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Borderlands 3 – Recensione del folle progetto targato Gearbox

Dopo sette anni di lunga attesa, impiegati perlopiù ad ammazzare in continuazione Jack il Bello, Gearbox Software ha finalmente rilasciato Borderlands 3. C’erano tanti dubbi sul prodotto, anche a causa del discutibile The Pre-Sequel uscito nel 2014, ma già dopo una manciata di ore erano tutti sciolti: siamo dunque tornati col sorriso sulle labbra su Pandora, pronti a cercare le Cripte sparse per l’universo, come scoperto nel finale del precedente capitolo, e a fronteggiare Troy e Tyreen Calypso, i gemelli antagonisti. Bando alle ciance: pronti a scoprire se l’ultima fatica Gearbox riuscirà a rispettare le aspettative?

Come già accennato poc’anzi, la trama riguarderà proprio la scoperta fatta durante il finale di Borderlands 2 e ci vedrà contro i gemelli Calypso, due Sirene capaci di assorbire il potere di ogni essere vivente e con un solo scopo: ottenere i poteri dei Guardiani delle Cripte e diventare così due Dei. Pur partendo a rilento, la trama di Borderlands 3 ingrana col passare delle ore fino a esplodere nelle battute conclusive grazie a un ritmo incalzante e a una varietà di ambientazioni incredibile, sfruttata appieno dagli sviluppatori per cambiare costantemente location ed evitare di dover combattere sempre nelle stesse zone.

In parallelo alla storia principale, è doveroso approfondire anche le settantadue missioni secondarie presenti, da sempre cavallo di battaglia della serie, una goduria per i giocatori più attenti. Eh già, perché le side quest sono ricche di riferimenti a eventi passati, easter egg e di una vera e propria trama, il giusto mix per rendere le missioni secondarie un’altra fonte di divertimento, capace di convincere il protagonista a impiegare anche una ventina d’ore per completarle tutte.

Un problema comune a qualsiasi videogioco è il livello a cui è consigliato fare le quest: se lasciate da parte all’inizio, le missioni secondarie sono sempre state troppo semplici da completare dopo la fine della storia. Gearbox ha pensato “da giocatore per i giocatori” introducendo la modalità Caos, che eguaglia il livello del Cacciatore della Cripta e quello delle quest, rende i nemici più forti e intelligenti e migliora i drop. Tutto ciò, peraltro, presenta ben 3 gradi attivabili: l’ultimo renderà un inferno la vostra vita su Pandora, ma la ricompensa sarà davvero succulenta.

https://www.youtube.com/watch?v=Av5Eyx3bGtM

L’arsenale che tutti vorrebbero

Il cuore di Borderlands 3, che a ogni battito trasuda insulti, sangue e loot, è senza ombra di dubbio il gameplay, rimasto pressoché invariato: oltre a sparare con una delle 2 (poi 3 e infine 4) armi equipaggiate, si potranno lanciare granate e l’abilità peculiare. In difesa, invece, uno scudo ricaricabile, un manufatto e una reliquia. Dove sta la meraviglia è nella quantità quasi infinita di combinazioni che offre il gioco, con migliaia di armi ed equipaggiamenti diversi che cadranno dai corpi dei nemici sconfitti ed utilizzatili sin da subito: bocche da fuoco corrosive, esplosive, elettriche, infuocate, ghiacciate e tanto altro ancora, tutte adatte a una tipologia di avversario. E se già un modesto numero di armi potrebbe soddisfare i palati di molti, Gearbox ci mette del suo ricoprendo il giocatore con piogge di bocche da fuoco droppate, portandolo a cambiare compulsivamente la build per migliorare sempre più.

Ricordiamo che tutto cambierà in base alla scelta del personaggio: la Sirena sarà perfetta soprattutto in coop per bloccare i nemici duri e crivellarli di colpi; il Domatore e la sua fida bestia saranno in grado di fronteggiare anche da soli le numerose orde di nemici; l’Artigliera mieterà numerose vittime con il suo mech; l’Agente sfrutterà i gadget a suo vantaggio. Ci sono comunque tre rami abilità sviluppabili per ogni personaggio, dunque le tattiche (soprattutto in coop) sono davvero numerose.

La cura del limare i dettagli è una delle cose più apprezzate di Borderlands 3, infatti Gearbox ha ottimizzato quasi tutti quei procedimenti che avevano rallentato l’esperienza in passato. Ci si potrà dunque muovere tra un punto di Spostamento Rapido direttamente dalla mappa, e il Cacciatore raccoglierà armi e cure da terra senza la pressione di alcun tasto. Resta (purtroppo) sempre scomoda la guida, soprattutto su console, ma il team ha comunque migliorato l’esperienza, consentendo al giocatore di rubare i veicoli ai ribelli e di sbloccare nuovi componenti per il proprio, dando così l’occasione di personalizzare il mezzo di trasporto. Anche l’interfaccia è rimasta pressoché invariata, se non per gli angoli più rifiniti e una maggiore definizione… ma è qui che, dobbiamo dire, ci saremmo aspettati di più: i menù che sette anni fa erano in linea con i competitor, oggi risultano scomodi e soprattutto lenti da scorrere.

Uno sguardo al comparto tecnico

Graficamente parlando, i passi avanti in Borderlands 3 sono evidenti, a partire da un cel-shading convincente e un alto numero di poligoni presenti sullo schermo. Si notano i miglioramenti anche nei diversi pianeti visitabili, tutti con un’ambientazione caratteristica e accattivante. Apriamo ora il Vaso di “Pandora” parlando del framerate, argomento di discussione dell’ultima settimana: si, qualche problema c’è, ma non è niente di grave. Una volta arrivati in una nuova macroarea, il gioco si prenderà 3-4 secondi per caricare l’ambientazione e nel mentre laggherà un po’, ma poi tornerà a funzionare tutto quanto, sia in modalità Risoluzione sia in quella Prestazione.

Ciò che conta veramente, almeno per noi, è che non ci sia nessun calo durante le sparatorie, e per fortuna così è stato: proiettili, esplosioni e loot a non finire senza il minimo problema. A fare da contorno al bellissimo immaginario sci-fi di Gearbox c’è la monumentale colonna sonora, che caratterizza l’avventura sui pianeti di Borderlands 3, grazie alla quale ogni momento risulterà indimenticabile: pensate che, prima di un incontro, potremo addirittura scegliere la traccia musicale con la quale affrontare un boss! Un applauso va fatto anche all’intero team di doppiaggio, che è sempre riuscito a strapparci una risata, un sorriso o a farci soffrire per un personaggio, il tutto grazie a un’interpretazione collettiva che rasenta la perfezione.

Per chiudere, Borderlands 3 non riesce a superare un capolavoro senza età come il secondo capitolo, ma intrattiene comunque per svariate decine di ore e diverte il giocatore con sangue, parolacce e loot a profusione. Forse con un protagonista carismatico e folle come Jack il Bello, Gearbox avrebbe consegnato ai fan un prodotto indimenticabile, mentre resta un po’ l’amaro per la scelta dei gemelli Calypso, che fanno il loro compito di cattivi e niente di più.

Borderlands 3

8.5

Borderlands 3 è un prodotto immenso e ben curato, che riesce a divertire sia i neofiti che i fan di vecchia data facendo spesso degenerare le situazioni con esplosioni, sangue e insulti, ma non è privo di difetti. Gearbox avrebbe dovuto ammodernare il menu e soprattutto ottimizzare il gioco, che ha qualche incertezza di troppo. C'è margine di miglioramento, e le future patch e i DLC dovranno provvedere.

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