Darkestville Castle è un gioco piacevole, che offre una buona dose di humor all’utente, cadendo solo in rari casi in prevedibili cliché. È molto forte la carica citazionistica all’interno del gioco, non soltanto per allusioni varie, come quella agli “idraulici italiani” o alla “malattia blu” dei fantasmi, ma anche per lo stile comico utilizzato e per un paio di scelte strutturali: ci viene infatti naturale il richiamo a Monkey Island 2, con Cid che con la sua inventiva e quel pizzico di sadismo non può non ricordare Guybrush Threepwood, ma soprattutto con lo showtime finale che (evitando spoiler) è palesemente strutturato come lo scontro finale tra Guybrush e il pirata fantasma Le Chuck. Graditissimo l’abbattimento della quarta parete in alcune situazioni, puntuale, mai troppo forzato o fuori posto.
Gli enigmi proposti non sono mai estremamente complicati, salvo un paio di interessanti situazioni, ma soprattutto date le strampalate soluzioni, i giocatori saranno spinti ad una sorta di try and error… che in molti casi può addirittura andare a segno, dato che il numero di scenari raggiungibili contemporaneamente sarà sempre di massimo 5, e con un numero davvero risicato di elementi con cui interagire. Un vero peccato, perché salvo rari casi ciò va a smorzare l’entusiasmo per la scoperta e per la risoluzione dei rompicapo. La sensazione è quella che il gioco volesse/potesse raccontare ancora di più, ma che sia stato troncato in alcune delle sue parti, con alcuni fondali rilegati ad essere quasi solo dei riempitivi con un paio di elementi importanti, e pochi personaggi oltre ai principali a fungere da mera comparsa.
¿Donde está la biblioteca?
Sul piano artistico, questa riproposizione di Darkestville Castle è promossa, ma ancora una volta con riserve. Graficamente il gioco regge il confronto con il genere, facendoci respirare a pieni polmoni l’aria comica e pseudo horror che gli autori avevano in mente, a braccetto con un buonissimo comparto sonoro e doppiaggio inglese. Le riserve tuttavia riguardano la localizzazione: Darkestville Castle è interamente tradotto in italiano (cosa molto gradita data la discreta quantità di testo in cui ci si può imbattere), ma la traduzione in alcuni casi è stata totalmente floppata… da canna di bambù a stuzzicadenti è un attimo, come anche da una pianta non definita scambiata per un paio di “strani pantaloni”. Inoltre, il testo proposto è minato da diversi refusi come lettere mancanti o sbagliate, che a volte vanno quasi a fuorviarci dal senso della frase. La speranza è che tali problemucci vengano risolti con una patch day one, anche se trattandosi di una lingua poco diffusa come l’italiano, un qualsivoglia aggiornamento potrebbe non comprendere tali correzioni.