Se mi avessero detto più di 20 anni fa che avrei potuto giocare Crash Bandicoot su una portatile, non c’avrei mai creduto. Soprattutto perché la console che lo permette è niente di meno che la nuova arrivata (si fa per dire) di casa Nintendo. La divisione netta che un tempo separava IP, console e idee, ormai è diventata offuscata, labile: lo dimostrano le varie collaborazioni inter-brand e il cross-platform tra (quasi) tutte le varie piattaforme. Un anno fa Activision ci aveva sorpreso mandando sugli scaffali un gioco tanto atteso, amato dal pubblico che ha letteralmente speso la sua infanzia su PlayStation; ora lo fa di nuovo, ampliando le piattaforme per Crash Bandicoot N. Sane Trilogy fino a PC, Xbox One e Nintendo Switch. E’ proprio quest’ultima versione quella che abbiamo provato, spolpato e, soprattutto, giocato ovunque in portabilità, e che recensiremo in questa pagina.
Il lavoro di Vicarious Visions
Un’importante premessa va fatta: il lavoro che Vicarious Visions ha già fatto per il titolo la prima volta su PlayStation 4 è qualcosa di superbo: ogni singola texture ha ripreso vita, ogni poligono ha trovato nuova linfa vitale, e tutto il gioco ne beneficia risultando più moderno e contestualizzato di quanto potrebbero esserlo altri giochi contemporanei. Anche dal lato gameplay il gioco ha subito delle modifiche: stento ancora a definirli miglioramenti per via dell’esperienza leggermente alterata, ma nonostante tutto adesso il gioco risulta più agevole per la generazione moderna.
Il porting che è arrivato però su Nintendo Switch è qualcosa di davvero speciale: nonostante il downgrade grafico, necessario in quanto la console Nintendo è meno potente di quella Sony, il titolo ha davvero degli ottimi dettagli riprodotti sul piccolo schermo. Nella versione dock arranca nel raggiungere i 1080p, ma sulla versione portatile (salvo qualche luce in meno e qualche leggero abbassamento qualitativo), il titolo riproduce esattamente la stessa esperienza di gioco che aveva riprodotto su PS4 (di cui potete leggere la nostra recensione qui). L’abbassamento grafico, però, permette al gioco di mantenere quasi stabilmente i 30 frame al secondo, risultando fluido il giusto, componente vitale per potersi godere un platform tanto punitivo in termini di precisione quanto lo è Crash Bandicoot.
Il pacchetto completo
Crash Bandicoot N. Sane Trilogy porta esattamente tutto ciò che le altre versioni hanno: i tre capitoli completamente rifatti e modernizzati, oltre che due livelli speciali. Il primo, Stormy Ascent, è un livello all’epoca scartato dagli sviluppatori (che è arrivato anche su Ps4 con un DLC gratuito), mentre il secondo, Future Tense, è un nuovo livello creato in omaggio dell’arrivo del gioco verso tutte le piattaforme.
In termini di giocabilità, tra l’effetto portabilità e la compatibilità con Joy-Con, Pro Controller e con la funzione HD Rumble, Crash Bandicoot N. Sane Trilogy per Nintendo Switch è la versione del gioco più completa e raffinata: tutto ciò che perde in termini di qualità visiva, lo guadagna in fruibilità.
Un ritorno gradito, un arrivo aspettato
La storia dei platform 3D (o quasi) che abbiamo visto (e vissuto) in quegli anni era qualcosa di speciale: all’epoca le idee erano acerbe, ma permettevano di avere libertà d’espressione, fondamentale per la rappresentazione di qualcosa di creativo. La natura lineare di Crash Bandicoot, inoltre, permetteva al gioco di avere un’accessibilità maggiore rispetto a titoli più complessi come Super Mario 64. Come detto nella recensione per Ps4, una ritoccata alle dinamiche di gioco sarebbe stata consona, per rendere il tutto più fruibile, ma alla fine questa mancanza genera una fedeltà inaspettata verso le origini di questo platform, dimenticate col tempo e ritrovate grazie all’effetto nostalgia, croce e delizia di questo periodo storico legato al gaming.
Sembrerà strano, ma se trovaste difficoltoso approcciarvi ad un platform ormai già maggiorenne, complice una difficoltà più vecchia dei platform moderni e molto più punitiva, potreste senza dubbio giocare i titoli a ritroso, partendo dal terzo fino al primo: in questo modo vi trovereste nell’ultimo capitolo delle meccaniche più complesse ma, allo stesso tempo, meno diaboliche, permettendovi di creare una sorta di training necessario per alcuni neofiti.
La natura strutturata a comparti dei livelli, infine, rende il gioco molto adatto alla portabilità: alcuni porting per Switch hanno problemi proprio in termini di giocabilità richiedendo ore di gioco (cosa non sempre possibile se non si è a casa): i livelli di Crash permettono di giocare al gioco ovunque, e la mole di contenuti disponibili rende il titolo molto longevo, creando un pacchetto dall’ottimo rapporto qualità/quantità/convenienza.