Control: lo sviluppo del gioco ha richiesto molti meno soldi di un tripla A

L'ultimo titolo sviluppato da Remedy, Control, sebbene non ha brillato nelle vendite è comunque un successo per via dei bassi costi di produzione e per la filosofia aziendale.

Andrea Ferri
Di Andrea Ferri News Lettura da 2 minuti

L’ultima opera targata Remedy che porta il nome di Control (qui la nostra recensione), ha ricevuto ottimi voti sia da parte della critica che dal pubblico con tanto di nomination come miglior gioco dell’anno ai The Game Awards. Sebbene le vendite non brillino, la software house si ritiene molto soddisfatta di quanto fatto e felice di vedere come la critica abbia promosso all’unanimità il titolo sviluppato.

Teo Virtala, il CEO di Remedy, ha recentemente rilasciato un’intervista a GameIndustry dove ha dichiarato come il gioco sia stato sviluppato in soli tre anni e con un budget di “appena” 30 milioni di euro, motivo per cui le vendite poco prolifiche non dovrebbero comunque portare un rosso alla società.

Noi di Remedy non abbiamo bisogno degli stessi enormi numeri di molti altri giochi che hanno un budget di sviluppo assai maggiore. Per questo, sebbene Control non ha registrato vendite roboteanti che lo hanno portato al vertice della classifica, ci riteniamo più che soddisfatti con le vendite costanti. In Remedy abbiamo sempre una visione a lunga distanza. “

Lo stesso Virtala ha poi aggiunto che i giochi, al giorno d’oggi, grazie al rilascio dei titoli anche in digitale, consentono di non vedere più in modo ossessivo le vendite del day one. Questa nuova distribuzione permette al gioco di poter vivere più a lungo facendo registrare vendite per più tempo.

“Control continua a vendere molto bene, e questa è una cosa positiva. Il gioco presenta delle ottime qualità e unicità e il passaparola tra gli appassionati del genere continua a crescere. Ci sono ancora moltissime altre persone che non hanno sentito parlare di Control o che non lo hanno ancora giocato. Questi sono tutti fattori che supportano le vendite a lungo termine.”

 

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Da bambino mi innamorai subito della cultura pop, dei videogames, degli anime e del cinema. Cresciuto a suon di VHS, la posta di Sonia e di partite alla PS1, sono anche un avido collezionista di tutto quello che mi passa per le mani. Il mio amore più grande? Toy Story, al quale sempre sarò fedele verso l'infinito, e oltre!